Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet Da Stefano Venditti
Altro Progetto Sprecato
Quanto state per leggere non è frutto della mia volontà, ma dell’esito di una votazione indetta e portata a termine fra amici sabato mattina per esorcizzare il mosciore gambatesano, oggetto: Di che tratto lunedì? Continuando la disamina di ciò che in questi quasi cinque anni è stato proposto/imposto a gambatesa e soprattutto ai gambatesani dalla sindaca carmelina genovese e dai suoi accoliti, oggi ricordo il tarallo de co, “primizia” sbandierata ai quattro venti per tentare di trovare un’originalità da proporre ai turisti quando questi, per ragioni incomprensibili, si affacciano nel borgo morto per antonomasia.
Inizio a prendere in giro sul tema in questione quella manica di sognatori giusto tre anni fa, vale a dire il ventinove febbraio del duemilasedici, domandando: Tarallo D. O. C.: Chi E’ Costui?. In quello scritto, oltre a ricordare la vera origine del tarallo, (inteso come prodotto da forno perché se si guarda al senso del termine in maniera allargata…), tornando un po’ indietro, propongo la DELIBERA DI GIUNTA n 53, promulgata il ventotto maggio dell’anno precedente e la conseguente DELIBERA DI CONSIGLIO n 23, messa a disposizione di noi, comuni mortali, esattamente quattro mesi dopo. Nei collegamenti ipertestuali che sto richiamando, al momento non sono ancora stati ripristinati foto e documenti e per questo, sto rimettendo cotanto legiferare anche qui, atteso che sia ovvio che per aumentare la produzione di bile in chi avrebbe evitato volentieri che si ricordassero certe performance proprio prima e durante la campagna elettorale, risulti necessario esporre le prove di ciò che si afferma. Ma andiamo avanti.
Siccome non c’è mai limite al peggio, ecco che ancora una volta Gambatesa diventa lo zimbello della Rete, detto da chi ci governa, per colpa mia; se si considerano i fatti, per “merito” di cotanta classe dirigente e “laurata”; così, la nostra “Mina Vagante” esplode il successivo due marzo: Dal Tarallo D. O. C., Al Tarallo D. O. P. e ciò la dice lunga sul livello di bassezza raggiunto.
Come si fa in ogni campagna divulgativa che si rispetti, ecco che riparto in quarta il quattordici marzo, (Ecce Tarallo), perché nel frattempo era stata partorita la DELIBERA DI GIUNTA n 16 e sicuramente non ce la potevamo perdere!
Passano sei mesi e durante le feste agostane di quell’anno mi tocca riprendere l’argomento, (Gambatesa: Ci Riprovano Col Tarallo), atteso che per vanità, chi ci governa abbia voluto, (proprio mentre in paese era presente più gente che, sempre secondo il pensiero di questi politicanti, avrebbe apprezzata l’“iniziativa”), promulgare la DELIBERA DI GIUNTA n 79, avente per oggetto: “CONCESSIONE UTILIZZO MARCHIO DE.CO.GAMBATESA E ISCRIZIONE REGISTRO: DITTA “PANIFICIO IACOVELLI”.”, come se con ciò, i taralli prodotti da Giovanni cambiassero sapore… I taralli e gli altri prodotti che vengono dal forno di Giovanni Iacovelli e famiglia, erano buoni prima, lo sono anche oggi! Non cambia niente, se con o senza marchio, tant’è vero che noi abbiamo iniziato a prendere in giro questa stupidaggine, parlando, a proposito del fantomatico tarallo gambatesano, come del “tarallo de Che”.
Altra acqua sotto i ponti, (non quella che ci viene fornita a Gambatesa, della quale tratterò in seguito), altri mesi di silenzi, poi: IL TARALLO: A Gambatesa, Sempre Più Importante!, scritto proposto il successivo ventuno Gennaio duemiladiciassette, dove, richiamando la celeberrima Teoria di Goebbels, metto in chiaro cosa c’è dietro quest’argomento: la volontà di creare ad arte qualcosa che nelle menti di cotanti “governanti”, dovrebbe servire durante la prossima campagna elettorale per dire che quest’amministrazione ha costruito un punto fermo che i gambatesani dovranno ricordare in eterno.
Da quel giorno? Più nulla!
E perciò chiedo oggi: Tarallo De Co: Chi Se Ne Ricorda?