A Cura Di Antonio Petrilli, Presidente Dell’Associazione Culturale Proposta Di Benevento
Vernissage: martedì 13 agosto 2019 ore 18,30;
Località: Museo Civico Castelmagno, Via Leonardo Bianchi – San Bartolomeo in Galdo (BN);
Artisti in mostra: Ciaramella; Giovenale; Leopapp; Mustone; Petrone; Rosiello.
Periodo dal 13 al 26 agosto 2019; Ingresso: gratuito; Orario: dalle h :10.00 – 12.00 e dalle h: 16.00-20. 00. Per visite di gruppi telefonare al 3473205367.
La rassegna con il Patrocinio del Comune di San Bartolomeo in Galdo (BN), si tiene presso il Museo Civico Castelmagno, ove saranno esposte oltre 50 opere dei sei artisti Sanniti.
In questa terza mostra organizzata da Antonio Petrilli nel museo fortorino (dopo “Da una collezione” del 2015 e “Multipli d’autore” del 2016) i sei artisti presenti hanno in comune la nascita o la residenza nel territorio sannita.
Essi rappresentano sicuramente la ricchezza artistica del territorio, che dagli anni Settanta dello scorso secolo ad oggi ha visto affermarsi a livello nazionale o internazionale un numero davvero notevole di protagonisti dell’arte.
Ecco di essi qualche notizia biografica e qualche giudizio critico.
Mario Ciaramella è nato a Luzzano di Moiano (Bn) nel 1956. Ha frequentato il Liceo Artistico di Benevento, dove è stato allievo di Michele Attanasio, Errico Ruotolo, Luigi Mainolfi e Mimmo Paladino. Si è diplomato nel 1978 presso l’ Accademia di Belle Arti di Napoli al corso di scultura di Augusto Perez.
Partendo da elementi naturali, indaga il suo tempo e la sua complessità. Utilizzando materiali differenti, dalla terracotta al legno, dal ferro alla pietra, dalla carta alle materie sintetiche mette in atto un processo creativo che diventa metafora della capacità generatrice della natura.
Giovenale è il nome d’arte del ginecologo Giovenale Tresca, nato a Benevento nel 1954. Egli è presente sulla scena dell’arte da oltre un trentennio. E’ ovvio che in tale lungo periodo abbia avuto una evoluzione continua rappresentata da alcune fasi fondamentali, che, pur nascendo da una ispirazione univoca, appaiono molto diverse fra loro.
Il primo periodo, emblematicamente rappresentato dalla mostra “Tauromachia” del 1988 a Catania, è caratterizzato da una pittura materica fatta di terre e di vernici oltre che da una iconografia ricca di elementi diffusamente presenti nella agricoltura e nella fauna locale.
Nella fase successiva, quella degli anni Novanta, documentata in maniera esemplare nei cataloghi della mostra “Solo specchi” (organizzata nella Galleria “La Porta Rossa” di Catania) e di quella milanese presso lo Studio Oggetto, la pittura sostanzialmente monocromatica precedente lascia lo spazio a un cromatismo variegato più adatto ai suoi paesaggi, che oscillano fra la realtà e il sogno e preludono alla produzione del periodo successivo, profondamente intriso dello spirito mistico che nasce dalla incrollabile fede religiosa dell’artista.
La fase più recente, ammirata in particolar modo nella mostra del 2011 presso il Palazzo Paolo V di Benevento e sviluppatasi ancora di più negli 80 lavori della donazione al Policlinico Gemelli di Roma, approda a un geometrismo minimale che continua a rappresentare, in modo del tutto impercettibile, il mondo naturale e contadino da cui trae sostanzialmente origine il lavoro artistico di Giovenale.
Leopapp è lo pseudonimo di Leonardo Pappone nato a Montefalcone di Val Fortore (BN) nel 1958. Al termine degli studi universitari intraprende la carriera dirigenziale negli apparati dello Stato, senza mai tuttavia abiurare all’arte, che si manifesta quale interesse primario extra-professionale. Fin dagli esordi artistici Pappone colloca al centro dei suoi lavori l’uomo con la sua affascinante dimensione segnica; nella ricerca di un proprio linguaggio sarà dunque stimolato dall’urgenza di ripercorrerne le tappe evolutive, dall’arte rupestre al fenomeno dei graffiti statunitensi, ma anche dai murales messicani e dagli intonaci orientali, dando vita a quella raffigurazione allegorica correlata alla matrice di protesta e dissenso dei movimenti di opposizione.
Attratto, dunque, dalla Street Art e dalle tematiche dei writers metropolitani, Pappone elabora in arte un suo personale codice espressivo, che lo rende riconoscibile a tutti, sostenuto e incoraggiato dal “sistema mercato” e dalla critica.
Italo Mustone è nato a Trevico (AV) nel 1953. Vive e lavora a Benevento. Nelle opere di Italo Mustone, il protagonista è l’uomo, l’individuo reso attraverso la funzione magica della sua immagine. Egli parte dal concetto occidentale della pittura, basato sulla coscienza, sulla critica dei dogmi, sui miti,sulle tradizioni e sui convenzionalismi.
“Nella pittura di Italo Mustone l’uomo – scrive Ferdinando Creta – diviene sagoma, ripetuta all’infinito, denuncia dell’omologazione contemporanea. L’uomo diviene parte della folla, moltitudine che può essere mare o vulcano, segno nitido, ora confuso, nuova forza della natura. Dall’omologazione alla schiavitù tecnologica, le figure di Mustone sono androidi che hanno al posto del cuore un processore, o esseri minuscoli imprigionati in una scheda madre, a riportare alla mente le atmosfere distopiche di Metropolis di Fritz Lang. In una continua composizione basata sul colore, tra i fondi piatti e le figure bidimensionali, emerge la profonda conoscenza degli accostamenti cromatici. Una ricerca sperimentale che si è sviluppata negli anni su queste tematiche, delineando uno stile forte e riconoscibile, ma non banale e sempre attento all’espressione estetica.”
Andrea Petrone nasce a Napoli nel 1952 e vive a San Giorgio la Molara (Bn), figlio del pittore Mario Petrone e della poetessa Chiara Luciani, è nipote di uno dei più noti ed importanti poeti dialettali abruzzesi, Alfredo Luciani, scomparso nel 1968, al quale Gabriele D’Annunzio nel 1910 dedicò una lettera di presentazione per l’editore Carabba: “… sono ancora commosso dalla poesia fresca e vivida di Alfredo Luciani, che qui mi ha recitato alcuni de’ suoi mirabili sonetti.”. E’ nipote di secondo grado di Tommaso Cascella fratello di Michele, nel cui studio pescarese, ancora fanciullo, inizia a sperimentare il linguaggio dell’arte. L’artista ha dipinto diverse opere dedicate a personaggi del mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo, tra cui ricordiamo quelle dedicate a Massimo Troisi, Padre Pio, Maradona, Edoardo De Filippo, Salvador Dalì, Andy Warhol, Marilyn Monroe, Jeef Koons e Cicciolina, Dario Fo e Lucio Dalla a cui, durante la visita alla mostra su Picasso e Chagall, ospitata nel nuovo Museo d’Arte Vittoria Colonna di Pescara, l’artista ha donato la fotografia del quadro che lo raffigurava. Ha realizzato una tombola d’artista, “Morfè chiste so’ nummere!” in cui nelle tradizionali 90 caselle, sono ritratti personaggi del mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Sue opere sono apparse in Rai Uno alla trasmissione Uno Mattina in più occasioni.
Pasquale Rosiello – Benevento 1956. Laureato in Architettura, vive e lavora a Milano. Ecco un giudizio di Santa Fizzarotti alla fine degli anni Novanta: “…l’artista disperatamente cerca nuove strategie estetiche in grado di permettere la nascita di inedite categorie mentali idonee a sostenere le pulsioni del godimento derivante dalla pittura e dalla scultura. In tale contesto artistico e tecnico si colloca il suo desiderio di rivoluzionare il mondo. Pasquale Rosiello, infatti, tenta di trasformare la società attraverso il magico strumento dell’arte”.