Di Marco Frosali
Rubrica Che Verrà Pubblicata Un Po’ Quanno Ce Pare
Moto Guzzi V85TT
Per ogni buon Guzzista che si rispetti, l’uscita di un nuovo modello è sempre un evento da non perdere assolutamente. Se poi quello in questione è un modello totalmente nuovo, con motore e telaio completamente riprogettati, linea moderna e attitudini da crossover, allora l’attesa e la curiosità iniziano a corrodere i pensieri in maniera insistente.
Dopo averla ammirata nel mese di Settembre duemiladiciannove al Raduno di Mandello del Lario nel quale la versione definitiva è stata presentata al pubblico e dato che da pochi giorni è disponibile presso i concessionari Moto Guzzi di tutta Italia per i Test Ride decido di testarla per l’appunto.
Mi reco presso il concessionario Che Moto sito nei pressi di Piazzale Clodio a Roma e, dopo aver espletato le formalità burocratiche di rito vado verso la moto messa a disposizione per la prova. Salgo in sella e scopro con un po’ di rammarico che per me è un po’ altina, ma anche toccando con entrambi gli avampiedi la moto si manovra perfettamente da ferma, nonostante un peso dichiarato di 230 Kg, una via di mezzo tra Sara (160 Kg) e il Rondone (260 Kg). In pratica sta in piedi da sola.
Pigio il pulsante di avviamento ed ecco un sound bello cupo, unito al ticchettio delle punterie tipico dei motori Guzzi. Frizione morbidissima nonostante il comando sia a cavo, inserisco la prima: innesto perfetto! Non c’è più il ta-clonc dei vecchi modelli, ma un tlac più dolce e ben distinto. Ho avuto solo qualche difficoltà a trovare il folle quando ero ai semafori, ma per il resto le marce entravano in modo perfetto. La posizione in sella è molto comoda: la seduta abbastanza alta dà la sensazione di dominare l’asfalto e unità ad un angolo di sterzata notevole, mi consente di districarmi agevolmente nel traffico mattutino del lungotevere.
Ma passiamo ora al motore di 853 cc di cilindrata che è accreditato di 80 CV di potenza e 80 Nm di coppia il quale, all’apertura del gas fornisce un’accelerazione vigorosa e una ripresa molto rapida anche partendo da circa 1500 giri in quinta marcia senza strappare, segno di una erogazione fluida da parte del propulsore. Talmente fluida che sulla Flaminia ho raggiunto i 105 Km/h senza nemmeno accorgermene a un regime di circa 4000 giri e senza fastidi aerodinamici. Almeno fino a quella velocità, il cupolino di serie protegge molto bene e lavorano altrettanto bene anche le sospensioni che hanno filtrato in maniera davvero superlativa i fondi disastrati delle strade romane, per cui la moto va bene anche sullo sterrato leggero.
La frenata è ottima, con due dischi all’anteriore e uno al posteriore controllati da un moderno impianto ABS a cui non sono abituato, difatti ogni volta che premevo la leva del freno, la moto tendeva ad inchiodare quasi sul posto. Altra nota positiva è l’assenza di vibrazioni: si avverte qualcosa tirando le marce oltre i 4500 giri.
I comandi al volante sono realizzati con cura e con il corpo in alluminio, non come in precedenza, quando gli stessi erano tutti in plastica e lasciavano passare infiltrazioni di acqua che ossidavano i vari contatti creando qualche problema a livello elettrico! Ho avuto qualche difficoltà a inserire le frecce, dato che il tasto era sotto quello del cruise control (mi pare), ma è questione di abitudine e l’abitudine la devo fare anche verso l’innovativo contachilometri costituito da uno schermo a led molto luminoso e ben visibile, nel quale è presente un display con tutte le informazioni utili e le spie di servizio, ma che con il sole in perpendicolare perde un po’ di visibilità. Da quello che ho capito, si può collegare tramite bluetooth anche al cellulare del guidatore e forse anche al navigatore satellitare. Io preferivo contachilometri e contagiri a lancetta oltre allo schermo, ma i tempi si evolvono: tutto cambia e le Guzzi pure.
Dopo aver raggiunto il Raccordo Anulare, torno indietro per testarla su alcuni curvoni tra Saxa Rubra e Grottarossa più quelli dietro lo stadio Olimpico, questi ultimi affrontati in accelerazione a 80 all’ora: la moto invita alla piega rimanendo stabile e in traiettoria.
Dopo avermi colpito (e affondato), essendo terminato il tempo a mia disposizione per la prova riporto la moto al concessionario, togliendomi il casco soddisfatto per il fatto che questa moto ha vinto un po’ le mie fobie avverse alla tecnologia. Molto probabilmente sarà della mia scuderia, ma non nell’immediato. E’ una moto comoda, una tutto fare agile, scattante e poco ingombrante, che si manovra bene sia da ferma che in movimento, ben rifinita e che, venduta ad un prezzo di listino di circa 11500 €, costa il giusto. Se le persone non hanno gusti esterofili, forse alla Guzzi stavolta hanno fatto centro!
Queste sono le mie impressioni, ma considerate che provengo da 2 Guzzi ultra trentennali che sono meno agili e più sornione.
Ora però c’è un piccolo problema: mi è partito l’ingrippo!