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Signor Presidente, Mi Permetta Di Dissentire

Di Vittorio Venditti

Fosse “Il Male” Solo Nei Partiti!

Egregio Presidente,
so che Lei non si abbasserebbe neppure se spinto a forza, a leggere le mie farneticazioni, (difficilmente lo fa, anche con le numerose stupidaggini che volta per volta, Le arrivano dal mondo che Le è vicino), io però, non fosse altro che per tigna, le propongo ugualmente, considerando che Lei, fino a qualche tempo fa da me stimato, dopo tutto è un uomo, e quindi, pur essendo di parte, ha la possibilità di riflettere, magari correggendo il tiro.

Prendendo spunto dalle Sue Parole, riprese (fra gli altri) nell’articolo, Napolitano: «Estirpare il marcio»| italia| Il SecoloXIX e come detto, ritenendoLa di parte, mi permetto di dissentire, visto che i partiti, proprio perché di parte, difficilmente possono non essere considerati un male, non fosse altro che dalla parte avversa.
A ciò, va aggiunto che in momenti come quello che stiamo vivendo, giorni in cui, per interessi lontani dal paese reale, ci viene fatto credere di essere in crisi, non può essere considerato un bene il fatto che, mentre si succhia tutto il succhiabile ed anche di più dal popolino, viene permesso, a questi nuovi “santi”, di crearsi (in maniera che risulta rivoltante) dei gruzzoli, più o meno importanti, che vengono fatti girare di cassaforte in cassaforte, a sfregio di chi, “indignato”, considera tutto ciò un “male oscuro”, che sta via via mangiando la nostra Italia.

Come non considerare un Male, gli sprechi di danaro pubblico, di cui anche Lei si rende partecipe, (motivo dell’abbassamento del grado di stima e considerazione in cui Lei è da me tenuto), quando, alla faccia di chi, per andare a lavorare rischia di doverlo fare a piedi, Lei si sposta con imponenza e con orpelli, che farebbero schifo anche ai danarosi arabi, per assistere o Presenziare a cerimonie, ormai considerate vuote di ogni significato dal paese reale?

Come non considerare un male, il fatto che per colpa dei partiti, gruppi d’interesse ipocritamente nascosti dal manto della Democratia, quasi quarant’anni fa, qualcuno ha fatto il botto in una piazza italica, piena di popolino che credeva in uno di questi settori d’interesse e probabilmente per interessi contrari a quella gente, tutt’ora si tiene nascosto il nome del o dei “fuochisti”, e si cerca di far pagare il biglietto di quello spettacolo, non agli spettatori ed ai critici, ma ai protagonisti, involontari attori, tentando poi di correre ai ripari, perché, in uno sbotto di falsa intelligenza, ci si rende conto di aver superati di gran lunga i limiti del superabile?
(Piazza della Loggia, spese processuali a carico del governo).

Come non considerare un male, il fatto che i componenti di queste associazioni che Lei considera da bene, per accumulare ricchezze che non utilizzeranno mai, vessano il popolino e poi lo prendono anche in giro con false promesse di una vita migliore, parole a cui non credono più neppure coloro che le preparano, visto che si stanno accorgendo dell’insofferenza di chi, quelle parole, dovrebbe assimilarle?

Lei crede che sia un bene costringere chi vive e lavora onestamente, a considerare sempre più la reale possibilità di fare il salto di categoria e perciò, da fesso divenire intelligente?

Lei crede che sia un bene costringere chi è buono ed onesto a pensare che la cultura di chi non desidera altro che di poter vivere tranquillamente in uno Stato di diritto che si dice “Civile”, possa fare eternamente da freno alla voglia di rivincita del cittadino, colto, ma stanco di essere turlupinato, magari da chi, solo per arrivismo, non certo per capacità, in condizioni ordinarie non potrebbe che essere considerato alla stregua di un pezzente?

Lei crede che sia un bene l’aver raggiunto il risultato per cui, in Italia, più che considerare importante la fuga dei “cervelli”, si debba seriamente valutare la stanzialità dei cretini?

Evito di dire che l’italiano medio ha ciò che si merita, (discorso che verrà espettorato domani dalla nostra Mina Vagante, spero con ficcante attualità), ma mi permetto di essere così impertinente da chiederLe, dall’alto della Sua Esperienza, di considerare la possibilità di evitare almeno di prenderci in giro così apertamente, tentando di porre delle condizioni al dire della maggioranza di chi, per legge, Le è sottoposto..

Per quello che conta, potrei rivedere in positivo il mio giudizio sulla stima che nutro per Lei.