Di Marco Frosali
Ritorno Sui Monti Cimini
Domenica 2 Giugno, Festa della Repubblica: il tempo ha deciso di concedere una tregua, speriamo molto lunga, dopo un mese esatto di acquazzoni e temperature al di sotto della media soprattutto nei weekend e che ci hanno costretto ad un lungo stop forzato. Ma oggi non si può rimanere a casa con questo tempo e con temperature che, almeno a Roma hanno sfiorato i trenta gradi per cui tiro giù il Rondone dal cavalletto, lo costringo ‘con le buone’ a mettersi in moto e, finalmente, partiamo.
A dire il vero sono piuttosto indeciso su dove andare: dato che ero rimasto d’accordo con i miei amici di Montefiascone che per le tredici sarei arrivato da loro per il pranzo, avendo a disposizione poco più di tre ore, opto per visitare due paesini interessanti attraverso i quali sono passato più di un mese fa: Carbognano e Fabrica di Roma sui Monti Cimini, in provincia di Viterbo.
Prima tappa di giornata è il piccolo centro di Carbognano, che conta poco meno di tremila anime. Posteggio il Rondone in un ampio parcheggio a ridosso del centro storico e noto subito la vicina di piazzola molto particolare: una vecchia Fiat Panda 4×4 in colorazione ‘mimetica’ dipinta a mano con l’Uniposca, con tanto di disegni e scritte sulla carrozzeria!
Chissà cosa ne pensa l’esperto del genere, il nostro poeta Ratto Silvestro?
Mi avvio così nel vicinissimo centro storico,
addentrandomi in un labirinto di vicoletti lastricati di sampietrini disposti in maniera impeccabile e passando attraverso le tipiche abitazioni della zona con i muri costruiti con blocchi di tufo.
Giungo in pochi minuti nella piazza centrale del paese, in cui si stagliano sia la Chiesa di San Pietro,
sia la Rocca Farnese, residenza di Giulia Farnese, ma poco conosciuta e visitabile in quanto dimora privata.
Tornato in piazza, noto la presenza di un’altra vettura piuttosto malandata e particolare: una vecchia Citroen Dyane color blu puffo molto scolorito, con gli interni pressoché inesistenti, tanto che i sedili erano costituiti dai tubolari che formano lo scheletro in vista e un cuscino per poggiare le natiche, oltre a varie ammaccature, cassette della frutta e di bibite ammassate dietro, dove erano stati tolti anche i sedili posteriori, capote aperta e scritta “5×4” sul portellone…probabilmente aveva la trazione anche sulla ruota di scorta!
A vederla mi scappa un sorriso e la fisso per alcuni secondi…il momento idilliaco viene interrotto dal vocione di un uomo barbuto e capellone che con tono minaccioso mi dice: “Che te ridi?” Io cado dalle nuvole e rispondo che non stavo ridendo, ma lui insiste: “Stavi ridendo! Ridi per la macchina?” Io rispondo che stavo sorridendo perchè la macchina, nonostante gli acciacchi era ancora in piedi!
Il tizio capisce la mia passione, mi sorride e mi dice: “Dai, scattagli la foto e vieni qui!” Era il Signor Mauro, il proprietario della locanda ‘La Locandina di Bacco’ adiacente la Chiesa che mi fa conoscere le cuoche intente a preparare il pranzo e il ragazzo che lavorava li come cameriere. Io gli faccio vedere una foto sia del Rondone che di Sara, al che Mauro chiede ai suoi collaboratori “Che ce lo prendiamo con noi? Ha due moto”. Io non capisco di cosa parlasse, al chè il buon Mauro mi fa visitare l’interno della piccola locanda,
molto originale e piena di vecchi oggetti ai muri, oltre che densa di odori provenienti dalla cucina che mettevano l’acquolina in bocca!
Dopo di che mi svela l’arcano: anche lui e il cameriere hanno la passione per auto e moto d’epoca e hanno costituito un piccolo club, al che mi chiede se per caso fossi un appartenente alle forze armate e, al mio diniego, mi dice che “Non volemo poliziotti, carabinieri e affini nel nostro club!”, ridacchiando sotto i baffi per dare un tono ironico alla sua affermazione precedente.
Facendo qualche domanda al buon Mauro, vengo a scoprire che…la Panda giù al parcheggio è la sua! Mostrandogli la foto del Rondone posteggiatole accanto, riesco a strappargli un bel sorriso: “Hai seguito la scia e sei arrivato qui…complimenti!”
Dopo aver avuto l’onore di un selfie con lui,
mi faccio dare un paio di bigliettini da visita
promettendo che sarei tornato e mi sarei fermato sicuramente a pranzo da lui, gli auguro una buona giornata e mi incammino di nuovo verso il parcheggio, passando accanto ad un vecchio lavatoio ancora funzionante e restaurato.
Lasciata Carbognano, io e il Rondone proseguiamo lungo la strada fino a raggiungere dopo pochi minuti, il borgo più grande di Fabrica di Roma.
Posteggiato il Rondone sempre in un parcheggio a ridosso del centro storico, mi addentro nella parte storica del paese
anche qui si staglia una piccola rocca sempre appartenuta ai Farnese.
A questo punto, dato che era passato mezzogiorno, recupero il Rondone dal parcheggio e, attraversando i castagneti e le faggete dei monti Cimini in cui la temperatura era davvero gradevole in confronto al caldo che ha iniziato a farsi sentire, raggiungo i miei amici di Montefiascone presso i quali mi fermo per il pranzo e per scambiare quattro chiacchiere, prima di riprendere il viaggio e passare nei pressi del piccolo lago di Vico,
ieri piuttosto frequentato, per poi fare ritorno tranquillamente nell’accaldata Roma.
Che dire? Sono molto soddisfatto per aver ripreso finalmente il Rondone in una giornata di bel tempo e aver potuto ammirare due borghi molto accoglienti, ben tenuti e senza inutili orpelli a deturparne l’aspetto, in cui mi sono sentito trattato come uno di famiglia.
Un po’ di aria fresca e pura mi ci voleva proprio!
Al prossimo giro!