Di Michele Iorio
La questione relativa alla modifica dello Statuto, che prevede 30 mesi per il presidente del Consiglio comunale di Isernia, nasconde sicuramente problemi politici più consistenti di ciò che appare. Ritengo che la durata delle cariche elettive non può essere modificata in corso d’opera, in Comune, come in Regione, e qualsiasi cambiamento non può che valere dalla successiva legislatura, come adottato anche dalla massima assemblea legislativa territoriale. E’ ovvio che questo aspetto va chiarito fino in fondo sul piano procedurale. In caso contrario, qualunque differente interpretazione per il Comune di Isernia, porterebbe alla conclusione che ci siano dietro inconfessabili motivi.
Il sindaco di Isernia, al quale confermo piena stima e fiducia per il lavoro difficile che sta portando avanti, ha sempre affermato che la maggioranza che lo ha eletto e lo sostiene è assolutamente immodificabile pur confermando la disponibilità al dialogo e alla compartecipazione di scelte con tutto il Consiglio comunale. Da questo principio non si può derogare. Altrimenti si aprirebbe una incomprensibile e ingiustificata fase di estenuanti trattative fatte col bilancino della politica, a dispetto dell’interesse della città che invece vuole solo essere accompagnata alla ripresa dello sviluppo e della crescita. Come noto, infatti, Isernia sta attraversando un periodo di crisi mai vissuto prima, come confermano i dati macroeconomici disastrosi, anche per effetto della crisi occupazionale dovuta alla chiusura della Ittierre. A questo si aggiunge il sostanziale fallimento della tanto sbandierata “crisi complessa” che sta portando alla disperazione centinaia di famiglie senza più reddito e, forse, a causa dello status economico raggiunto nel precedente periodo lavorativo, senza possibilità di accedere al reddito di cittadinanza.
E la risposta della politica molisana non può essere una nuova spartizione delle poltrone. Da un punto politico, inoltre, solo al sindaco spetta la valutazione dell’operato della sua amministrazione. Qualora lo ritenesse necessario. Allora gli assessori regionali, molto attivi alla ricerca di nuovi spazi politici, bene farebbero a dedicarsi alla propria attività di governo a favore di Isernia piuttosto che promuovere nuove spartizioni di potere ben comprendendo, da parte mia, le loro difficoltà derivanti dal fatto che i tre quinti della Giunta regionale provengono dal centrosinistra. Questo però non giustifica i loro comportamenti tendenti a richiedere una crisi per l’amministrazione di Isernia.