Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
(Foto), Prese da Internet Da Salvatore Di Maria E Stefano Venditti
La Colpa E’ Degli Altri
Oggi è domenica ed in Italia, dopo la Messa si va allo stadio; non importa se si riprende a far peccato, tanto c’è sempre la successiva domenica “riparatrice” che chiude il cerchio per poi ripartire di gran carriera per “vivere” un’altra settimana come la precedente. Parliamo dunque un po’ di calcio, ma a modo nostro.
Siamo alle solite: si parla, si sparla, ma la colpa è degli altri, quando si va fuori dai limiti imposti dall’ipocrisia generale che ad esempio “consiglia” ai giornalisti di utilizzare termini considerati out per impedire che l’educazione dei bambini venga deviata, senza considerare che proprio i pargoli, spesso possono insegnare a noi grandi, non solo quelle parole, ma un intero libro di “vera conoscenza”, cosa che i grandi pensano che sia esclusiva, proprio degli adulti, che spesso lo sono meno dei bambini. Il fatto del quale andiamo a trattare, ci viene raccontato da una pezza trasmessa dalla nostra “Mina Vagante”, regolarmente corredata dal commento del nostro camerata-collaboratore: Teramo, bufera sul nuovo ad: “Camorra scelta di vita”, “Non siamo ipocriti, la camorra in certe zone È una scelta di vita che garantisce una qualità dell’esistenza, migliore rispetto alla scelta dello Stato, che poi, altro non è che il fratello mascherato della camorra.
La sola cosa che si può contestare a questo personaggio a mio parere, è il fatto che ha replicato alle critiche”. La “sporca frase” è la seguente: “La camorra è una scelta di vita, io ho sempre rispettato loro, loro hanno rispettato me”.
Nulla sarebbe accaduto in un paese dove la democrazia e la libertà di parola sono il fiore all’occhiello; in Italia invece è accaduto il finimondo e ciò lo si evince dalle parole di un politico che si possono leggere nell’articolo a corredo, politico che in quanto tale, per natura scende a compromessi, atteso che la politica italiana, anzi, la politica tout court, sia il naturale compromesso, cosa che non viene accettata da chi poi va lasciato solo. La soluzione più rapida per risolvere il problema, è dare la colpa ai giornalisti, adducendo l’incapacità di porsi di fronte alle telecamere o ai taccuini.
Tralasciando il proverbio che recita: “Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso”, va detto innanzitutto che in certe realtà, se non ci fossero certi “zampini”, nulla sarebbe come lo si vede, prova ne sia la gazzarra accaduta a proposito dei biglietti e degli abbonamenti venduti presso lo stadio della Juventus a Torino, cosa che è stata scoperta proprio da quei cattivoni dei giornalisti che per questo hanno subito di tutto, di più. A ciò va aggiunto che il proferire la frase incriminata, può anche significare che chi la pronuncia prende le distanze dalla Camorra. Ne consegue innanzitutto che quanto proposto nell’articolo d’appoggio, se detto fra persone intelligenti, non avrebbe dovuto venir nemmeno tenuto in considerazione, trattandosi del legittimo “Dire” di una persona che ha espresso semplicemente una sua idea. L’averne creata artificiosamente una querelle, denota solo la volontà di assurgere legittimamente agli onori della cronaca per cercar di trarne vantaggio. Ciò che risulta illegittimo e da condannare, sta nel voler guadagnare senza devolvere parte del vantaggio ricevuto a chi lavora proprio per pubblicizzare tali “espressioni d’idee”. Per essere più chiaro: chi assurge alle luci della ribalta, deve avere il coraggio delle proprie azioni, evitando di scaricare su chi ha aperte certe porte, gli effetti collaterali di tal fama, atteso che la cosa possa ritorcersi contro chi quella visibilità l’ha ottenuta per mano di chi, per questo, viene maltrattato come segno di ringraziamento.
Il modus operandi in tema, non è proprio delle mafie di qualsiasi risma?