Di Vittorio Venditti
Raschiando Il Fondo Del Barile
L’altro ieri è andata in scena l’ennesima “Giornata della Memoria”, che cade ad ogni anniversario della morte del politico forse più rappresentativo del far politica secondo gli schemi dell’Italica “Prima Repubblica”, l’inventore del “Compromesso Storico”:
Aldo Moro.
Sarebbe troppo elementare discettare sulla cadenza di tal ennesimo giorno anti oblio, come pure, vorrei sgombrare il campo dal pensiero ch’io possa demonizzare una e dimenticare l’altra, delle fazioni terroristiche che si contrapponevano.
A me invece interessa analizzare un’altra, delle tante sfaccettature che, come un indotto, derivano da questi momenti, oserei dire, produttori di lacrime di coccodrillo.
L’altro ieri infatti, si è visto come vale per l’Italia la regola del “gattopardo”.
L’attuale Presidente della Repubblica, dimenticando di essere stato figura chiave di un partito che, sia pur non ufficialmente, aveva idee, moderate ma simili a quelle che albergavano nelle menti di chi si ergeva a difesa di qualcosa di paragonabile ad un “anti stato”, l’altro ieri per l’appunto, quest’uomo si è emozionato, (al limite del piangere), ricordando ciò che era successo, se vogliamo, anche per la sua incapacità d’azione, tesa a contrastare politicamente la proposizione di certi “ideali”, espressi in maniera radicale ed assassina.
Tutto fa spettacolo, anche l’essere gattopardo.
Nulla però, può costringere chi, per ricordi ancora presenti, ha vissuto quel periodo con paura e con il pensiero di poter capitare, suo malgrado, in qualche scenario d’azione, (vero e drammatico), a dover accettare di essere preso in giro da chi, dagli scenari di cui sopra, traeva l’acqua per alimentare il proprio mulino.
Smettiamola dunque con questi “spettacoli”, inutili e grotteschi, lasciando alla storia il giudizio sui fatti, e soprattutto, evitando di uccidere o ferire per l’ennesima volta, chi, dei fatti in questione, è stato involontario protagonista.