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Guardie E Ladri: Per Lo Stato “La Stessa Cosa”

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Marco Frosali

Se No: Perché Armarsi?

Pensando al film in tema, proposto al mondo dal grande Totò e traendo spunto dall’articolo: “Il monitor viola la privacy” Stangati negozianti del centro – Il Resto Del Carlino – Ferrara, nel quale è dimostrato, senza ombra di dubbio, che quando il lavoro è poco si fa di tutto per procacciarsene dell’altro, ovviamente a spese dei cittadini che come fra incudine e martello, vanno a rimetterci le penne a causa di leggi che, nate per la loro difesa, con l’aggiunta del massimo del burocretinismo, si trasformano in micidiali armi da offesa, non certo contro la criminalità, ma contro chi, dopo aver lavorato e pagate le tasse, si trova a doversi giustificare, per aver preso un provvedimento che in uno Stato che si definisce “Civile ed all’avanguardia”, non dovrebbe neppure essere nei progetti mentali dei cittadini, già ben difesi e rispettati, mi domando e ti domando:

I commercianti ferraresi in questione, avrebbero fatto meglio a continuare a farsi derubare?
Avrebbero fatto meglio a stipulare un’assicurazione contro il furto, per poi “risanare” il bilancio corrotto dalle “indebite appropriazioni” di cui sopra?
Quale compagnia avrebbe accettata una tale stipula senza impianto di sorveglianza?

Ma poi, dove vedi la violazione del diritto alla privacy, se chi è inquadrato è lo stesso soggetto che andrebbe a rivedere le immagini?

Tutto ciò, per non rimettere il danno a carico della società d’installazione del suddetto impianto e trarne le dovute conseguenze!

Al di là di tutto, secondo me vale più un ragionamento radicale che uno scendere a compromessi con uno Stato che non sa se parteggiare per le guardie o per i ladri.
Un’altra sostanziosa prova a ragione di quanto sto espettorando, mi viene fornita dal valente Marco Frosali, collaboratore di quest’inutile sito: Il Fisco vuole indietro gli sconti degli anni passati – Yahoo! Finanza Italia.
Da dire che in questo caso, piaccia o no ai burocretini di turno, le lettere inviate per posta ordinaria non hanno alcun valore esecutivo, per cui non è neanche necessario arrivare a far saltare in aria le sedi di Equitalia o ucciderne i dipendenti, potendo soprassedere ed ignorare documenti senza valore legale.

Come già accennato ieri e non solo, io parto dal principio che se determinati oggetti vengono costruiti, ciò, è anche perché poi possano essere utilizzati, e parlo di tutti gli oggetti, nessuno escluso.

Considerato però che nonostante il periodo di decadenza avanzata che stiamo vivendo, vera e sostanziale crisi, ancora in me esiste e resiste una forma di ostinazione che mi fa ritenere ancora in Essere uno Stato che ai più sembra essere uno stato, (inteso come participio passato del verbo essere), per questo, intanto, alla luce dei recenti fatti di cronaca che stanno investendo l’emilia e Romagna, auspico che lo Stato, in uno sbotto di ritrovato orgoglio, soprassieda ad un simile atto di rapina, nei confronti di chi, proprio per evitare di essere derubato aveva decisa una tale scelta.
Al contrario, vorrei vedere come lo stesso Stato andrà a giustificarsi, nel caso in cui si dovesse verificare una reazione a mano armata, da parte di chi, derubato, andrebbe a colpo sicuro, (sapendo che comunque, lo Stato del quale il cittadino, per convenzione, si fida, si renderebbe complice dei ladri pizzicati), uccidendo i malviventi in questione e magari agendo contro chi, per statuto e stipendi pagati, più che difendere l’operato dei ladri, dovrebbe vigilare sull’incolumità e la sicurezza dei beni di chi onestamente lavora.

Volendo poi considerare l’Italia una e indivisibile, (come recita sempre quello stesso Stato di cui sopra), visto che oggi si ricorda il ventennale della strage di Capaci, bello sarebbe se si potesse entrare nelle teste di coloro che, (a detta dei loro protetti: i cosiddetti “Pentiti”, ne sembrerebbero i naturali ispiratori:

Così, magari per resettarle!

Costoro oggi organizzano navi cariche di giovani da indottrinare, a cui magari poi vengono rivolti attentati per far sì che quanto appreso non venga mai messo in pratica.

Insomma:

Sporcarsi e poi lavarsi la coscienza, quasi come si fa durante quel gioco, spesso perverso, denominato professione di Fede, che nel Cristiano ben addestrato si traduce nel fare peccato, ad esempio facendosi raccomandare dal politico e o religioso di turno, per poi andarsi a confessare, evitando però accuratamente di restituire il mal tolto, confortato dalle religiose parole, secondo le quali: “non è importante il materiale, di fronte allo spirituale, così, da gabbare chi vuol essere veramente onesto.

A questo punto, l’amara domanda:
Che differenza c’è fra Guardie e Ladri?

Sì, Alla luce di quanto farneticato finora, la risposta è altrettanto chiara:

N E S S U N A.

Devo così dare ragione alla “Mina vagante”, quando, (per sintetizzare il suo Dire), spiega che in queste cose non esiste Verità assoluta, che è tutto relativo, relativo alle personali necessità di ognuno di noi, sia che si tratti di maschio, sia che si tratti di femmina d’uomo.
L’essere in questione ha una necessità primaria: Quella di vivere e di farlo, non secondo le necessità della natura o degli animali, ma secondo quanto la vita umana richiede.

Pertanto, se Guardie e Ladri perseguono lo stesso fine sia pur con diversi mezzi, possono essere considerati “la stessa cosa”, dalla quale ovviamente difendersi, in tutti i modi e con tutti i mezzi, secondo le proprie personali possibilità e capacità.

Il resto, che che ne dicano demagoghi e dietrologi, sono tutte chiacchiere: tutta Politica.