Di Vittorio Venditti
Una Fine Settimana Da Vero Schifo
Oggi avrei dovuto fare la cronaca della festa dell’Ascensione che come detto sabato, avrebbe dovuto esser vissuta giovedì diciassette ultimo scorso, come accade nel resto del mondo cattolico, mentre a Gambatesa e nel resto della “Laboriosa” Italia, si è festeggiata ieri, domenica venti, per recuperare un giorno lavorativo in uno Stato nel quale, LAVORARE è diventato ormai un privilegio per pochi.
Avrei dovuto descriverti con foto e filmati il lavoro del comitato della festa che, (applaudito anche dal nostro Arcivescovo), ci ha offerto il concerto dei New Harlem, (che hanno riproposto, da par loro, i migliori successi di Renato Carosone).
Avrei dovuto descriverti con dovizia di particolari il programma religioso, (sabato: riunione dei giovani, in preparazione alla festa, componenti del comitato sguinzagliati per le nostre campagne a far incetta di latte fresco, domenica: lavorazione del latte e vendita dei derivati, processione, che quest’anno si è fatta, visto che non ha piovuto, pomeriggio, con i giochi per i più piccoli e la presenza del Mago Bertoldo, sera con la gara a chi riusciva a mangiare pasta e ricotta senza l’uso delle mani).
Avrei dovuto parlare di tutto ciò e non l’ho fatto:
Perché?
Innanzitutto, per il fatto di cui ti ho già parlato nei giorni scorsi, a proposito del digitale terrestre.
Ieri infatti, visto che a casa mia, vedersi con la famiglia è ormai considerato un fatto di agenda, ho avuto modo di compiere quel passo, consistente nell’installare gli ormai famosi decoder, così, da permettere a chi vuole (di casa), di vedere la TV, croce e delizia dei tempi moderni.
Ma questa, sinceramente, è solo la pezza a colore.
Dopo quanto accaduto a Brindisi sabato mattina infatti, e dopo le notizie, via via sempre più drammatiche, che ci giungono dall’Emilia, da “voce fuori dal coro”, ti dico che non me la sento di festeggiare, ne di raccontare quanto a te piacerebbe leggere.
Voglio invece, (dopo aver attentamente ponderato), dire la mia innanzitutto a proposito dell’attentato alla scuola brindisina, pregandoti di comprendere la mia “Indignazione”, e di conseguenza il mio “scendere all’Inferno), secondo la metrica proposta dal Sommo Poeta, che qualcuno vorrebbe estromettere dalle Patrie Scuole.
Per questo, condanno senza possibilità d’appello, il comportamento di chi, vigliacco, non ha saputo far altro che uccidere una ragazzina inerme ed innocente, innocente di fatti sicuramente più grandi di lei, posto che sia legittimo sparare nel mucchio, anziché affrontare chi si ritiene Contrario, faccia a faccia, da veri uomini.
Gli stronzi che hanno saputo compiere il capolavoro in questione, sarà bene che vengano presi dalle forze dell’ordine, sempreché qualche branca malata di queste ultime, non sia coinvolta nei fatti, e non vanifichi il lavoro di magistrati ed agenti onesti e volenterosi di dare giustizia a quei poveri genitori e parenti tutti, che si sono visti strappare o solo ferire, i loro affetti più cari.
Non posso parlare di feste, perché ritengo giusto dover essere vicino a chi, come accaduto in Molise e non solo, oggi vive la tragedia del terremoto, cosa da non augurare a nessuno.
Chi scrive, anche se per ragioni diverse, sa cosa vuol dire perdere la casa.
Parlando con un mio amico che risiede e vive a Cento, (Ferrara), ieri pomeriggio verso le due, mi sono sentito rispondere:
“…Ho preso uno spavento, di cui non avevo la ben che minima esperienza.
Ora capisco cos’avete potuto patire voi molisani, o gli aquilani…”.
Al mio amico, ed a tutti coloro che sono stati coinvolti in questa tragedia, gambatesaweb non può che esprimere la propria vicinanza e solidarietà.
Un motivo che mi vieta di festeggiare però, (sia pur di abbissalmente minore importanza), lo devo esporre a fine di questa farneticazione.
Ieri pomeriggio infatti, a Gambatesa si è disputato un incontro di calcio fra la squadra locale ed una rappresentativa molisana, concorrente per un posto di promozione alla categoria superiore, rispetto a quella in cui le squadre in questione militano.
Sai bene che io mi occupo, (sia pur mal volentieri), di sport, non di calcio e sai bene che quest’inutile sito non parla di quest’industria, vista la non rilevante vicinanza economica al paese stesso, se si esclude il fatto che detti (sportivi) campino alle spalle dei gambatesani che lavorano.
Se oggi lo faccio, ciò è dovuto al vergognoso fastidio ricevuto dai sedicenti “spettatori ospiti”.
Questi, dopo aver vista la loro squadra soccombere e dopo aver già provocato disordini durante la partita, hanno avuta la bell’idea di fare un giro per Gambatesa con il loro pulmino e con la scorta dei locali carabinieri, insultando e sputando verso chi, magari ignaro di tutto, li incrociava sulla propria strada.
Trovandomi in quel momento presso il bar di Salvatore a Ccett, posso dire di aver potuto godere dello stupido spettacolo proposto da questo branco d’imbecilli.
Costoro, con i carabinieri che facevano strada, sono passati davanti al locale nel quale mi trovavo, cantando sguaiatamente, come se a vincere la partita fossero stati loro.
Questo comportamento, ha indotto Totore (che beveva con me la consueta birra) ad esclamare:
“Ma questi forse non sanno che a cantare, normalmente è chi vince!
Le conoscono le regole dello sport?”
Non sapevamo ancora degli sputi alla gente.
Da dire che se avessero avuto l’infausto incontro con il sottoscritto, probabilmente starei scrivendo di qualcosa già presente nelle cronache molisane e fors’anche nazionali, vista la mia reazione che non avrebbe risparmiato chi scortava queste bestie.
In merito, non so ne voglio sapere che faranno i dirigenti della locale polisportiva, considerato che (pare), la squadra di Gambatesa sia stata minacciata pesantemente, in vista dell’incontro di ritorno che si terrà la prossima fine settimana.
Stigmatizzo però il comportamento che qualcuno definisce “maturo”, da me ritenuto pecoreccio, prima dei gambatesani che non hanno reagito, poi delle forze dell’ordine che hanno permesso un tal “giro trionfale”.
Ecco perché oggi non è festa.
Speriamo in meglio per il futuro.