Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
E Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria, Marco Frosali E Stefano Venditti
Non Risulta L’Avesse Mai Abbandonata
L’odierna tradizionale catechesi di oggi, sposta il focus sulla memoria dell’altro ieri: i cent’anni da ciò per cui viene principalmente ricordato Don Luigi Sturzo,
l’Appello ai Liberi e Forti”, carta istitutiva del Partito Popolare Italiano.
«A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà», fonte: Wikipedia
La foto appena postata dovrebbe chiarire, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il partito di cui sopra si è poi trasformato nella “balena Bianca”, nel cui ventre,
sotto la “paterna” supervisione di Alcide de Gasperi, usando come grimaldello spauracchi del tipo: “Le tre “male bestie” che infettano il sistema italiano: la partitocrazia, lo statalismo e l’abuso del denaro pubblico”, cose al giorno d’oggi scomparse totalmente dalla politica che guida il nostro “bel paese”, “Lo Stato è un ordine necessario al vivere civile, lo statalismo è il distruttore di ogni ordine istituzionale e di ogni morale amministrativa”; e per finire in bellezza, “Lo Stato deve facilitare e integrare l’iniziativa privata, non sostituirla al punto di paralizzarne la funzione”, si formavano, durante La prima repubblica, politici del calibro di
Aldo Moro, a livello nazionale, ma volendo avvicinarci alla nostra realtà di molisani sfigati e bypassando le colonne parlamentari,
Fernando Di Laura Frattura, (per altro nemmeno d’origine locale) e
Antonio Chieffo, (quest’ultimo, dopo vari salti alla cavallina, ancora in auge), per finire a livello gambatesano:
Emilio Venditti e tanti altri che negli anni ottanta del secolo scorso ed anche prima, si sono costruiti una vita basata sullo stare sotto un ombrello che se non è vaticano, ditemi voi a quale origine appartiene.
Tornando a Don Luigi Sturzo, tutto si può dire, tranne che non volesse obbedire a S. r. C. ed è cosa buona e giusta, se vista dal loro punto d’osservazione. Diverso è quanto il “sinistro prete” ha divulgato facendo la sua politica: ne più ne meno che ciò che ogni teocrazia impone ai propri sudditi, l’adeguarsi alla libertà di fare ciò che dice chi comanda la baracca.
Che differenza c’è nel comportamento di chi rispetta queste due religioni?
Don Sturzo, un siciliano che aveva capito tutto: “Appello ai Siciliani”, uno dei primi testi a parlare esplicitamente dei mafiosi”, cosa che la dice lunga su chi, approfittando dell’analfabetismo che regnava sovrano nel meridione d’Italia, con un libro, ha spiegato che era bene mangiare un po’ per ciascuno, ma farlo tutti, da buoni fratelli…
Un po’ come stanno cercando di riproporre altri che… però… non verranno beatificati…
Dunque: S. r. C. ha lasciata veramente la politica dal milleottocentosettanta al millenovecentoventi?
Ed oggi?