Di Vittorio Venditti
(Audio), Preso Dai Dischi Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Giuseppina Moffa, Salvatore Di Maria E Prese Da Internet Dallo Stesso E Marco Frosali, Con Modifiche Degli Ultimi Due
Pian Piano Si Colpisce Nel Segno
Mafia e criminalità, nascono da piccoli episodi d’irregolarità, tollerati se si tratta di amici, colpiti se si parla di nemici. Se però lo Stato c’è… Ieri a Gambatesa nulla è cambiato per la questione ‘mastelli aperti’, ma intanto non è stato sversato l’umido davanti casa mia e questo è un passo in avanti.
Solita telefonata all’ufficio tecnico, dal quale mi ha risposto un altrettanto imbarazzato Architetto Stefano Raida che nel ribadire il lavoro che l’ufficio medesimo sta facendo, ha anche accennato che loro, più di tanto non possono fare.
Poi mi ha invitato a richiamare oggi, volendo tentare ancora di far ragionare el chupa che non si rende conto in che guaio si sta cacciando, atteso che l’“angelo sterminatore” potrebbe tornare in azione. Io oggi chiamerò di nuovo, ovviamente dopo aver visto il risultato di stamattina.
A questo punto, avrei dovuto trattare della questione ‘mastelli’ vista dal loro costo e da chi ci guadagna, ma in questi giorni ho ricevuta una serie di e-mail non richieste, alle quali, solo per cortesia, rispondo in maniera univoca, dopo averlo fatto personalmente, cosa che mi ha portato via molto tempo, ragione per la quale mi sono cancellato da facebook ormai più di otto anni fa, visto che il tempo è danaro ed io sono avvezzo a sprecarlo, ma per mio solo diletto.
Questa serie di foto, risale al quindici settembre duemilasedici ed è solo un esempio di quanto accade in paese da quando è stato rubato il lavoro a Donato.
E’ inutile aggiungere che dalla cacciata di Totore la cosa è peggiorata.
Il culmine però, è stato raggiunto con quanto sta accadendo a chi scrive.
Dallo scorso diciotto gennaio e fino al successivo ventuno, è stata fatta la prova.
Dal diciotto febbraio poi, giorno per giorno el chupa ha pensato che fosse il momento per acontentare chi lo comanda, senza sapere cosa spetterà a lui come ritorno, atteso che sia lui che chi lo dirige, e parlo di chi vive a Gambatesa, non si rendano insieme conto del fatto che più provano a tentare d’intimidirmi, più ottengono l’esatto contrario con buona pace di chi inizia a dire che forse mostrare Gambatesa in questo modo sia troppo.
Non è colpa mia se a Gambatesa questa è l’idilliaca vita che il borgo offre.
Non può venir ascritto a me come demerito il fatto che in questi paesi ormai si viene solo a risiedere per motivi di convenienza fiscale.
Non si può addebitare a chi scrive se quest’ultimo, anziché ripetere come un pappagallo che canta bandiera rossa quanto imposto dal municipio perché il paesello non produce assolutamente niente in termini di notizie, si ribella ai voleri ed ai capricci dei soliti noti facendolo sapere al mondo che liberamente legge o bypassa, magari sbertucciando i notabili appena citati che ormai non fanno più paura a nessuno, atteso che questi fantasmi possano impensierire solo ciò che resta di sé stessi.
Chiedo pertanto di non scrivermi più perché i messaggi verranno cestinati, non per cattiveria, ma perché il tempo per leggerli richiesto è troppo ed io non ne dispongo.
Io scrivo per mio diletto e tocco ciò che non mi piace.
Voi leggete ciò che è in vostro diritto, ma che non sarà mai un vostro obbligo.
Se volete che non se ne parli, comportatevi quantomeno secondo la Legge ovvero ai sensi di ciò che si potrebbe definire ‘civiltà’, atteso che il lasciare i mastelli aperti, sia simbolo di sporcizia, valida a casa di tutti, fatta eccezione per coloro che non gradiscono il ritrovarsi un bidone sporcato non dal contenuto, ma da chi nello svuotare il recipiente manca di rispetto all’utente cui quest’oggetto è stato assegnato, mastello già tenuto forzatamente nella propria abitazione, quando esisterebbero sistemi di gran lunga meno costosi e sicuramente più igienici per fare un’ottima raccolta differenziata, senza invadere gli spazi altrui, cosa della quale tornerò a parlare più avanti.
E… oggi?
Oggi è indifferenziata e siccome l’immondizia non me la posso inventare, non ho esposto il mastello, rimandando la pugna a domani perché…
Carta Canta!