Di Mario Ricca
Ma Perché Un Politico Italiano Non Dovrebbe Fare L’”Italiano”?
Naturalmente questo mio farneticare, è solo frutto del pensiero di un antimoralista consapevole realisticamente, tanto del fatto che la politica fa il suo mestiere, quanto del legittimo fascino esercitato da potere denaro e privilegi, che non si indigna ne si scandalizza alla lettura di notizie come questa:
Rimborsi elettorali, discussione al via: alla Camera si presentano in 20.
Però non posso nascondere quel sadico piacere che provo al pensiero di chi prendendo la vita troppo sul serio, si fa venire l’ulcera.
Mi riferisco a chi, gridando allo scandalo e alla mancanza di etica da parte dei politici, è poi diventato bacino d’utenza di quel puparo che come un cancro si è insinuato nelle menti di chi pretenderebbe l’adeguamento della vita reale al mondo delle favole.
Dal canto loro, i politici, alla faccia di chi li giudica facendo orecchie da mercante al malumore generale che serpeggia in quell’italiettaneria patetica invidiosa, onesta fino a quando viene a mancare l’opportunità di mungere, continuano secondo me con ammirevole strafottenza a umiliare giustamente questa parte di umanità, non facendo in pratica niente per chiudere i rubinetti alle mangiatoie.
Ma non c’è da preoccuparsi:
Adesso arriverà il puparo a cambiare le cose.
I partiti non saranno più finanziati dallo Stato;
Le banche diventeranno enti assistenziali;
Grazie a questo:
Ci sarà lavoro e benessere per tutti;
Scomparirà il precariato;
La meritocrazia prenderà il sopravvento sulle raccomandazioni.
Quando questi paladinettucoli dello “stivale pulito” prenderanno piena coscienza del fatto che nel mondo reale dominato dal mercato, moralisti, moralizzatori, utopisti e idealisti possono avere soltanto una funzione decorativa, i paladinettucoli di cui sopra diventeranno a tutti gli effetti dei politici.
E Lo Stanno Già Facendo!!!
Inevitabilmente il popolino dovrà risvegliarsi.
Quando quest’evento accadrà, mi auguro che alla frustrazione post illusione, seguano azioni definitive volte a una cernita, utile soprattutto a chi invece di lamentarsi, cerca di crearsi motivi per non doverlo fare, senza assistenzialismi e soprattutto in silenzio.