Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Pensano Di Far Fessi Anche I Carabinieri?
Lo beccai la prima volta lo scorso sei marzo anche se tutto il paese, (esclusa l’amministrazione municipale, l’ufficio tecnico ed i vigili urbani del comune di Gambatesa), sapeva che coloro che sono stati messi al posto degli spazzini “cattivi”, operavano senza il benché minimo rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro che ad esempio prevedono che gli operatori ecologici indossino la divisa e le scarpe antinfortunistiche, cosa normale in tutto il resto d’Italia, cosa che viene costantemente evitata dagli amici degli amici.
Del problema, in quanto persona informata sui fatti, avvertii le Autorità locali, ovviamente intese come carabinieri perché, come detto, i vigili urbani fanno parte di ‘color che non sanno’, ed il giorno successivo, el chupa, con il coraggio che gli si addice, tornò ad una parvenza di regolarità, ma con il broncio ed il desiderio dei revanscisti, cosa che con calma certificai come da foto, sempre da ascrivere al merito del nostro fotografo di fiducia, nonché spazzino licenziato.
Rientrato a lavoro l’altro ‘campione di stacanovismo’, ecco giunto il periodo della ‘sorveglianza’, quel sistema che a suo tempo el chupa adottava per mobbizzare chi non ne voleva sapere di lasciare il lavoro che l’amministrazione municipale aveva promesso a chi aveva votato secondo ‘coscienza’. Se non è reato quando ciò viene commesso da un cittadino, il discorso vale anche per gli altri, ai sensi dell’articolo tre di quella Costituzione che viene evocata da chiunque, ma solo quando fa comodo.
Insomma: “E adesso dillo a Vittorio! Ah, ah, ah!”, Ha commentato baldanzoso Vittorio Iacovelli mentre veniva immortalato unitamente al suo fido Giovanni Abiuso. Totore, senza scomporsi più di tanto, ha risposto che di lì a poco mi avrebbe comunicato il tutto. Ora, visto che non ci legge chi dice di non sapere niente di queste cose perché impegnata a festeggiare, io giro la notizia a chiunque di voi che ci seguite abbia a cuore il rispetto della Legge che non s’identifica con il “fanno ciò che vogliono i miei amici e se qualcuno lo denuncia ai quattro venti io lo querelo!”, prerogativa di chi nel mettere in atto certe sue ‘beccate’ non si rende conto che non fa paura a nessuno. Ora io questa notizia la rimando nuovamente a chi la Legge è pagato per farla rispettare, in tutta sincerità, senza astio, ma allo stesso tempo senza la benché minima considerazione per un paio di guappetti di cartone, cacciati da tutte le imprese presso le quali ‘lavoravano’, per manifesta mancanza di volontà di lavorare giust’appunto e chiara voglia di sopraffare gli allora colleghi, gente che dall’allontanamento dei due ‘signori’ in foto, gode vita tranquilla, serena e soprattutto più produttiva e dignitosa.
La Mafia è il frutto della cultura di ognuno di noi.