Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Com’E’ Finita?
A dispetto di chi dice che parlare dei fatti di Gambatesa possa non giovare alla causa, (forse per mal celato interesse personale), oggi, dopo poco più di un anno da quel primo articolo, Il Castello, Come Una Barberìa (del 1 giugno 2011), con il quale, spronato dall’allora ed attuale Sindaco, ho denunciata l’assurda situazione venutasi a creare con il fattivo contributo della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Molise, secondo la quale non era più possibile tenere aperto il Maniero, vanto di Gambatesa ed a giusto un anno, (compiuto ieri), da quest’altra farneticazione, Castello Di Gambatesa: Ce L’Abbiamo Fatta!!! (del 8 giugno 2011), che già lasciava intravvedere la soluzione, (almeno temporanea), del problema, credo sia il caso di tornare sul luogo del delitto, quantomeno per verificare come la diatriba di allora si sia nel frattempo evoluta.
Se dalle foto mostrate si può vedere cosa sia cambiato dal punto di vista dell’immagine reale della parte esterna del Castello, è chiaro che il problema, per quanto concerne il risultato pratico-politico, vero obbiettivo prefissato, ha imboccata la “Rotta Giusta”, verso una soluzione che, se pur non sia quella da me auspicata, (generare profitto), almeno non lascia il nostro monumento in situazione di degrado e spreco, alla faccia della Cultura e della Crisi.
Da allora ad oggi infatti, in accordo con la stessa soprintendenza, l’associazionismo gambatesano ha presa l’iniziativa di gestire il Castello, operando per tre giorni alla settimana, (domenica compresa), e facendo sì che la struttura possa essere visitata da gruppi organizzati e singoli cittadini che lo desiderino.
L’iniziativa in sé sembrerebbe di poco conto, ma va considerato il fatto che le informazioni testè riportate, non mi sono state fornite da chi opera in loco, (non per loro diniego ma per mia precisa scelta), bensì da chi, per ragioni politiche, ha idee diametralmente opposte ai primi:
Il Sindaco per l’appunto, da me contattato l’altro ieri mattina, che mi ha risposto con la pacatezza che andrebbe riscontrata ogni giorno, ma della quale già mi fa piacere parlare.
Quello stesso Sindaco che mi aveva imbeccato per la prima volta lo scorso trentuno maggio duemilaundici.
Stando alle parole di Emilio Venditti, la convenzione fra la soprintendenza e chi gestisce in loco l’apertura del Castello, rinnovata periodicamente, per il momento è in essere fino al prossimo trentun agosto, così, da permettere la normale gestione, proprio durante uno dei periodi di maggior presenza di forestieri o di gambatesani emigranti.
Ottima, a mio avviso, la scelta di dare un tempo determinato alla stessa convenzione, così, da evitare il falso e sempre possibile “addormentarsi sugli allori”, modo d’agire tutto italiettano.
Un’altra cosa che mi fa davvero piacere rimarcare, è l’assoluta autonomia dei gambatesani, (stanziali ed emigranti), che senza l’aiuto di personaggi importanti del ramo, e parlo di “soloni” a livello nazionale, (cui pure era stata richiesta collaborazione, che in religioso silenzio si sono defilati), ma con il contributo di molisani che dell’arte fanno il loro pane quotidiano, sono stati in grado di gestire in maniera solerte e fattiva, una situazione che in altri momenti e per altre ragioni, si sarebbe trascinata alle calende greche.
L’unica nota stonata, è consistita nel fatto che qualcuno, di area insipida e stupida, come nelle sue possibilità, ha pensato di attribuirsi meriti che grazie a Dio, la maggioranza dei gambatesani stessi si è premurata di non riconoscere.
Questo fatto, ricorderai, a metà del mese di giugno dello scorso anno, mi ha costretto a cabrare, volando un po’ più basso del solito, per poi riprendere la giusta quota, propria di quest’inutile sito, ma soprattutto adatta alla valenza di chi, gratuitamente e senz’altre pretese, collabora alla vita dello stesso.
Così accade, quando il popolo decide davvero di essere sovrano.
Per il resto:
Avanti Tutta e che Dio Assista Gambatesa.