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Italiettana Presunzione

Di Mario Ricca

Popolo Di Santi, Poeti, Navigatori E Pentiti.

Innescato ieri dal gestore di questo sito, esplodo oggi non potendone più di questa Italica maniera di addossare agli altri delle colpe che, se bene esistenti, sono a mio avviso figlie di tutto il popolo italiettano che (chi più chi meno), ha goduto durante il concepimento e che ora, vista la malformazione del prodotto concepito vorrebbe con la vigliaccheria che contraddistingue noi Italiani rinnegarne la paternità.

La politica ha tante pecche e la peggiore secondo me, è che esiste troppa gente che vive di politica, grazie a inutili carrozzoni generatori di consensi.
Però per colpa del popolino, l’antipolitica sta diventando fonte di guadagno allo stesso modo, arricchendo quei ciarlatani che con grande abilità, stanno cavalcando il pentitismo di buona parte degli “inseminatori” di cui sopra.

Partendo dal presupposto che la perfezione non appartiene a questo mondo (aggiungo, per fortuna), di conseguenza viviamo in un sistema che non è perfetto ma del quale sono fermamente convinto, ognuno dei suoi denigratori, almeno in un’occasione, ha beneficiato.
Dal conoscente nell’ufficio pubblico utile ad aggirare ostacoli e file burocratiche al pezzo grosso capace di raccomandarci per un concorso, tutti abbiamo avuto modo di essere almeno una volta “miracolati”.
Una constatazione la mia, che non giudica nessuno almeno fino a quando ci si limita allo sfruttamento del sistema.

Questa constatazione però, diventa una critica con annesso disprezzo profondo, nei confronti di coloro che usano il sistema come una gomma da masticare.
Prima si gusta e si gode dei benefici dati dal sapore, si mastica e poi si sputa.

Alla luce di questo mi chiedo:

Considerando che la politica è lo specchio del Paese, con quale diritto e a che titolo ci possiamo permettere di pretendere una classe politica diversa da quella che abbiamo?
Con quale diritto ci permettiamo di lamentarci per la presunta crisi, dopo che per decenni abbiamo vissuto una vita al disopra delle nostre reali possibilità, anche grazie a quella classe politica verso la quale con Italica vigliaccheria adesso si prendono le distanze?

Troppo comodo dare le colpe alla politica, troppo comodo non ammettere che ognuno di noi anche nel suo piccolo ha dato il proprio contributo a questo stato di cose e quindi ne è responsabile.

Acclarato che chi ha più polvere spara, mi rendo conto che l’incapacità di rimediare la polvere stessa, generi frustrazione, insoddisfazione, tristezza e soprattutto invidia mascherata da senso etico.
Per i perennemente frustrati, insoddisfatti, tristi ed invidiosi, bisogna solamente secondo me nutrire compassione e sperare per il bene di costoro e soprattutto per il nostro, che la loro agonia terrena duri poco.

Avremo così una cernita molto più selettiva senza dover ricorrere alla soluzione bellica che però in estrema aratio, tenderei a non escludere.