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Le Musiche Di Marcello Pepe Da Civitacampomarano

Di Franco Valente

Quando Una Notizia Viene Travisata

Scoprire non sempre vuol dire essere il primo…. Quando Cristoforo Colombo scoprì l’America, quel continente era stato già scoperto da chi ci abitava da molto prima del suo arrivo.

Ciò non significa che Cristoforo Colombo non abbia fatto una scoperta!

Qualche giorno fa a Bologna, mentre si parlava di musica antica molisana durante un matrimonio, un mio nipote mi ha suggerito di andare su you-tube per ascoltare un “miserere” scritto da un anonimo musicista di Civitacampomarano nella seconda metà del XVIII secolo.
Poiché sono dotato di un apparecchio telefonico in grado di collegarsi via internet al motore di ricerca di Google sono riuscito a sentire quel pezzo.
Scrivendo “Civitacampomarano” e qualche titolo di pezzi religiosi è venuto fuori anche un sito nel quale è possibile leggere una quantità notevole di spartiti musicali che nel sito stesso vengono ricondotti a un autore di Civitacampomarano e che risponde al nome di Marcello Pepe.
Poiché lo schermo di un telefonino è piuttosto piccolo, non avevo capito che questi spartiti si trovassero nella biblioteca Albino di Campobasso.

Questa la mia scoperta sensazionale:

Internet Culturale: cataloghi e collezioni digitali delle biblioteche italiane.

Immediatamente ho telefonato a Matteo Patavino, che insieme a me fa parte del Consiglio Scientifico dell’Associazione Borghi d’eccellenza del Molise, per proporgli di dare ampia diffusione a questo notevole patrimonio musicale molisano organizzando a Civitacampomarano un festival dedicato alla musica sacra del Regno di Napoli.
Verificato il suo entusiasmo, ne ho parlato telefonicamente con Maurizio Varriano, che è il coordinatore dei Borghi, e subito dopo al sindaco di Civitacampomarano Paolo Manuele, ambedue egualmente entusiasti della proposta.

Insomma io non ho mai visto materialmente questi spartiti che, peraltro, ritenevo stessero a Napoli.

Non ho mai detto di aver fatto una scoperta!
Non abbiamo neanche mai parlato della qualità della musica di Marcello Pepe.
Non mi sono neppure preoccupato di sapere se qualcun altro li avesse studiati e se esistesse una edizione critica di quelle musiche.

Il dialogo tra me, Paolo Manuele, Maurizio Varriano e Matteo Patavino si è incentrato esclusivamente sulla grande opportunità di concentrare nel castello di Civitacampomarano un interesse internazionale per un patrimonio musicale che è sconosciuto al grande pubblico.

La notizia dell’iniziativa è stata data con assoluta correttezza, tant’è che il giornalista non ha fatto alcun cenno al valore dei testi musicali, ma solo alla originalità della proposta di una valorizzazione di quel patrimonio.

Immediatamente dopo è scattata la puntualizzazione del dott. Vincenzo Lombardi, direttore della Biblioteca Albino di Campobasso, che ha voluto elencare le decine di iniziative che la sua Biblioteca aveva già avviato per la catalogazione di tale materiale.

Che devo dire?
Bravo! Ha fatto il suo dovere di Direttore della Biblioteca!

Catalogare rientra nei doveri istituzionali di una biblioteca.
Non serve alcuna puntualizzazione.

Ancora di più una biblioteca ha il dovere della digitalizzazione che non è un fatto scenografico.
Tutto fatto con denaro pubblico speso bene.

Ben diversa è la valorizzazione di quel patrimonio.

Il direttore della Biblioteca Albino nel fare il suo dovere non può assolutamente ritenere che quel patrimonio culturale sia di sua proprietà.
Il dott. Lombardi ha sbagliato nel caratterizzare la sua puntualizzazione con una serie di frecciatine tra l’ironico e il sarcastico sull’interesse che la notizia avrebbe suscitato nella sua persona facendogli scattare il desiderio di apprendere cose nuove dalla scoperta.
Una puntualizzazione che mi ha dato particolarmente fastidio perché riapre l’annosa questione di chi abbia titolo esclusivo ad occuparsi del patrimonio che è materialmente depositato in una biblioteca o in un archivio o in un museo o in una pinacoteca.

Della mia scoperta il dott. Vincenzo Lombardi non potrà mai avvalersi perché la mia non è una scoperta.
E sa perfettamente che non potrei mai vantarmi di una cosa del genere.

E’ stata una esagerazione del giornalista.
Il dott. Lombardi lo ha capito perfettamente, ma non si è saputo trattenere dall’ironizzare.

La nostra vera scoperta sta nel fatto di aver intuito che il materiale prodotto da Marcello Pepe potrebbe costituire un motivo per la valorizzazione di un borgo come Civitacampomarano che, a mio modesto parere, è il naturale depositario di questo fondo.
Anzi, non escluderei che l’Amministrazione comunale richiedesse alla Provincia di Campobasso di istituire a Civitacampomarano una sezione staccata della Biblioteca Provinciale affinché questo prezioso materiale, qualunque sia il giudizio critico-musicale, ritorni alla sua comunità e costituisca occasione per richiamare un interesse più ampio in uno dei luoghi più ricchi di storia del Molise.

Il dott. Vincenzo Lombardi potrà tranquillamente recarsi a Civitacampomarano a continuare lo studio del fondo musicale della famiglia Pepe.
Così finalmente potremo apprezzare le sue conclusioni sul valore musicale di quelle opere.
Ciò non significa che altri non possano esaminare, studiare e, auspicabilmente, scoprire qualcosa di particolare in quelle composizioni musicali.

Spero che il dott. Vincenzo Lombardi, mio carissimo e stimatissimo amico, non faccia come gli architetti molisani:
Io non posso fare e perciò non devi fare manco tu….

Franco Valente