Di Marco Frosali
FRANCOFORTE SUL MENO, 17 luglio 2018. – Una nuova giornata inizia e già bisogna ricominciare a pensare alla prossima tappa. Stavolta mi alzo alle nove, quasi in contemporanea con Antonio: Deborah è uscita molto presto per andare al lavoro, ma noi abbiamo un paio d’ore per fare un giretto e così, presa la macchina di Antonio, ci dirigiamo verso il centro storico di Francoforte sfidando l’intenso, ma ordinato traffico mattutino. Passiamo sotto alcuni enormi grattacieli che ricordano vagamente quelli di New York…
…posteggiando la macchina in prossimità del centro e pagando mi sembra tre euro per una sola ora!
Alla faccia delle strisce blu di Roma!
La prima cosa che posso osservare è la particolare Torre Eschenheimer…
…risalente al XV secolo e facente parte di un antico forte posto all’ingresso della città. Peccato solo che dietro, a rompere le scatole rovinando l’immagine ci sono gli enormi grattacieli a fare da contrasto tra antico e moderno, caratteristica purtroppo di quasi tutto il centro storico di Francoforte. Attraversando alcune strade del centro…
…giungiamo prima al cospetto dell’imponente Cattedrale di San Bartolomeo, costruita tra il milleduecentocinquanta e il millecinquecentoquattordici, nella quale è custodita la scatola cranica di San Bartolomeo come reliquia!
Per la cronaca: San Bartolomeo Apostolo è anche il Santo Patrono di Gambatesa e a lui è intitolata la chiesa madre!
Continuando il giro, io e Antonio giungiamo nella centralissima Piazza Römemberg, la parte meglio conservata dall’ammodernamento cittadino, dove un tempo si teneva il mercato oltre a importanti fiere e dove sorge, da oltre seicento anni, il Römer (Municipio) della città!
Dato che il tempo a disposizione iniziava a diminuire così come quello della sosta pagata, io e Antonio decidiamo di avvicinarci alla macchina per cercare un baretto dove fare colazione, tornando indietro e percorrendo a ritroso il centro storico ricco di locali e lavori in corso per ammodernare ancora di più una città ormai di livello internazionale.
Peccato…perché il centro storico vero e proprio è stato confinato in una zona molto ristretta e comunque lo sfondo fatto di grattacieli non è un bel vedere!
Trovato un locale, io e Antonio facciamo colazione con cornetto (buono) e cappuccino (una vera ciofeca…troppo allungato!) prima di riprendere la macchina e tornare a casa, dove io inizio a caricare il Rondone in modo tale che alle undici e mezza precise, dopo aver fatto un selfie davanti ai cessi esterni di un pub che si trova sotto casa di Antonio e utilizzando un bidone della differenziata come cavalletto…
…salutato Antonio e ringraziatolo per l’ospitalità (voglio vedere quando viene a trovarmi a Roma, per adesso io sono in vantaggio per due volte a una), si riparte in leggero ritardo per affrontare la lunga tappa odierna.
Fatto il pieno ad una stazione di servizio seguo le indicazioni fornitemi da Antonio imboccando così l’autostrada 4 e iniziando a viaggiare ad una velocità di crociera di circa 110 km/h. A causa della tarda ora però, il gran caldo che inizia a farsi sentire mi costringe ad una sosta forzata ad un autogrill nei pressi di Erfurt per prendere una bottiglietta di acqua fresca e alla cassa trovo…un altro italiano: stavolta è Sardo. Lasciato l’autogrill si prosegue sempre lungo l’autostrada per fermarci, alle due e mezza del pomeriggio circa, ad un ristorantino nei pressi di Schwabhausen dove concedo un po’ di riposo al Rondone mentre io mi rifocillo con una bistecca di maiale, con insalata e patatine fritte, oltre a mezzo litro di acqua fresca. I menù qui non sono molto fantasiosi…ma per lo meno le pietanze sono davvero gustose e i prezzi abbastanza contenuti!
Dopo aver rifornito di nuovo il Rondone si riparte per la parte finale del viaggio, passando così dalla Turingia alla Sassonia…
…lasciando l’autostrada nei pressi di Dresda. Se fossi partito almeno 2 ore prima un giretto al volo a vedere il centro lo avrei fatto volentieri. Ci dirigiamo verso la piccola cittadina di Pirna…
…dove troviamo a fatica le indicazioni per la tappa finale di giornata. Seguendo alcune indicazioni giungo ad un camping dove però il gestore mi dà la brutta notizia che non c’è posto. Strano…mi era parso di vedere alcune piazzole vuote, ma poco male: a tre chilometri ce n’è un altro, così ci rechiamo nella vicina Königstein situata sull’argine destro del fiume Elba, dove troviamo posto al locale camping posizionato tra il fiume e una ferrovia abbastanza trafficata, soprattutto da treni merci molto lunghi. Alla reception chiedo se nel camping fosse presente un ristorante, ma mi tranquillizzano dicendomi che a Königstein ne avrei trovati. Montata la tenda dopo aver fatto un paio di viaggi tra il parcheggio e la piazzola, dato che il Rondone era posteggiato a circa cinquanta metri e il campeggio era fatto a ‘livelli’…
…faccio anche una bella doccia rigenerante e mi avvio a piedi verso il centro del piccolo borgo, distante circa un chilometro dal campeggio.
Lungo la strada ammiro alcune casette davvero caratteristiche…
…la maggior parte delle quali, seppur tenute in ordine, sembra disabitata. Giunto nel piccolo borgo vado a fare un giretto nel centro…
…per poi andar in cerca di un ristorante. Ma la sensazione avuta poco prima osservando molte case che sembravano disabitate, trova conferma girando nelle stradine del piccolo paese: completamente deserte: pare di essere a Gambatesa nel periodo autunnale e invernale! In giro non c’è un anima che sia una: anzi no! Scorgo una signora seduta davanti casa e intenta a scolare un bel boccale di birra così gli chiedo se ci fosse un ristorante aperto per poter cenare, dato che un paio che avevo adocchiato avevano chiuso alle ventuno. La signora inizialmente mi ride in faccia…dopodiché torna seria e, in poche parole, mi dice: “Torna al campeggio, domani vai a visitare il Bastei e poi vai via: qui non c’è nulla! A quest’ora è tutto chiuso!”. Stavolta mi tocca rivalutare Gambatesa: anche se di sera spesso e volentieri in giro non c’è un anima, almeno un bar aperto alle nove e mezza (sempre di sera) si trova per poter mangiare qualcosa e se vai al ristorante, un piatto comunque te lo preparano. Strano che un paesino come Königstein, situato in una zona molto turistica, non abbia un ristorante o pizzeria che siano aperti alle nove e mezza di sera!
Che delusione! Stanco, affamato e con la coda fra le gambe, non mi resta altro da fare che tornare in campeggio…nello zaino ho un brezel (grosso biscotto salato) che mi aveva dato Antonio ieri: cenerò con quello. Per sopperire al problema del salato, lungo la strada scorgo un albero di mele (acerbe) a ridosso della ferrovia; ne raccolgo un paio e prendo anche qualche mora da un cespuglio adiacente e così, accomodatomi davanti alla tenda, mi appresto a consumare una cena a chilometro e costo zero che per lo meno mi attenua la fame, dopodiché decido di andare a letto verso le ventitré ‘cullato’ (si fa per dire) dal passaggio dei treni merci che ogni tanto interrompevano il silenzio assordante di questo piccolo borgo fantasma!