Di Stefano Venditti
Alla Colozza Di Campobasso Si Pratica Lo Sport Integrato
Tra i venti progetti vincitori in tutta Italia del concorso indetto dal settore scuola del Cip nazionale per promuovere lo sport integrato all’interno delle scuole italiane, ben due sono molisani.
A vincere l’ambito riconoscimento sono state: la società sportiva de La Medaglia d’Oro di Ferrazzano per l’equitazione e la scuola media Colozza di Campobasso con il progetto denominato Sfido tutti, il pentathlon a scuola.
Grande soddisfazione è stata espressa sia dal presidente regionale del Cip Molise, Donatella Perrella, sia dalla dirigente scolastica della Colozza la professoressa Angelica Tirone.
L’Istituto comprensivo Colozza ospita da sempre alunni con disabilità, per i quali ogni anno organizza progetti di sport, indirizzati a tutti gli alunni ma con particolare riguardo ai disabili, perché lo sport favorisce l’ integrazione e l’ acquisizione di regole che educano al rispetto dell’ altro.
Il progetto il Pentathlon alla Colozza nasce dall’idea di realizzare un percorso d’integrazione per far sentire il ragazzo disabile parte integrante del suo gruppo-classe e per consentire ai compagni di riuscire a percepire la sua realtà calandosi concretamente nelle dinamiche dello sport che lui vuole o che può praticare.
Ciò che offre il pentathlon è di dare ad ogni iscritto la possibilità di incontrare ogni altro partecipante dei diversi tornei organizzati.
In questo modo saranno i ragazzi normodotati a scendere nella realtà del disabile imparando a conoscere e mettere in pratica le diverse abilità necessarie per fare sport assieme.
Perché il Pentathlon, essendo uno sport multidisciplinare, offre la possibilità di
mostrare al disabile che esistono diversi sport consoni alla sua disabilità e quindi sperimentare ogni sport proposto in base a un logico percorso sportivo
valutare se, in base all’ habitat della classe, sia meglio uno sport di squadra o uno sport individuale
Per ogni disciplina si realizzeranno, oltre che lo studio delle basi e dei fondamentali della disciplina stessa, anche piccole competizioni interne alla classe, secondo i regolamenti Cip.
Si proporranno quindi anche attività in cui i compagni normodotati dovranno “privarsi” di alcune loro capacità e cimentarsi in condizioni paritarie con il compagno disabile (es. se l’handicap fosse una emiplegia agli arti inferiori per cui il ragazzo si muove in carrozzina e la disciplina prescelta fosse l’atletica leggera, nello specifico i lanci, anche i compagni lanceranno da seduti, se la disciplina fosse la scherma anche i compagni tireranno da seduti).
L’intervento nella scuola di tecnici Cip qualificati per la disabilità permette di sviluppare lati dell’attività sportiva che altrimenti, probabilmente, andrebbero sottovalutati o persi: tutto questo permette al ragazzo disabile di inserirsi nel suo gruppo classe e di ricevere risposte adeguate alle proprie possibilità diventando parte attiva del contesto e non solo spettatore passivo.
I compagni allo stesso tempo valuteranno una realtà diversa ma comunque possibile dove non è detto che riescano a primeggiare.
Il principio fondamentale che risulta dai Programmi Ministeriali è quello che l’Educazione fisica ha come funzione primaria di favorire l’inserimento nella società civile, in modo consapevole e nella pienezza dei propri mezzi.
Con queste ultime parole si intende mezzi fisici, psichici, intellettivi ed espressivi: tutto questo riporta alle finalità di questo progetto
“fare sport”,
“educare attraverso lo sport”,
“integrare attraverso lo sport”.
Il supporto, sia in fase di programmazione che in quella di effettiva realizzazione pratica, di tecnici qualificati sia dal punto di vista medico che psicologico, garantisce all’Istituzione Scolastica l’avviarsi di un corretto processo educativo formativo che investe la persona disabile e quella normodotata nella loro globalità passando dal concetto di istruzione a quello di educazione.