Di Mario Ricca
Il Dissenso Dei Cretini
Riallacciandomi a quanto pubblicato dal gestore di questo sito ieri, faccio riferimento a un altro episodio avvenuto nell’ambito di una manifestazione calcistica.
Domenica sera a Roma si è svolta la finale di Tim Cup, prima dello svolgimento della quale, è stato eseguito il nostro Inno Nazionale.
Durante l’esecuzione, si sono uditi nettamente dei fischi che non so se definire dimostrativi o semplicemente l’ibera espressione dell’imbecillità, forse per il mio esser corto di comprendonio.
Qualora i fischi rivolti al nostro inno fossero stati un atto di italiettana lamentela verso le istituzioni, dovuto alla presunta crisi, trovo strano che ci si lamenti per la situazione economica pur potendo acquistare il biglietto per andare allo stadio, perché in momenti di crisi, a mio avviso non si dovrebbe e soprattutto potrebbe avere possibilità e voglia di andare a vedere le partite di calcio.
Nel caso non c’entri niente la protesta, mi permetto di dire che era del tutto fuori luogo quella cretina forma di dissenso.
In un fine settimana come quello che il nostro Paese è stato costretto a subire per mano, e della natura, (a proposito: esprimo tutta la mia solidarietà alle popolazioni colpite dagli eventi sismici che si stanno susseguendo nel nord Italia), e di chi mentre scrivo è ancora ignoto, nonostante delle immagini che sarebbero dovute rimanere nell’esclusiva disponibilità delle autorità preposte a dare un nome a chi si è reso responsabile di un atto così vile abbiano fatto il giro del mondo, questa espressione di massima imbecillità, non può che essere considerata come la ciliegina sulla torta.
Non vorrei uscire fuori tema, ma relativamente all’ultimo punto, chi pagherà per questo?
Aldilà di queste mie farneticazioni, registro un’avversione verso il Patrio che si manifesta oltre che nei fischi durante l’inno di Mameli da parte di frange di imbecilli, anche da parte di calciatori che quando vengono chiamati a vestire la maglia azzurra, se si tratta di eventi di rilevanza minima come le gare amichevoli, si presentano alle convocazioni contrariati perché distratti agli impegni con le loro società di appartenenza.
Un tempo, vestire la maglia della nazionale costituiva un obiettivo mentre adesso è quasi un trampolino di lancio.
Però in qualunque altro paese, vestire la maglia Patria è motivo di orgoglio e di onore, un privilegio che evidentemente in Italia non sempre viene considerato tale.
Pur non condividendo in genere pubbliche esternazioni di mancanza di patriottismo, pago, non potendo purtroppo esimermi dal farlo, la tassa che ci viene estorta dalla democrazia che consiste nel rispetto verso le diversità di pensiero.
Però se viene definito “vergogna per il Paese” chi con i propri soldi dispensa generosità in cambio di legittimo desiderio di contemplazione dei propri attributi, come definire il biglietto da visita esportato oltre confine da chi si permette di manifestare uno stupido anti nazionalismo?