Di Raffaele Salvione
ADHD: La Sindrome Del Deficit Di Attenzione Ed Iperattività Del Bambino
La voglia di correre, giocare, scatenarsi, ridere con i propri compagni è tipica di ogni bambino e deve essere così. I bambini portano la vita. In alcuni casi, però, si passa da una condizione normale ad una patologica: la sindrome ADHD.
La sindrome dell’ Attention Deficit Hyperactivity Disorder è stata descritta per la prima volta da Gerge Still, in Inghilterra. Egli delinea una condizione clinica di iperattività del bimbo causata da continui cambi di attenzione verso nuovi oggetti che determina difficoltà di concentrazione e necessità di muoversi anche da seduto.
Dal punto di vista etiopatogenetico sembra che la sindrome sia ereditaria e si realizzi uno scarso sviluppo di alcune aree della corteccia frontale del cervello. In pratica, il cervello di questi pazienti sarebbe stimolato di continuo da impulsi visivi, tattili, uditivi che quelle aree più piccole del normale non riescono ad elaborare.
I criteri di diagnosi sono molto vari: ogni neuropsichiatra propone i propri test da somministrare al bimbo, questo perché gli studi sono ancora molto lacunosi. Noi crediamo sia importante osservare il piccolo paziente e raccogliere con attenzione notizie dai genitori e dagli insegnanti a scuola.
Prima di lanciarsi in terapie più o meno appropriate è importante conoscere il contesto familiare in cui vive il bimbo (adozione, collegi, mancanza di un genitore, genitori dello stesso sesso ecc.). Una volta raccolte tutte queste notizie si può passare ad una terapia.
Innanzitutto i genitori devono porre delle regole di vita familiare poche e semplici: se non fai i compiti niente giocattolo preferito o niente dolce (a questo proposito sembra che i coloranti alimentari abbiano un ruolo importante come agenti scatenanti la sindrome!). Sgridarli e minacciarli non serve a niente, anzi il bimbo vedrà quel divieto come sfida di un limite da superare.
Gli insegnanti, d’accordo con i genitori, devono comportarsi allo stesso modo: c’è da fare un disegno? Sul banco devono esserci solo foglio, matita e gomma. Insomma si deve cercare di raggiungere almeno un obiettivo alla volta. Su tutto deve vegliare il Medico Specialista (neuropsichiatra o altri) che solo in caso di insuccesso di questi provvedimenti potrà iniziare una blanda terapia farmacologica sedativa.
I figli “so pezzi e core”.
Quando si mettono al mondo si deve sapere a cosa si andrà incontro e una volta nati si dovrà fare tutto per loro, unico obiettivo della nostra vita.
Rivolgetevi sempre al Medico Specialista.