Di Vincenzo Cimino
Gentili colleghi,
in occasione dell’esame istruttorio del I bando, annualità 2015 e fondi 2014, come consigliere del Corecom Molise, mi trovai in una posizione solitaria nel definire compatibili le misure a sostegno della editoria regionale con quella nazionale. Chiunque può leggere come votai, come relazionai in sede Corecom e come mi espressi in tv e con i colleghi in più occasioni. La legge 448 e la legge regionale 11/2015 sono compatibili: la prima intende rimborsare gli editori per investimenti su impianti di ammodernamento tecnologico, la seconda è un rimborso sulle spese sostenute dall’azienda per dipendenti e costi generali. Fui l’unico a votare secondo questa coscienza, secondo questa idea, supportato dai pareri degli editori e da alcuni giornalisti del Molise che condivisero con me tale logica. Stessa logica e stesso istinto che mi portano di nuovo a considerare compatibile la 448 con la legge regionale oramai abrogata, la 28/2009, la famosa legge sulla carta (legge Iorio). Questo concetto si ripercuote anche sul concetto del limite dei 40 mila euro: un assurdo e violento comma, inventato per le tv molisane che guarda caso, avevano preso 27 mila o poco più di 30, nel riparto dell’unico quinto della 448. Tutte ad eccezione delle prime due: Telemolise e Telemolise due: ma questa è storia amministrativa dalla Regione Molise e carte nazionali del Mise. Allora fui l’unico in aula a sostenere la compatibilità e a votare contro la esclusione del quotidiano del Molise telematico e quotidiano del Molise cartaceo, come fui artefice di una battaglia lunghissima in aula dove mettemmo il presidente Latessa in minoranza, facendo prendere il contributo a radio luna, come fui sostenitore di una ingiustizia che vide all’epoca, fuori Primopiano per un vizio sanato successivamente e il telematico primonumero, a causa di un irrisorio requisito che la legge non poteva porre in essere. Ma la famiglia Pallante, gli editori Ricci, la famiglia Rocco, l’editore Servillo, i direttori responsabili sanno benissimo di cosa sto parlando e della soddisfazione che provo in questo momento. Ne sono a conoscenza anche quei consiglieri regionali del Molise che in sede di audizione (IV commissione – presidente Lattanzio), fecero finta di non capire l’errore di quella prima interpretazione autentica. Orbene, a distanza di 4 anni, in profondo ritardo, con le aziende ormai distrutte, il Corecom vigente, dopo 6 mesi dal suo insediamento, riaprendo il primo bando previa mia insistenza dalla primavera 2018, con dichiarazioni in comitato, telefonate ed incontri privati con le massime espressioni politiche e dirigenziali di questa regione, delibera oggi 9 aprile 2019 quanto da me asserito (cfr pag. 6 e 7, deliberazione n.7 del’ 8 aprile 2019), detta interpretazione è stata supportata dal Tar Molise con sentenza 289/2017 (a distanza di due anni dalle mie dichiarazioni). Mi rammarico molto perché, cari eroi, avete perso tempo e in questo momento stanno politicamente agendo per colmare errori di circa 4 anni fa, per contributi della annualità 2014, previa cancellazione della legge Iorio, peraltro non erogata negli ultimi sei mesi di vigenza e serie ripercussioni anche per quei cartacei, che seppur in minima parte ne beneficiavano: Il Bene comune, Extra. Ora mancano due tasselli: far rientrare il quotidiano web e il quotidiano cartaceo nel primo bando, rifare i conti ed erogare. Scusate lo sfogo, ma questa delibera che mi dà forza, giornalisticamente mi innervosisce. Per questo motivo ribadisco il concetto circa la padronanza della materia allorquando la politica mette mano su norme e organi di controllo ausiliari. I primi a rendersene conto dovrebbero essere, i consiglieri regionali ed i parlamentari dei 5 Stelle, dai quali ho ascoltato frasi talmente irripetibili che sottoscrivo le dichiarazioni del governatore campano Vincenzo De Luca, presenti ripetutamente sulla rete. In ultimo, mi sento di ringraziare il consigliere regionale Michele Iorio, il quale è stato l’unico a cimentarsi su materie a lui estranee, tracciando con me un percorso, allora, di opposizione.