Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Giuseppina Di Renzo, Marco Frosali E RAI TG Molise
(Video), Di Salvatore Di Maria
La Notizia Alternativa
Mentre dal punto di vista meteo ci prepariamo ad una giornata da lupi perché come al solito la disorganizzazione molisana nei piani “neve” la fa da padrona e mentre siamo in attesa di chiudere col solito banchetto anche questa trecentodiciannovesima puntata di una Tradizione gambatesana che viene via via snaturata, in particolar modo per colpa di Dio Danaro e della fame di alcuni, noi oggi andiamo a ripercorrere in breve i due giorni a cavallo di fine ed inizio anno, spostando però il focus sullo scandalo derivato da ciò che non è più una festa per tutti, ma qualcosa che serve a riempire lo stomaco dei soliti noti, ovviamente a spese della collettività che non dovrebbe parlarne.
Chiaramente, quando si deve passare una notte di maidunate, ci si deve preparare a dovere; gli stornelli caratteristici di Gambatesa vengono prodotti all’impronta e chi è più capace vince la partita. Le marcette o ciò che si vuol far passare per tali però, vanno adeguatamente preparate e se c’è chi usa concertarle da mesi prima, esiste anche chi si riduce all’ultimo momento perché intende la Tradizione di capodanno, come l’apice del personale divertimento. E’ in quest’ottica che quest’anno, la squadra ‘U Sap Franc’, con il suo nucleo interno, la ‘Come viè viè’, si sono preparati con frizzi e lazzi che hanno preso come bersaglio il povero Totore che ha ovviamente accettato di stare al gioco.
Il concertare porta anche con sé la presenza di Dio Bacco che prende gli squadristi fra le sue braccia spesso e volentieri e quando si superano determinati limiti, si è costretti poi a risolvere temporaneamente il “guaio” il giorno successivo, coinvolgendo la barista e costringendola a documentare tutto con una prova inoppugnabile.
Entrando nel vivo e superata quella pacchianata che viene definita ‘benedizione delle squadre’ che nulla ha a che vedere con le maidunate, naturale ed ovvia dissacrazione dell’ordine costituito, politico o religioso che dir si voglia, fesseria alla quale non partecipa chi ritiene ancora gli stornelli dei quali si sta trattando, attività sovversiva per eccellenza, ecco fuori le squadre, fotografate e riprese anche dagli organi ufficiali. Si suona, canta e balla, in attesa dell’anno successivo, non senza effetti collaterali. Uno di questi, per quanto concerne la squadra che sta accompagnando questo scritto, si è concretizzato in quanto segue. I componenti di ‘Come viè viè’, per i ben noti fatti che hanno visto chiudere gambatesaweb e trasformarlo in questa testata, volevano che non si andasse a casa della sindaca di Gambatesa, ma siccome il grosso della squadra ha desiderata questa seconda opzione, tutti si sono adeguati. I cantori, dal loro punto di vista, hanno provveduto a fare le maidunate, di fronte al vistoso imbarazzo della persona/bersaglio, alla quale, a fine performance, chi scrive, dopo avergliene cantate di cotte e di crude, ma con la buona educazione che non va confusa con la lotta politica, chi scrive, si diceva, nel fare gli auguri, ha ricordato che per l’appunto, la lotta politica andrebbe vista come tale e non portata nelle aule di tribunale, registrando dall’altra parte una sostanziale convergenza d’idee. A margine, va detto che un componente di quella parte di squadra che aveva desiderato visitare la casa di cui si è appena detto, cercando di “operare di lingua”, è stato successivamente redarguito, proprio perché aveva confusa la lotta politica, propria di chi scrive, con la maleducazione ed il lecchinaggio, qualità che è bene lasciare ad altri.
Dalla maggioranza all’opposizione, tutto è continuato con tranquillità, voglia di vivere e la conseguente gioia che ne è derivata. La squadra ha fatto il suo dovere e si è arrivati al momento dei fuochi d’artificio che hanno salutato l’inizio del nuovo anno.
‘U Sap Franc’ davanti al Bar Ideal Sport
Tutto bene, finché dio Bacco non si è impossessato di giovinastri che avevano confusa la dissacrazione e l’eversività delle maidunate con la possibilità di ubriacarsi, drogarsi e di conseguenza dare fastidio, suscitando la reazione di chi, visto colpito il proprio strumento musicale, ha reagito com’è stato giusto che fosse.
‘Come Viè Viè’ a casa del camerata Totore: 1a parte
Fra alti e bassi, si è arrivati alle tre e mezza del primo giorno dell’anno e siccome la maggior parte degli squadristi ha una certa età, si è deciso di piantarla lì, in attesa di ciò che si sarebbe fatto il successivo pomeriggio sul palco. Il nucleo ‘Come viè viè’ però, ha deciso che si doveva continuare, non fosse altro che per restituire al fotografo di fiducia di questa testata, il giusto onore, nonostante la stanchezza e la ‘corte’ che Dio Bacco faceva a tutti, avrebbe voluto il contrario.
‘Come Viè Viè’ a casa del camerata Totore: 2a parte
Alle cinque meno venti di una giornata che nonostante tutto non è stata nemmeno troppo fredda, per quanto concerne la vera tradizione delle maidunate, quella che prevede solo il portarle a casa di chi deve far da bersaglio, tutto aveva fine ed anche il nucleo appartenuto a ‘U Sap Franc’ ha deciso di “deporre momentaneamente le armi” per cercar di riposare con il sottofondo di altre squadre, spesso ringalluzzite da gente che, andata a riposare a turno, poi ha voluto mostrare la falsità della propria presenza.
La mattina è passata e verso mezzogiorno, chi scrive ha avuta la graditissima visita di due coppie di camperisti che ormai sono diventati amici di Gambatesa, persone che da anni apprezzano la locale tradizione, gente lasciata vergognosamente sola, cosa che si ripete da anni, cosa che è stata accentuata dal fatto che chi si definisce “organizzatore della festa”, ha evitato persino di predisporre un luogo ove i camperisti medesimi, a differenza degli anni scorsi, potessero consumare il cenone dell’ultimo dell’anno.
Detto ciò e tornando a bomba, si arriva al pomeriggio, quando ha inizio quella parte della Tradizione che chi scrive definisce inutile, l’andare su un apposito palco e, squadra per squadra, cantare maidunate e canzoni aggiuntive, fino ad arrivare ad una premiazione che come si vedrà, lascia il tempo che trova.
Dopo l’esibizione delle squadre dei ragazzi, per prima sale ‘U Sap Franc’ con la voglia di cantare in tutti i modi che la buona educazione prevede. La cosa riesce a pieno, tenendo su quel palco una squadra che per la verità non è stata troppo ben voluta dall’organizzazione della festa, atteso che dopo le maidunate e prima dell’esibizione di una canzone/serenata, il presidente dell’associazione ospitante, forse per sbaglio, abbia espresso il desiderio che la canzone che si stava per cantare, avrebbe dovuto fare anche da marcetta di chiusura, cosa che ovviamente la squadra non ha rispettato, cosa però sentita dalle orecchie di chi sta rendicontando questa giornata. Dopo un tempo che non è stato possibile registrare per varie ragioni, tutto è finito con il rimessaggio degli strumenti e lo scioglimento di una squadra che si è divertita, ma che non aspirando a premi, decideva di rimandare la riunione al banchetto che si terrà stasera a Dio piacendo.
Chi scrive, visto che iniziava a far freddo, verso le nove di sera, ha deciso di tornare a casa per mettere qualcosa sotto i denti e riposarsi un po’, cercando di mitigare il mal di schiena dovuto all’aver tenuta sulle spalle la solita fisarmonica che ogni anno, dal millenovecentottantadue, lo accompagna tutte le notti di capodanno. Cenato, si torna fuori per ascoltare le reazioni più o meno soddisfatte al verdetto che nel frattempo è stato emesso. La serata volgeva al termine e la squadra che ha accompagnato questo scritto, finalmente, veniva a sapere di non aver concluso niente, tolto il personale divertimento, nonché la soddisfazione che resta in ogni squadrista, ogni fine capodanno che Dio comanda. Verso le undici, stando vicino al falò che era stato preparato in piazza, chi scrive ed il suo amico con il quale aveva condivisa la notte passata, cantandone di cotte e di crude a chi che sia, vengono raggiunti da chi, allibito, comunica in sintesi che lo scandalo anche quest’anno è venuto fuori. In sostanza, ‘U Sap Franc’, pur avendo totalizzati cinque punti in più di chi poi è risultata la squadra vincitrice per quanto concerne l’esibizione musicale, è stata squalificata perché, a dire dell’organizzazione, la squadra aveva presentate marcette che non erano inedite. Alla fine dunque, siamo arrivati al punto di far passare maidunate non preparate come tradizione vuole, vale a dire all’impronta e squalificare esibizioni di motivi musicali che è ovvio che vengano proposti dopo averne recuperati gli spartiti, magari scritti decine di anni fa.
Tutti a letto ed il due mattina tutti ad indagare: la notizia dello scandalo che aveva vista premiare la squadra nella quale ha militato anche il presidente dell’associazione I Maitunat ha fatto il giro del paesello, scandalizzando tanti e provocando le dimissioni di più di qualche componente dell’associazione medesima. Non addentrandoci nella vergognosa ridda di voci che ha fatto da colonna sonora per il secondo giorno dell’anno, andiamo a chiudere registrando la soddisfazione di chi ha vinto realmente perché vuol tener conto di ciò che è intrinseco nella Tradizione che da più di tre secoli viene riproposta a Gambatesa, festa che come più volte scritto, non ha bisogno di danaro per sostentarsi e di conseguenti regolamenti,
redatti e regolarmente non rispettati proprio da chi ritiene che le maidunate debbano essere innanzitutto veicolo d’approvvigionamento per gente che evidentemente non avrebbe come portare a termine quel banchetto che in tanti preferiscono pagare di tasca propria, atteso che non abbia nulla a che spartire con la tradizione della quale abbiamo trattato, in attesa di riprendere, come ogni anno e per gli altri trecentosessantaquattro giorni, a fare le maidunate serie o magari a trattare di gambatesa e del resto del mondo in maniera positiva, ma non ufficialmente lecchina.
Ancora Buon Anno A Tutti.