Di Raffaele Salvione
EMICRANIA CRONICA: Mal Di Testa E Non Solo…
E’ la decima malattia più invalidante al mondo. In Italia ne soffrono cinque milioni di persone: diciotto per cento donne; nove per cento uomini. Il settanta per cento dei pazienti colpiti non riesce a svolgere la propria attività lavorativa o scolastica, per cui si può ben definire una malattia invalidante.
L’emicrania è un tipo di cefalea dovuta a un disordine neurologico complesso. Si chiama “cronica” quando dura più di quindici giorni al mese. L’emicrania comporta non solo attacchi ricorrenti di mal di testa, ma spesso è associata a nausea, vomito e fotofobia. Le cause scatenanti non sono ancora ben conosciute, perché possono esserci fattori ereditari e ambientali. Un’alterazione del sonno, stress, dieta, variazioni ormonali sono tutti fattori che possono scatenare l’emicrania. Molto importante è la familiarietà, cioè la predisposizione genetica.
La fase principale degli attacchi dura da quattro a settantadue ore, ma spesso, prima della crisi, vi sono segni anticipatori come stanchezza e insonnia.
Molte persone si curano da sole con antidolorifici da banco, che ti fanno passare tutto in “un moment” ma spesso vanno incontro ad una cronicizzazione della malattia e quando vanno dal medico mostrano anche un’intossicazione da antidolorifici. Purtroppo bisogna capire il gesto dell’automedicazione: i medici di famiglia sono spesso impreparati a trattare questa patologia così comune, ma molto complessa e così gli ospedali. Rivolgersi, poi, ad un centro specifico per la cura della cefalea non è facile per tutti.
Quando la cefalea supera i quattro giorni al mese è meglio andare dal medico: vuol dire che non è più un episodio, ma sta evolvendo verso una forma cronica.
In genere, i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) come l’Ibuprofene sono indicati nel placare il dolore causato da una cefalea di tipo tensivo o da un’emicrania. Tra questi Spididol, formulazione a rapido assorbimento grazie all’Arginina, consente di raggiungere livelli plasmatici più elevati con maggiore rapidità rispetto alle formulazioni standard di Ibuprofene.
Una cura ancora poco conosciuta oltre gli antiinfiammatori è la tossina botulinica tipo A. Essa inibisce la produzione di neurotrasmettitori e, quindi, la trasmissione dell’impulso doloroso.
La cura del futuro è l’uso degli anticorpi monoclonali: anticorpi, cioè, diretti ad inibire un solo tipo di cellula nervosa e solo quella: risultato, massimo beneficio, minime complicanze.
Rivolgetevi sempre al Medico Specialista.