Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Proprio Un Buon Natale!
Sabato scorso, come detto per me un sabato qualunque, ho sparlato del Natale in generale e del modo in cui anno per anno viene spogliato dei suoi veri valori, e bistrattato dalla maggior parte del genere umano di religione sedicente Cristiana.
Oggi, zummando sul particolare, voglio trarre le conclusioni sul Natale di Gambatesa e dei gambatesani, dandoti uno spunto in più per riflettere sul fatto che si scende sempre più verso il fondo, senza paracadute e, soprattutto senza voglia di frenare questa triste discesa.
Per cominciare, tocchiamo il problema dal punto di vista dei sacrifici fatti da ciascuno di noi per arrivare al Natale, vogliosi di vedere questa festa come il premio dato a ciascuno per il lavoro fatto durante l’anno.
Tutto è riassumibile in questa foto, dove in sintesi ti presento le
puoi notare quanto quest’impianto è spartanamente menefreghista dello sfarzo con cui si dovrebbe accogliere Dio fatto uomo.
Con ciò, non voglio dire che si debba per forza ricorrere a sprechi di ogni genere per abbassarsi al comune sentir dire sul moderno Natale, ma se si avesse un minimo di rispetto in più per il Festeggiato, si arriverebbe, (credimi, con poco), a dimostrarGli tutta la nostra riconoscenza per il suo Sublime Gesto.
Come si vede! che mancano i “fessi” che, gratuitamente e abbondantemente criticati, a suo tempo, hanno lavorato per abbellire il nostro paese!
Guarda invece gli amici che hanno lavorato privatamente come hanno composto le
Certo, questa foto non mostra il vero lavoro svolto dagli abitanti di quella zona, ma è stata fatta così, con il preciso proposito d’invogliarti a visitare quanto presente al serrone, (presepio compreso), facendolo di sera, per godere di tutto il bello proposto dalle luminarie stesse.
Torniamo però alla sufficienza, oserei dire al disinteresse con cui si è vissuta questa Festa.
Le avvisaglie si potevano vedere già nei giorni scorsi, quando, a differenza degli anni precedenti, già scarseggiava la gente, tanto che noi indigeni, scherzando, ci domandavamo quante settimane mancassero al Natale, ed eravamo al venti di dicembre.
Un’altra cosa che mi ha lasciato sinceramente spiazzato, l’ho vissuta andando a Messa, proprio la Notte di Natale.
Considerando che per tanti anni ho fatto parte della locale scola cantorum, e che vivevo i giorni di vigilia in attesa di qualcosa di grandioso, qualcosa ovviamente proposta dalla liturgia, ma anche da quello che sarebbe stato il risultato a compendio del nostro lavoro, ho provato a ricreare in me le stesse sensazioni d’attesa di questa Festa.
Ebbene: Non certo per colpa dell’attuale scola cantorum, (a proposito: a te che non hai avuta la fortuna di presenziare ad almeno una delle Messe di Natale, dico che hai persa un’ottima occasione per apprezzare il lavoro di persone cui piace lavorare), ne per volontà di Dio, devo dire che la Messa cui ho partecipato, non solo mi è scivolata senza che io me ne accorgessi, ma ha accentuato in me quel senso di delusione e vuoto che stavo già provando nei giorni precedenti.
Certo! la messa è qualcosa di serissimo, ma quando viene, ad esempio, farcita da un’omelìa basata sulle giuste parole da proferire, ma esposta come se fosse un Saggio di qualche papa, questa stessa omelia, almeno a me, fa ricordare quelle noiose lezioni di storia della filosofia, ascoltate pregando Dio che l’ora di lezione finisse presto.
Insomma: Messa = adempimento burocratico.
Povero Gesù, sei venuto davvero a perdere tempo!
Stando così le cose, ti lascio immaginare cosa può essere rimasto in me di quella Messa.
Partendo da questi presupposti, sia civili che religiosi, purtroppo sono costretto a prendere atto dell’impotenza che si manifesta in me nel vedere a che punto di mancanza di rispetto per il Prossimo, si può arrivare.
Ti offro perciò questo bel
sperando che possa servire alla tua riflessione.
Già a suo tempo, parlando dei pochi centri di aggregazione di gambatesa, ho espressa un’opinione in merito, per cui cerco di non tediarti più di tanto.
Resta però indiscutibile il fatto che, purtroppo, ho avuta ed ho tutt’ora ragione su quanto detto a proposito dei “soliti noti”, e di chi, pagato con le nostre tasse, o eletto dalla maggioranza di noi, (e pagato a sua volta), dovrebbe fare per arginare qualcosa, frutto degl’insegnamenti ricevuti da coloro che, come se niente fosse, comunque e senza remora alcuna, si permettono di giudicare e magari condannare, senza tener conto della loro stupida ed improduttiva miopia