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NONNA ROSA E LE TRADIZIONI

Di **Nonna Rosa

San Martino

San Martino

L’undici novembre è San Martino. In realtà tutto il mese è dedicato al Santo, tanto che in alcune culture tutto il mese è chiamato col suo nome.

San Martino è un Santo importante, italiano, ma di origine francese. E’ un militare romano che nel trecentotredici dopo Cristo, convertito al cristianesimo, era molto caritatevole e si impegnava molto per l’ affermazione della chiesa cristiana contro i templi pagani. Si racconta che li facesse crollare con un semplice segno della croce fatto con la sua spada.

Un giorno, mentre era di servizio ad Amiens, gli si avvicinò un mendicante mal vestito. Lui, tagliato a metà con la spada il suo mantello, glie ne dona una parte. Quel poverello, in realtà, era Gesù che per contraccambiare il suo gesto fece apparire il sole; così che anche Martino non soffrisse il freddo con un mantello più piccolo. Era l’ estate di San Martino. Da quel momento, ogni undici novembre o giù di li, ricompare nel freddo mese il sole dell’ estate di San Martino.

Quando il vescovo di Tour, in Francia, morì, il popolo acclamò Martino come nuovo vescovo. Egli che era molto schivo si nascose ma un gruppo di oche, starnazzando fece scoprire il suo nascondiglio.

Oche

Tutto questo, nella cultura contadina, sta ad indicare con racconti leggendari il periodo della sospensione dei lavori in campagna e l’ inizio dell’ inverno. L’ oca, soprattutto al nord, era un’ animale prezioso quanto il maiale.

Il dodici novembre iniziano “le tempora”, il periodo, cioè di 40 giorni di digiuno ed astinenza prima della grande festa del Natale. Astinenza religiosa ma anche reale, perché in questo periodo finivano i cibi dell’ estate. Il mese di dicembre e gennaio erano, e sono, dedicati all’ uccisione del maiale, vera riserva di proteine per l’ anno a venire.

Maiale

L’ oca per molto tempo ha conteso questo primato al maiale, soprattutto nell’ Italia del nord. Animale grasso, da cortile, che aveva anche la funzione di “allarme” starnazzando all’ arrivo di estranei (le oche del campidoglio). Il giorno di San Martino era il giorno dell’ uccisione delle oche per preparare salumi e carni: il prosciutto d’ oca; il petto d’ oca; i ciccioli fatti con la pelle; lo strutto, il salame.

Petto d’oca

“Fare San Martino” vuol dire traslocare: quando i mezzadri non avevano più rinnovato il loro lavoro, dovevano traslocare. Questo avveniva alla fine dell’ anno agricolo, cioè a San Martino.

In alcuni paesi è tradizione fare delle camminate nel bosco con delle lanterne, soprattutto con bambini, per sottolineare il passaggio dalla stagione di sole a quella del buio invernale e per indicare agli animali le tane dove passare l’ inverno.

Fare San Martino

A San Martino “ogni mosto diventa vino”. Egli è il Santo protettore dei vignaioli, ma anche degli ubriachi!!! In questo periodo si fa il vino novello, che non è il vino nuovo ma un vino dove la fermentazione si realizza subito in 1 o 3 settimane perché anaerobica, cioè senza ossigeno e in presenza di anidride carbonica.

Ogni mosto diventa vino

Il vino novello è povero di tannini e quindi è molto più leggero e meno conservabile rispetto al vino normale.

Buona estate di San Martino.

Amici miei, lo spazio è già finito. A sabato prossimo.
Scrivetemi pure a nonnarosa.web@libero.it
Risponderò a tutti.

Ciao da Nonna Rosa