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Un Cent, Quanto Vali? Ovvero: Non Ci Danno Più Il Resto!

Di **Nonna Rosa

Nonna

Sapete chi è questo signore?

Sergio Boccadutri

E’ il deputato Sergio Boccadutri. Alle elezioni politiche del duemilatredici è stato candidato alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione Lazio 1, nelle liste di Sinistra Ecologia Libertà ed è stato eletto deputato della diciassettesima Legislatura. Il venticinque giugno dell’anno successivo abbandona Sinistra Ecologia Libertà per sostenere il Governo Renzi e passa al Partito Democratico, entrando così in maggioranza. È l’autore della norma, approvata nella “manovrina duemiladiciassette”, che interrompe in Italia il conio delle monete da uno e due cent. Nonostante i timori e le perplessità di alcuni, la norma non ha violato regole europee e “sembra” non abbia avuto effetti sull’inflazione, riducendo esclusivamente gli oneri a carico dello Stato per il conio.

Che significa? Vuol dire che quando andate al supermercato, d’ora in poi, non vi daranno il resto preciso ma arrotonderanno alla cifra superiore, oppure bisogna avere i soldi esatti, altrimenti si deve pagare con carta elettronica, quindi costo in più per ricarica e due euro ogni transazione.

Ieri sono andata in un negozio di Campobasso, ho comprato due penne per mia nipote, prezzo due euro e novantanove cent, alla cassa tre euro senza nemmeno fare la mossa di darti il centesimo di resto: Scontrino n° 42 alle ore dieci e trenta. Facendo un calcolo per difetto (non come fanno loro) il negozio aveva già incassato quarantadue centesimi extra senza beni venduti; considerando che era un terzo della giornata, a sera, rimanendo nello stesso trend di vendite, avremo duecentodieci clienti, ergo duecentodieci centesimi (due euro e dieci centesimi), senza beni venduti, moltiplicato sei giorni uguale dodici euro, per quattro settimane si arriva a quarantotto euro, moltiplicato cinquantadue settimane, (un anno), seicentoventiquattro euro e così via.

Il resto

A casse chiuse, come vengono contabilizzati questi soldi se gli scontrini vengono stampati col prezzo giusto?
Perché chi paga in contanti deve avere quest’aumento rispetto a chi fa la spesa con moneta elettronica?

Secondo alcuni commercianti, la direttiva sugli arrotondamenti desta perplessità e resistenze motivate, relative alla compatibilità con altre leggi esistenti. C’è una normativa europea che dice che gli arrotondamenti possono essere fatti, ma su base volontaria e non obbligatoriamente.
Secondo: se si espone un prezzo sugli scaffali, e alla cassa se ne applica un altro, si viola il codice del consumo.
Terzo: non si può creare una discriminazione tra chi paga in contanti (e ha lo scontrino arrotondato) e chi lo fa con carte di credito, senza arrotondamenti.
La decisione sull’applicazione o meno degli aggiustamenti, dunque, è lasciata alla valutazione delle catene o dei singoli operatori. Alcuni si sono adeguati, altri no, altri ancora stanno decidendo il da farsi.

Un fattore, dicono altre voci dal mondo del commercio, condiziona le scelte: “Nella legge non sono previste sanzioni specifiche e per questo in molti non si stanno adeguando. Le multe esistono, semmai, per le possibili implicazioni contabili e fiscali delle somme incassate in più o i meno. Ma la materia è complessa e tutta da approfondire”.

Che cosa dice la norma? “A decorrere dal 1° gennaio 2018 è sospeso il conio da parte dell’Italia di monete metalliche in euro di valore unitario pari a 1 centesimo e a 2 centesimi di euro. Il risparmio   derivante dall’attuazione del presente comma è destinato al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato. Durante il periodo di sospensione – ecco il passaggio che più interessa i consumatori – quando un importo in euro costituisce un autonomo importo monetario complessivo da pagare e il pagamento è effettuato integralmente in contanti, tale importo è arrotondato, a tutti gli effetti, per eccesso o per difetto, al multiplo di cinque centesimi più vicino”.

Dal ministero dell’Economia e delle finanze arrivano precisazioni d’ordine generale: “Le monetine da 1 e 2 centesimi in Italia non sono più in produzione dal primo gennaio 2018. Questo non significa che non possono continuare a circolare. Chi le ha in tasca può tranquillamente usarle per pagare e i negozi non possono non accettarle. Nessun Paese europeo può decidere autonomamente di sospendere la circolazione di pezzi di euro, la moneta unica”.
E ancora: i commercianti sono tenuti a dare il resto esatto per vendere, quindi non possono dirvi: “vada al bar di fronte a cambiare”; sono tenuti ad accettare fino a 50 pezzi di moneta metallica senza sbuffare!!!

Conclusioni? In quei negozi non ci vado più, perché ‘arrotondano’. Ne preferisco altri che hanno le casse automatiche che danno il resto sempre esatto.

Fate Attenzione… Sempre.

I soldi

E i cent delle lire li abolirono…..
E da mille lire si passò ad un euro (1936,27!!!)

BASTA!!!

Amici miei, anche questo spazio straordinario è già finito. A sabato prossimo.
Scrivetemi pure a nonnarosa.web@libero.it
Risponderò a tutti.
Ciao da Nonna Rosa