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Legalizzare Per Non Delinquere?

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
(Foto), Presa Da Internet Da Salvatore Di Maria

Sbrigativo E Controproducente

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Se fate un giro per razzolare nell’archivio di questo giornale, soprattutto se vi fermate al “vecchio testamento”, vale a dire a prima dell’inizio dell’era volgare, troverete tutta una serie di scritti che trattano dell’argomento che in questi giorni ha interessato un famoso giornalista italiano, così come segue: Vittorio Feltri, la proposta estrema: “Come fermare le persecuzioni a c*** dei giudici”.

Chi scrive si è espresso più volte in tema, ma la parte del leone l’ha sicuramente fatta la nostra “Mina Vagante” che in questo senso, nell’inviare la provocazione, ha così aggiunto: “In maniera più grossolana lo scrissi anch’io otto anni fa“.

Dunque, perché tornare per l’ennesima volta sull’argomento? Intanto, per via del fatto che ci sono talmente pochi stimoli che si rischia di non poter aprire più bocca, per la soddisfazione di coloro che noi condanniamo alla secrezione eterna di bile, essendo, questi inutili, obbligati a leggerci per forza per poi dichiarare ai quattro venti che non lo fanno, ne lo farebbero, nemmeno se costretti, poi, per rimarcare che non si può volere la botte piena e la moglie ubriaca, visto che qualsiasi organizzazione, dal loro punto di vista anche quelle criminali, per poter funzionare, ha bisogno di regole certe, siano esse più o meno discutibili. A ciò, va aggiunto che spesso si fa confusione fra i poteri dello Stato, attribuendo colpe a chi applica la Legge per assolvere, quasi di conseguenza, chi le norme le redige per poi promulgarle. Ovviamente, tolta l’eccezione che conferma la regola.

“Lo so che il mio discorso è assurdo, tuttavia proprio per questo è sensato.”; sarà, ma vorrei vedere quale sarebbe la reazione del Maestro che si è così espresso se visitassero una delle sue proprietà o violentassero chi le è cara. Mi piacerebbe sapere se il Nostro si opponesse o meno, accettando la mancanza di regole in tema, se capitasse a lui di venir superato in corsa per un posto di lavoro, magari dopo aver vissuto per un periodo del quale non si dovrebbe intravvedere la conclusione, costellato di problemi dovuti alla mancanza cronica di danaro o confort vari. Sarei felice di stare alla finestra, viva Dio: per osservare senza ulteriore critica alcuna!, per vedere cosa penserebbe l’autore del ‘discorso assurdo’ se, malato, dovesse risolvere il problema ‘pronto-soccorso, com’è capitato a suo tempo a chi lo ha voluto raccontare con aria di totale rassegnazione, visto che non è esistita nemmeno la possibilità di agire legalmente, se non quella di affidarsi ad una raccomandazione, (gratuita sì, ma pur sempre una raccomandazione che uno Stato che si definisce ‘Civile’, non dovrebbe nemmeno considerare come pensiero), pena la morte di chi ha avuta la fortuna di venir aiutato, cosa che senza regole non sarebbe potuta nemmeno avvenire.

Discorsi assurdi, ma sensati?
Forse sono quelli che si pensano e restano confinati nel cervello di chi li partorisce!