Di Marco Frosali
RAVENNA, 22 luglio 2018. – Ultima tappa di questo primo giro estivo col Rondone: oggi si torna a casa. Mi alzo come di consueto alle otto del mattino, smonto la tenda e carico il Rondone recandomi poi alla reception a fare il check out, ma aspettando almeno un quarto d’ora a causa della moltitudine di persone in procinto di partire. Dopo aver espletato queste formalità, ornato con i trofei di guerra di quest’anno le mie fide borse laterali di Sara adattate grazie all’aiuto dell’Innominabbile (co ‘du ‘bbì)…
…ed essere andato al bagno, alle nove e mezza si parte facendo benzina poco distanti dal campeggio e imboccando la E45. Il Rondone sembra andare bene, forse qualcosa sono riuscito a sistemarla ieri. Giunti nei pressi dello svincolo di Case Murate dal quale siamo usciti nella prima tappa all’andata, noto un’auto che sopraggiunge contromano lampeggiando, al che accosto sulla destra pensando ‘Ma sto testa di cazzo si sarà accorto che è lui ad essere contromano?’ Poche centinaia di metri più avanti vedo una lunghissima fila di auto ferme, con i conducenti fuori che confabulavano tra di loro…che diavolo è successo ora? Mi accosto e chiedo: si era ‘solo’ ribaltato un tir in mezzo alla strada! Ah vabbè…è solo il secondo che troviamo, dopo quello in Germania! Io cerco di andare avanti per vedere se ero in grado di passare. Giunto in prossimità del mezzo pesante, un poliziotto della stradale mi viene incontro e gli chiedo se c’è spazio sufficiente per farmi passare e l’agente, in modo gentile, mi risponde: “Se fai piano dovresti farcela…prova un po’ che tu non hai l’aria condizionata come gli altri!”. Pian pianino, io e il Rondone riusciamo a passare e superiamo questo ostacolo imprevisto…
…iniziando a scorrazzare avendo tutta la strada libera per noi, fermandoci ad un autogrill nei pressi di Mercato Saraceno dove faccio colazione per poi ripartire verso le undici, ma dopo pochi chilometri rispunta fuori il problema di ieri: il Rondone inizia ad andare ad un cilindro per poi spegnersi del tutto dopo poche centinaia di metri.
Ma cavolo! Da Ravenna a qui mi è andato bene per quasi sessanta chilometri!
Consapevole delle condizioni disastrate della E45 e che avremo affrontato a breve il tratto appenninico tutto in salita, decido di riparare sotto un viadotto dove, in tutta tranquillità, smonto entrambi i carburatori completamente per vedere meglio di cosa si tratta.
Perdo circa un’ora e mezza per smontarli e rimontarli fino a ripartire col carburatore sinistro che però era nettamente più accelerato del destro, ma sti cavoli…se arrivo a casa li equilibrerò meglio. Il Rondone però, dopo circa tre quattro chilometri si spegne di nuovo, cacciando una sfumacchiata dal carburatore sinistro. Lo rismonto perché mi sorge un dubbio e infatti…avevo rimontato la valvola al contrario (non aveva riferimenti come quella di Sara che ha un’incisione che ne indica il verso)! Rimessa la valvola al posto giusto si riparte e, sempre dopo tre quattro chilometri, il Rondone si spegne di nuovo. Chiamo l’Innominabbile (sempre co ‘du ‘bbì) per chiedere aiuto, consigliandomi di provare a cambiare le candele…solo che non ne avevo due di riserva con me. Contatto allora i miei amici di Montefiascone chiedendo loro di controllare da internet se a Perugia (io ero nei pressi di Sansepolcro) vi fosse un Obi o Brico Center aperti di domenica: ce n’era uno a Perugia e un altro a Corciano, a pochi chilometri da Perugia, entrambi aperti. Decido così di lanciarmi in questa impresa titanica percorrendo i circa sessanta chilometri tra Sansepolcro e Perugia in un’ora e tre quarti, sempre a pause di tre quattro chilometri. Ormai ho capito che una volta spento, il Rondone dopo circa un minuto riparte regolarmente per poi spegnersi dopo massimo quattro chilometri, così calcolo bene dove potermi fermare a causa degli innumerevoli cantieri presenti, in alcuni dei quali siamo dovuti entrare passando tra i birilli e le transenne per evitare di fermarci proprio nei restringimenti di carreggiata. Giunto ad un grosso distributore di Perugia allo svincolo di Ponte San Giovanni, vedo se tante volte le candele le vendevano lì, ma nulla. Chiedo anche ad alcuni motociclisti se ne avessero un paio di riserva con loro, ma anche in questo caso la risposta è stata negativa. Vista la vicinanza decido di raggiungere il Brico Center di Perugia, ma non le avevano. Vado allora all’Obi di Corciano impegnando pochi minuti a raggiungerlo e, finalmente, trovo delle candele. Il grado termico è leggermente più caldo di quello delle mie (raffreddano di meno), ma per percorrere gli ultimi centottanta chilometri dovrebbero bastare. Le monto e il Rondone parte regolarmente, come sempre. Rifaccio rifornimento e seguo un signore gentile che mi ricongiunge alla E45 dove, percorsi pochi chilometri in cui sembra andare tutto per il meglio, riecco ripresentarsi il problema. Smonto il serbatoio e lo inclino in avanti per evitare fuoriuscite di benzina e inizio a smontare i rubinetti per poi soffiarci dentro, ma sembra tutto a posto…metto il disossidante per contatti elettrici sui contatti delle bobine e sulle masse dell’impianto elettrico tante volte si sono ossidati con gli sgrulloni presi…nulla. Apro il tappo del serbatoio pensando che forse è tappato lo sfiato e che si forma il vuoto all’interno impedendo alla benzina di arrivare bene ai carburatori…nulla di nulla: il Rondone percorre massimo quattro chilometri e poi si spegne. Ormai rassegnato, telefono ai miei amici di Montefiascone: “Ragazzi, sono nei pressi di Terni…se tutto va bene fra un paio d’ore (erano le diciotto), arrivo da voi. Lascio la moto sotto casa vostra, vi pago la benzina, ma per favore riaccompagnatemi a Roma che sono distrutto e non me la sento di fare l’autostrada piazzola per piazzola. Poi la vengo a prendere il prossimo fine settimana!”. Approfittando di un lungo tratto in discesa fino ad Orte, io e il Rondone riusciamo a percorrere circa trenta chilometri in poco meno di mezz’ora in quanto sono riuscito a non far spegnere il motore, mettendo il folle per due-trecento metri in modo tale che la richiesta di benzina da parte dei carburatori diminuisce e questi riescono a riempirsi in maniera sufficiente a riprendere il cammino a velocità più elevate. Così, stanco e sfinito, riesco a raggiungere l’abitazione dei miei amici alle venti e trenta, esattamente dopo undici ore dalla partenza: undici ore per percorrere la bellezza di circa trecentocinquanta chilometri!
Un ciclista avrebbe fatto molto meglio!
Rifocillato e riprese le forze, metto il telo al Rondone, recupero le mie forze e mi faccio riaccompagnare mestamente a Roma!
E così, dopo circa tremilatrecentotrenta chilometri segnati dal contachilometri del Rondone (25832 finali – 22052 iniziali)…
…a cui va aggiunto un 8% circa di scarto rilevato in precedenza col GPS per cui sono esattamente tremilaseicento chilometri (esclusi però i circa duecentotrenta di andata/ritorno da Praga a Plzen e i venti per riportare lo Scarabeo a Cakovicky), sono finalmente riuscito a tornare a casa. Nove giorni nei quali non mi è mancato davvero nulla: sole, caldo, pioggia, freddo, incidenti, traffico, deviazioni, problemi meccanici con annesse rotture de cojoni!
La cosa che mi ha rammaricato di più però è stato il non concludere il giro in sella al Rondone: piano piano a Roma mi ci avrebbe portato, ma ho ceduto io! Peccato perché, maltempo e problemi meccanici a parte ho visto diversi luoghi interessanti quali il Bastei, il birrificio di Plzen e, soprattutto, la splendida Praga. Ho rivisto dopo sei anni Zi ‘Ntonio, conosciuto persone gentili e disponibili come Giorgio (Jirì) che mi ha letteralmente tolto dai guai e ho salutato gli amici motociclisti di Como che spesso e volentieri vanno a fare danni da qualche parte, ma che già so che verranno a Gambatesa per ferragosto (la famiglia di Michele “Johnny Smilzo” è originaria di Gambatesa)! Il Rondone per quasi duemila chilometri è stato impeccabile, poi ha ceduto un po’…probabilmente è stato troppo fermo negli anni passati e le sue ali erano un po’ anchilosate! Ma mi ha anche riportato (quasi) a Roma in qualche modo…non lo boccio, ma è rimandato al prossimo giro!
PS: a proposito…ma il Rondone?
Il sabato successivo (28 Luglio) sono tornato a recuperare il Rondone in quel di Montefiascone iniziando a svuotare completamente il serbatoio senza riscontrare anomalie nel flusso di benzina attraverso i rubinetti. Ho deciso così di controllare il raccordo a croce che collega i tubi ai carburatori e lì trovo la causa dei problemi di alimentazione!
In pratica col calore del motore, i due filtrini interposti tra i rubinetti e i carburatori si erano completamente deformati provocando una vistosa strozzatura al foro di passaggio della benzina che, ad occhio, era ridotto alle dimensioni di uno spillo al filtrino di destra, mentre quello di sinistra era chiuso del tutto. Sta cazzata mi ha fatto letteralmente penare rovinandomi la parte finale del viaggio: stavolta il Rondone non aveva colpe. Eliminati quei filtri del tutto e fatto un giro di prova nella vicina Bolsena senza problemi, ho riportato il Rondone a Roma.
Sperando di aver risolto definitivamente questi problemi, che al momento non si sono ripresentati, non ci resta da fare altro che darvi appuntamento al prossimo giro!