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Calcio E Politica

Di Mario Ricca

Dopo Tante Chiacchiere Si Comincia!

Tra una necessaria lettura del Sole 24 ore e un tentativo di speculazione sulla presunta crisi, mi è capitato sotto mano questo articolo:

Bruxelles non vuole la Germania campione L’Europeo è una questione politica – Euro2012 – Tgcom24.

La politica, facendo il suo mestiere principale, è normale che sfrutti a proprio vantaggio il calcio come fenomeno di aggregazione.

Tra le righe dell’articolo sopra riportato, leggo un atteggiamento critico verso la Germania, una cui eventuale vittoria, pare susciti la preoccupazione di quelli che realmente contano.
Costoro temono l’aumento dell’arroganza che viene attribuita ai tedeschi.

Ammesso che il modus operandi tedesco possa definirsi arroganza, provando a spiegarmene il motivo sono giunto a questa conclusione.
La presunta arroganza addebitata ai tedeschi, è la conseguenza di una forza contrattuale che i nostri evidentemente si sono saputi conquistare e che adesso permette loro di servirsene per dettare regole e condizioni.
Una forza contrattuale che secondo me, è il frutto di una politica intelligente e lungimirante, che ha saputo anche sfruttare a proprio vantaggio le debolezze altrui e una politica autorevole, può e deve permettersi secondo me di essere autoritaria proprio in virtù della forza contrattuale di cui sopra.

D’altronde:
Chi ha più polvere spara!

La polvere però, bisogna sapersela procurare, cosa che i tedeschi hanno saputo fare avendo una classe politica, specchio del popolo che l’ha votata.
Una politica del rigore secondo me, nella nostra Italietta, da nessuna forza politica praticabile.
L’italiettano pretende di avere botte piena e moglie ubriaca, ma non si può avere tutto dalla vita.

Sia ben chiaro:
La mia non è una critica ma una fredda e distaccata constatazione.
Non potrei permettermi critiche, da convinto simpatizzante e quando possibile anche praticante dell’italica arte di arrangiarsi.
Ma la furbizia bisogna saperla dosare e bisogna mettere anche in conto che non sempre è Natale e proprio in virtù di questo, io vorrei che chi si indigna praticasse l’eutanasia al posto dell’accanimento terapeutico costituito dalla lamentela verso un sistema che con tutte le sue pecche, è riuscito a farci fare una vita al disopra delle nostre possibilità.
Ma a sciala popolo in corso, nessuno si è posto la domanda che la corda si sarebbe potuta spezzare prima o poi, ha continuato allegramente a tirarla e questi sono i risultati.

Adesso si getta tutta la colpa addosso alla classe politica:
C’è chi la vorrebbe destituire azzerando tutto.

Secondo me, sarebbe bene se restassimo tutti con i piedi ben piantati a terra e prendessimo atto della realtà, cercando di trarne individualmente vantaggio, come si è sempre fatto, senza fracassare le gonadi altrui.
Sarebbe auspicabile che la mancanza di voglia di adeguarsi al sistema, stucchevolmente rivendicata da quell’altruistame che dice di avere a cuore gli interessi della collettività, si facesse da parte, se necessario anche in maniera definitiva, in modo da essere realmente utile a chi al posto di piangersi addosso,cerca in qualunque modo di crearsi motivi per poter ridere.

Relativamente all’aspetto calcistico, dopo il moralista “salire in cattedra” del nostro commissario tecnico, ho deciso di gufare contro la selezione patria.

La concretezza tedesca, mi fa simpatizzare per i vice campioni d’Europa in carica.

L’unico motivo a questo punto che potrei avere per brindare a una poco probabile vittoria azzurra, può essere ricercato in quanto riportato nell’articolo a corredo di questa farneticazione:
Le vittorie dei mondiali, successive agli scandali scommesse.

Siccome esistono i presupposti perché si crei un’analogia degna del miglior “non c’è due senza tre”, sarebbe bello infliggere una pugnalata di concretezza a quell’idealistame che crede ancora in valori naftalinati di decoubertiana memoria, (non compatibili a mio avviso con quanto dettato dal mercato) e poter brindare al “male” che porta bene…