Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria E Stefano Venditti
Quali Analogie Con I Nostri Giorni?
Cent’anni fa, il ventitré marzo del millenovecentodiciannove, in piazza San Sepolcro a Milano, qualcuno dice che fu fondato il fascismo, secondo quanto poi si è vissuto in Italia fino al venticinque luglio del millenovecentoquarantatré. Questa comune analisi storica è il pasto che si dà al popolino per poterlo poi manovrare a piacimento, ma studiando bene i fatti, allora di cronaca, adesso di storia, si scopre ben altro e lo si può tranquillamente paragonare a ciò che sta accadendo in questo periodo nel nostro ‘bel paese’, dove se non si è ancora arrivati a quanto messo in atto due anni e mezzo dopo la data che ricordo oggi, è forse solo perché dobbiamo attendere il mezzo lustro rimanente. I fatti:
Milano, 23 marzo 1919. – Un centinaio di esagitati che scopriremo non esser solo fascisti della prima ora, si riunisce in piazza San Sepolcro e dopo aver seguita l’arringa di un anarcoide che risponde al nome di Benito Mussolini, si abbandona ad atti di gratuita violenza contro ciò che viene a tiro di questi ‘signori’. Fra questo sparuto gruppo di giovinastri, si nota gente che tutto è stato in seguito, tranne che fascista; si parla di Pietro Nenni, piuttosto che di Arturo Toscanini.
Il gruppuscolo di ‘rivoluzionari’ di quei giorni, propugnava molto di quanto ripreso da chi oggi si riconosce sotto il vessillo appena mostrato.
Lo stesso futuro Duce, in quei giorni, ha arringata la folla che per potersi poi definire tale è stata ingrossata considerando anche i numerosi giornalisti e l’ancor più imponente moltitudine di curiosi che si ritrovarono in quella piazza meneghina, richiamandosi ad ideali di giustizia, equità sociale, sequestro dei beni del clero, politica, se non del tutto rinnegata, in buona parte ‘dimenticata’ solo due anni e mezzo dopo, con la fondazione del vero Partito Nazionale Fascista, avvenuta il dieci novembre millenovecentoventuno.
I fasci italiani di combattimento dunque, sono o no l’embrione del partito nazionale fascista che nel millenovecentoventidue ha fatto da base a chi è andato a prendere il potere, facendo una storica rivoluzione in vagone-letto fra Milano e Roma? In tanti dicono di sì. Io, ultima ruota del carro che può dire in merito la sua, rifuggendo da questa teoria, ricordo che quella sparuta squadra di ‘rivoluzionari’, è stata talmente perno della storia italiana dell’inizio anni venti del secolo scorso, che alle successive elezioni tenutesi a Milano, candidato ad esempio Arturo Toscanini, ha raggranellato sì e no qualche migliaio di voti, cosa ben differente dal ‘plebiscito’ di cinque anni dopo, quando con quelle elezioni, venute dopo un radicale cambiamento d’idee di chi poi ha guidata l’Italia per i successivi vent’anni, il Duce ha imposto il suo volere e potere.
Facendo storcere il naso a qualcuno: oserei dire che è stato più capace a manipolare il popolo traendone la messe di voti che conosciamo, chi ha fondato l’attuale movimento, (che ultimamente si presenta ai suoi simpatizanti con il motto “Mo’ Vi Mento”), facendo pensare ai maligni che il tutto potrebbe finire a breve a brodo di ceci, come capitato agli ‘arditi’ che suscitarono la manifestazione ricordata oggi per l’ignoranza storica necessaria all’allora, quanto all’odierna politica.
La storia del periodo che sto ricordando, venne da quanto appena concluso, quella prima guerra mondiale, nata male e finita peggio, atteso che ad esempio le promesse di regalie di terreni a chi aveva ‘servita’ spintaneamente, (non certo spontaneamente), la patria, furono bellamente dimenticate perché chi fu titolare e visse nei luoghi ovattati della Roma del potere, credette di poter turlupinare un popolino che le promesse di cui sopra se le era legate al dito.
Oggi ci risiamo: Reddito di cittadinanza, quota cento, stop all’arrivo degli immigrati e zuffe per difendere interessi contrapposti riferiti a quest’ultimo tema, sono il prodromo a qualcosa di non troppo diverso che dovrà accadere a breve e dovrà somigliare a quanto successo due anni e mezzo dopo la data che sto ricordando con questo scritto?
Ieri non è stata mantenuta la promessa di assegnare le terre per permettere al popolo di reduci dalla guerra di crearsi un lavoro.
Oggi abbiamo fatto un passo avanti: Manca direttamente il lavoro.
Allora al colle era presente chi non seppe tenere il polso della situazione.
Chi occupa lo stesso palazzo e vive quasi lo stesso ruolo di comando oggi, saprà essere più lungimirante?