Di Michele Iorio
E’ ora di pensare al Molise in maniera diversa e più adeguata ai suoi problemi. Ed è ora anche che tutte le forze contribuiscano all’uscita della nostra regione da questo tunnel. Sono anni ormai che il Molise non riceve più alcuna considerazione come terra, come popolo, come istituzione. A confermare ciò che scrivo è la sanità molisana da troppo tempo penalizzata sulla base del “siamo troppo piccoli”. Questo è sicuramente vero, ma l’essere piccoli non può e non deve significare essere “discriminati”.
Eppure, leggendo ciò che avviene a Roma con il decreto “Salva Italia”, debbo constatare con rammarico che la discriminazione nei confronti del Molise è in atto ancora. Ci ritroviamo infatti che, con un accordo tra i partiti di governo, quello che è stato definito il decreto salva Roma ora dovrà salvare anche Catania e Alessandria e chissà quanti altri comuni. Per il Molise invece mai nulla. Dico questo perché il decreto in questione comporterà una rinegoziazione dei mutui e ad una ricognizione del piano di rientro del debito che solo a Roma ammonta a 12 miliardi di euro.
Il risparmio si tradurrebbe in una riduzione delle aliquote Irpef.
E’chiaro che la nostra regione, per struttura e territorio, non può essere paragonata ad una normale regione. Non chiediamo neppure un occhio di riguardo particolare, ma almeno un trattamento equivalente a quello riservato ad altre realtà. Invece nulla. Sulla sanità siamo l’unica regione a pagare il disavanzo sanitario con risorse proprie e con la promessa che saremmo usciti dal piano di rientro, invece ci siamo rientrati per alcuni capricci burocratici; abbiamo il turn over a zero con il conseguente rischio di chiusura dei reparti ed aumento delle tasse che deprimeranno ancora di più l’economia già fragile di questa regione. eppure le nostre richieste, quelle che riguardano il Molise, sono puntualmente respinte dal governo nazionale. C’ è emergenza negli ospedali, il neo commissario Giustini ipotizza l’idea di richiamare i medici in pensione e il ministero cosa fa? Approva l’iniziativa per il Veneto ma la boccia per il Molise. Ed ora anche in Sicilia propende per la stessa soluzione.
Non è più il momento di strumentalizzare di chi sia la colpa, ciò che conta ora è salvare i nostri giovani, i disoccupati, le famiglie, i malati.