Di Raffaele Salvione
I FARMACI GENERICI: Cosa Sono? Come Si Usano?
Su invito del Direttore della testata affrontiamo un argomento su cui molti ci hanno chiesto spiegazioni. I farmaci generici sono medicine che contengono lo stesso principio attivo del medicamento “di marca” coperto da brevetto e che presentano le stesse caratteristiche di biodisponibilità, cioè quantità e velocità di rilascio del principio attivo, sono identici al medicinale iniziale.
Lo studio e la scoperta di nuovi farmaci costa un sacco di soldi: investimenti per ricerca, studi, sperimentazione sulle cavie e poi sull’uomo e anche quando il farmaco è già in vendita, ulteriori studi sull’uomo; sono passaggi che necessitano di enormi investimenti. Il brevetto permette all’azienda di avere il monopolio per la vendita del nuovo farmaco per alcuni anni e permette di praticare un prezzo senza concorrenza con lo scopo di rientrare dall’enorme investimento fatto. Scaduto il brevetto il farmaco può essere prodotto anche da altre aziende e venduto a prezzi più bassi. Gli studi che altri hanno sostenuto non saranno più necessari perché già si sa la composizione di quel prodotto.
Si ha quindi il farmaco generico o più precisamente bioequivalente come da definizione sopra. La definizione della nozione di farmaco generico è contenuta nell’art10 comma5 lettera b del DL 219 del 2006, che così recita :” medicinale che ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive e la stessa forma farmaceutica del medicinale di riferimento nonché una bioequivalenza con il medicinale di riferimento dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità”. Per questa ragione la concessione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) di un’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) di un medicinale generico si basa sulla dimostrazione della qualità del prodotto e della sua bioequivalenza rispetto al medicinale
originale.
A questo punto entrano in gioco il medico di medicina generale, il paziente e il farmacista. Il medico ha il compito di curare il paziente al meglio e di informarlo sul tipo di farmaco che intende prescrivere. Egli ha uno strumento per tutelare sia la sua scelta terapeutica sia il paziente: la possibilità di apporre la clausola “non sostituibile” in tutti i casi in cui lo ritenga necessario, eliminando così la possibilità di sostituzioni ripetute con generici diversi nel tempo, un fattore che può creare confusione nei pazienti (e nei farmacisti!!!)
In sostanza: il medico è obbligato a prescrivere senza precisare il nome commerciale, solo sulla ricetta rossa, solo per farmaci non in uso cronico o utilizzati per la prima volta e per cui esiste il generico. Il farmacista è obbligato a seguire l’indicazione del medico solo se sulla ricetta è indicato che il farmaco non deve essere sostituito, con la motivazione. Il paziente può comunque richiedere un particolare farmaco, di marca o generico. Se il prezzo del farmaco richiesto è più alto del prezzo di rimborso, il paziente pagherà la differenza.
Che dire? E’ importante innanzitutto un sincero rapporto medico-paziente. Capitano casi in cui la terapia con i farmaci generici non dà gli effetti desiderati; ma vi possiamo assicurare che interviene molto una componente psicologica. Dipende molto da chi cura: parliamoci chiaro, la maggioranza dei medici non scrive mai il principio attivo del composto chimico. Tutti conoscono il nome commerciale di un farmaco (perché l’ informatore ha lasciato una bella pubblicità di quello o un ricettario con un gadget con quel nome), ma pochi sono i medici che conoscono la reale composizione chimica di un farmaco specifico. Se poi si mette in mezzo anche il farmacista che senza indicazioni specifiche del medico sostituisce il farmaco (convinto di salvare il mondo dallo sfascio del servizio sanitario nazionale!!!) da qui la possibilità di fallimenti della terapia. Tutti, sia medici, sia pazienti, sia farmacisti, (che devono vendere farmaci costosi!!! Ma questo è un altro discorso!!!), dobbiamo metterci in testa che il servizio sanitario nazionale non è assolutamente gratis, ma tutto ha un costo: se possiamo risparmiare qualcosa in questi anni di crisi ma anche di latrocini portati a termine, perché non farlo?
Possiamo concludere che un farmaco generico funziona se: il medico che lo ha prescritto non ha fatto solo un “copia e incolla”; se il farmacista non si è “intromesso” e se il paziente ha seguito la prescrizione.
Non chiedete scatole extra di “A..lin” per avere la scorta in casa; è uno sperpero inutile.
E poi un po’ di sofferenza non ha mai fatto male a nessuno!!!
Rivolgetevi sempre al Medico Specialista.