Di Marco Frosali
PRAGA, 20 luglio 2018. – Oggi è il gran giorno: mi sento emozionato di poter ridare indietro lo Scarabeo (molto comodo in verità, ma il cambio automatico proprio non lo digerisco) e rientrare in possesso del Rondone. Mi alzo alle sette e mezza e inizio a preparare le borse laterali lasciandole però nella tenda ancora montata, in modo tale che appena apre il cancello alle otto, parto con lo Scarabeo e mi dirigo verso Cakovicky dove arrivo in mezz’ora e dove mi attende la moglie di Giorgio con le sue bambine: il Rondone è lì che mi aspetta!
Posteggio lo Scarabeo in garage e pago il conto, ma abbiamo qualche problema col cambio valuta: a me il bancomat ieri sera ha fatto il cambio uno a 23, mentre la moglie di Giorgio dice che è uno a 27, ovvero 5400 corone mentre a me il bancomat ne aveva erogate 4600.
Per carità, si tratta di circa 35 euro di differenza, ma avevo con me 5000 corone…una via di mezzo. La moglie di Giorgio dice che vanno bene e così, salutata lei e le bambine e ricevendo una patch in regalo del Guzzi Club Boemia oltre che il pezzo sostituito che userò come soprammobile e come ricordo di questo viaggio, posso rientrare in campeggio, seppur pensieroso: spero di non aver fatto brutta figura col fatto della conversione di valuta, ma Cakovicky è un piccolo paese e per strada non ho trovato nessuna indicazione riguardante qualche sportello bancomat presso cui poter prelevare qualcosa.
Ma tanto una volta tornato in Italia manderò a Giorgio qualche pensierino!
Rientrato in campeggio smonto anche la tenda e carico di nuovo il Rondone che per strada si è comportato bene in modo tale che, dopo aver pagato il campeggio (cinquecentocinquanta corone circa venticinque euro), alle undici in punto si parte.
Data l’ora non proprio mattutina opto per la percorrenza dell’autostrada: io sapevo che c’era bisogno della vignetta da apporre sul parabrezza, ma ieri mattina Giorgio mi ha assicurato che le moto non pagano per cui non ce n’è bisogno. Passo quindi da Plzen e, continuando, supero il confine e rientro in Germania dopo due giorni, potendo così riosservare i bei paesaggi che si possono godere dalle ‘autobahn’ tedesche che, in questo punto della Baviera, alternano boschi e campi di cereali a impianti eolici che ho osservato piuttosto numerosi in tutta la nazione.
Giunto nei pressi di Ratisbona noto le imponenti guglie del Duomo che non sono distanti dall’autostrada così io e il Rondone usciamo e ci dirigiamo verso il centro, raggiunto in poco meno di cinque minuti e posteggiamo a ridosso della ZTL locale, così vado a fare un giretto in centro anche per trovare un bancomat e prelevare qualche euro dato che sono a corto…
…iniziando a girovagare per le numerose viuzze che sono quasi un labirinto…
…ma utilizzando sempre come riferimento le alte guglie del Duomo per orientarmi in modo tale che, dopo circa venti minuti riesco a raggiungerlo.
L’unico problema è rappresentato dal fatto che il Duomo è davvero maestoso per cui non riesco ad inquadrarlo correttamente dalla piccola piazzetta antistante, così sono costretto a fare due foto alla facciata, un po’ come accadde nel 2015 con il Duomo di Orvieto!
Continuando nella ricerca di un bancomat finalmente riesco a trovarlo…ma il groviglio di stradine percorse mi fa perdere l’orientamento sbucando dalla parte opposta del centro storico. Non avendo alcun riferimento a riguardo e non conoscendo la zona dove avevo posteggiato il Rondone decido di fermare due ragazzi, prendere la macchina fotografica e mostrare loro quella relativa al monastero di San Giacomo, spiegando loro che mi ero perso e che la moto era poco distante da quel luogo. Il ragazzo tira fuori dalla tasca il suo smartphone e mi fa vedere il percorso, ma per non andare ancora più nel pallone tiro fuori il mio e mi faccio impostare il percorso in modo tale che, seguendo le indicazioni, dopo circa un quarto d’ora di cammino riesco a ricongiungermi di nuovo col Rondone accumulando un ritardo pazzesco: un ora e un quarto in confronto alla mezz’ora preventivata. Se non mi fossi perso forse avrei potuto ammirare il Ponte di Pietra sul Danubio, poco distante dal Duomo e del tutto identico a Ponte Carlo di Praga, il cui progetto fu ispirato proprio a questo di Ratisbona, fonte: https://www.google.com/search?q=ponte+di+pietra+ratisbona&client=firefox-b&tbm=isch&source=iu&ictx=1&fir=oswHF_mvr1TyIM%252CAAAAAAAAAAABAM%252C_&usg=__XyIU8NeR1Qlq6Y2IufKW_ltxE4E%3D&sa=X&ved=2ahUKEwiBr_CMptTcAhUlzIUKHfClDogQuqIBMA56BAgKEAk&biw=1366&bih=654#imgrc=-tdV4OPAuA71-M.
Imbocchiamo così di nuovo l’autostrada 93 deviando poi sulla 9, in modo tale da raggiungere Monaco di Baviera passando accanto all’Allianz Stadium, non fotografato per mancanza di piazzole dove potermi fermare, dirigendoci verso la tangenziale interna che però era intasata peggio di quella di Roma nelle ore di punta. Perdendo altro tempo prezioso, mi infilo col Rondone tra le auto incolonnate che si spostavano per farci passare facendomi sentire come Mosè sulle acque del Mar Rosso e piano piano riusciamo a guadagnare l’uscita che ci permette di imboccare la strada 95 che si dirige a sud verso le Alpi. Ma da lontano già capisco l’andazzo: grossi nuvoloni neri proprio a ridosso delle montagne così, alle prime gocce che vedo sul parabrezza, mi infilo sotto un ponte per indossare la cerata e riparto sotto il diluvio universale. Io continuo a guidare imperterrito sfidando Giove Pluvio e facendo rosicare diversi motociclisti fermi sotto qualche copertura per ripararsi. La stanchezza ormai inizia a farsi sentire: mancano circa trenta chilometri al confine austriaco dove avevo intenzione di fermarmi ad un locale camping nel paese di Seefeld in Tirol, ma notando le indicazioni di un camping in zona, scelgo di fermarmi qui a Krun, nei pressi di Garmisch. Entro nell’accogliente reception tutto fracico e con l’acqua che colava dalla cerata, mentre due ragazzine ridacchiavano di me quasi a voler dire ‘guarda sto cojone come va in giro, co sto tempo!’ mentre le segretarie, imperterrite e integerrime sul lavoro, continuavano a rispondere al telefono e a registrare le persone giunte prima di me. Trovato posto e registrati i miei dati vado a montare la tenda approfittando di una pausa della pioggia…
…dopodiché copro il Rondone (chissà che umidità stanotte) e vado a fare una doccia prima di recarmi al ristorante locale sempre in stile rigorosamente bavarese con mobili e finiture in legno e camerieri in calzoncini, camicia e bretelle, dove ordino un piatto piccolo di insalata e una grigliata mista di carne alla bavarese veramente gustosa, oltre ad un litro di acqua e mezzo litro di birra Franziskaner, per un totale di ventinove euro.
Sazio e stanco, alle dieci e mezza circa vado a dormire per un meritato riposo in vista della lunga tappa di domani che ci riporterà in Italia dopo sei giorni fuori dai confini.