Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet Da Stefano Venditti
Ma Non Si Deve Dire
Allargando il focus su chi sfrutta i contribuenti, ma dal punto di vista italico, oggi ricordiamo che sta per scadere il termine utile per pagare un balzello che sancisce un diritto che fino al momento nel quale è stata partorita questa tassa, si pensava fosse di tutti i cittadini che sono registrati presso le anagrafi del “bel Paese”, beneficio sancito dalla Costituzione Della Repubblica Italiana, per mezzo di diversi suoi articoli: il diritto a venir curati, senza distinzione alcuna.
l’Assicurazione infortuni domestici – INAIL, nata al costo di dodici euro e novantuno centesimi l’anno, ora è stata “leggermente incrementata” e portata a ventiquattro euro, così, perché cambiano i tempi. Quanto dovuto, va versato per chiunque non abbia altra fonte d’acquisizione di contributi per infortuni e comprende una platea che partendo da chi compie diciotto anni, se prima arrivava a sessantacinque, ora aggiungendo altri due periodi da trecentosessantacinque giorni, porta il limite a sessantasette anni, per cui, chi pensava di aver raggiunto il punto di liberazione si deve ricredere e sperare che la persecuzione nel frattempo non continui finché non intervenga sorella Morte, in questo caso davvero consolatrice.
Già il dover pagare un contributo per qualcosa che spetterebbe di diritto per Legge fa imbufalire non poco, (evitiamo di scendere nel tema che sempre per Costituzione vorrebbe che lo Stato si occupi dei suoi componenti che per le ragioni più disparate vanno protetti ed aiutati dai più fortunati), ma a questo vezzo d’imporre il pizzo per dare protezione, dobbiamo aggiungere che sta prendendo sempre più piede il modus operandi secondo il quale è un diritto da proteggere il dover pagare per ottenere lo stesso beneficio del quale già si dovrebbe godere. Quanto appena detto, viene esposto in bella mostra anche presso enti pubblici come mamma RAI, che in apposite trasmissioni, presenta dei geni del male che sanno talmente ben esporre questa loro richiesta/imposizione, che quasi quasi viene la voglia di dire che hanno anche ragione di turlupinarci in questo modo, anzi, si arriva al punto, non di esprimersi alla Totò col dire “chissà sto stupido dove vuole arrivare”, ma di anelare che si giunga al masochismo di desiderare che venga messa un’ulteriore imposta per poter poi sperare, (non si sa quanto per raggiungere il fine), di ottenere qualche altro privilegio e poi ringraziare lo Stato-mamma per averci concesso il diritto medesimo.
Stiamo diventando cretini o santi?