Di Marco Frosali
Giro Sui Monti Cimini
Dopo lo stop forzato di domenica scorsa nella quale, nonostante la bellissima giornata venuta fuori, io e il Rondone siamo stati costretti a dare forfait a causa del blocco del traffico del cavolo che era in atto a Roma, complice un secondo weekend di tempo bello e temperature primaverili, stavolta non mi faccio pregare e decido di fare un giro nell’ormai familiare Tuscia Viterbese in modo tale da visitare qualche paesino della zona.
Complice il cambio d’orario, parto col Rondone verso le nove e mezza di mattina e l’aria è ancora freschetta, ma piano piano inizia a scaldarsi e così, dopo aver percorso la Cassia Bis e la Cimina sulla quale mi soffermo una decina di minuti ad un bar di Ronciglione molto frequentato per un cappuccino risvegliante, riprendo il viaggio che, dopo pochi chilometri, mi conduce alla tappa odierna: il piccolo borgo di Caprarola.
Trovato parcheggio nel piazzale retrostante alle ex scuderie di palazzo Farnese, mi incammino alla scoperta di questo paese situato sui Monti Cimini.
Giungo subito al cospetto dell’imponente Palazzo Farnese, una struttura dalla caratteristica conformazione pentagonale…
costruito nel sedicesimo secolo inizialmente come fortezza, il palazzo viene riconvertito successivamente a residenza estiva delle varie nobili famiglie che si sono succedute nel corso degli anni.
Mi dirigo verso la scalinata che porta al centro storico,
e mi addentro lungo il corso principale, potendo ammirare i numerosi vicoletti
dove sono presenti degli archi molto caratteristici.
Dopo una buona mezz’ora in giro, inizio a percepire un certo calore e torno indietro per recuperare il Rondone al parcheggio e noto, in vari punti del centro storico, delle targhe informative che spiegano in breve la storia di quel particolare angolo, (chiesa, fontana ecc.), luoghi sui quali è impresso un QR Code che inquadrato dal cellulare, dà una descrizione dettagliata di ciò che si sta visitando anche a voce.
Bella idea da copiare e…incollare!
Recuperato il Rondone che mi sono accorto di aver parcheggiato accanto lo scarico dei gusci di nocciole, (forse li utilizzano per accendere il fuoco),
ripartiamo proseguendo lungo la strada principale che ci consente di raggiungere prima il piccolo paese di Carbognano,
poi quello di Fabrica di Roma.
Attraversando i famosi noccioleti dei Cimini e una folta faggeta, il pensare, mi riporta indietro al duemilaquattro quando, militare, mi ritrovai assieme a due commilitoni Sardi in queste zone in cerca del vicino Lago di Vico e ci perdemmo perchè non esistevano ancora i navigatori satellitari e google maps, mentre ‘le cartelle’ (cartelli in Viterbese) erano scarsi.
La strada dunque ci fa ricongiungere con la Cimina da cui ci dirigiamo a Montefiascone a pranzo dai miei ormai famosi amici e da dove, alle cinque di pomeriggio, ripartiamo per fare ritorno a Roma dopo circa duecentotrenta chilometri senza problemi.
Se tutto va bene, palazzo Farnese lo visiterò per bene prossimamente!