Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Presa Da Internet Da Marco Frosali
Si Arriva A Parlare Con I Morti
CAMPOBASSO, 22 giugno 2018. – Il fatidico giorno è arrivato: finalmente vado a giudizio per la prima volta e paradossalmente lo faccio da imputato contento, atteso che debba ringraziare chi mi ha rinviato a giudizio per l’appunto, perché il ventitré giugno duemiladiciassette, per Gambatesa girava il dire: “tanto quello non verrà rinviato a giudizio perché non ci vede!”: a Gambatesa siamo combinati così e per questo ringrazio chi, per una volta almeno, pur volendo operare in questo senso per ben altre ragioni, mi ha fatto il favore di trattarmi secondo l’articolo tre della Costituzione, vale a dire come tutti gli altri: Decreto Di Citazione In Giudizio, del 6 ottobre 2017. Il decreto è invece arrivato e la data è esposta nel download. Il documento contiene anche il nome di chi mi aveva querelato, ma a me oggi interessa raccontare quant’è accaduto prima del mio ingresso in aula.
Ore undici e trenta antimeridiane. Arrivo con la calma e la tranquillità di chi sa di non aver commesso alcun reato ed incontro il mio difensore che mi annuncia che si sarebbe tardato per il processo, atteso che l’udienza precedente si stava prolungando a dismisura. Con mia madre che mi ha accompagnato, decidiamo di sederci sulle poltroncine poste nel corridoio ove sono site le aule. Verso mezzogiorno, passa carmelina genovese, unitamente al suo avvocato, Rosario Losito, (ex sindaco di San Giuliano del Sannio, ex), che è anche l’avvocato di Angela Testa, dopo che questa lo aveva assunto al posto proprio di carmelina genovese. Chi ho appena citata, come se niente fosse, saluta con un gridato “BUON GIORNO!”. Capisco che il potere dia alla testa, soprattutto a chi pensa di averne senza possedere la necessaria autorevolezza, (per la serie: se non mi vanta mamma, lo faccio io), ma arrivare alla megalomania di salutare i morti e pretendere che costoro rispondano mi è sembrato troppo! Ma come, prima mi uccidi e poi pretendi pure che ti porti rispetto? I comunisti in particolare, dopo aver commessa qualcosa che a loro sembra giustizia, non si accontentano e pretendono anche che il fatto venga digerito dai propri avversari come se niente fosse. E’ in quest’ottica che probabilmente la genovese avrà creduto d’imporci il suo saluto, attendendosi la risposta, confidando sulla nostra buona educazione. Quando si è in guerra però, ogni norma salta e di conseguenza noi non abbiamo risposto al saluto, ne in quel momento, ne quando, visto che si tardava, i due sopracitati hanno deciso di abbandonare il campo e lì, un altro sonoro “ARRIVEDERCI!” anch’esso passato sotto il nostro totale e per quanto mi riguarda, sprezzante silenzio.
Un paio d’ore dopo è arrivata la mia assoluzione perché il fatto non sussiste… Le sentenze non si giudicano, soprattutto se derivano dall’esser stati imputati, però si pubblicano, in maniera tale che si superino due punti fondamentali del convivere, si spera, fra persone civili: la vergogna che normalmente pervade chi è stato oggetto di tal trattamento, cosa che è lontana da chi scrive, proprio in ragione della propria innocenza e del fatto che in questo caso si tratti di pura azione politica, condotta che, secondo punto, mette in luce la pochezza di chi è stato realmente l’accusatore, e non sto parlando oggi di Angela Testa, ne domani di carmelina genovese, ma di uno Stato che evidentemente è presente solo nei riti e non nei fatti perché diversamente tutta questa storia e quelle a seguire non sarebbero esistite e la Giustizia probabilmente, oltre a fare in maniera più rapida il suo corso, arriverebbe anche a somministrare le pene a chi è colpevole, facendolo con la giusta certezza, cosa non nuova, ma già trattata dal libro Dei Delitti E Delle Pene, documento presente al mondo da poco meno di tre secoli, ma dimenticato da chi gestisce l’italica giustizia, magari nelle proprie personali biblioteche, costruite a spese dei genitori, durante la “gioventù universitaria” che, italica “squola”, spesso ha insegnato ciò che poi ci viene imposto come Servizio Migliore che ricompensa i salassi che periodicamente vengono imposti a chi è onesto e condonati a chi è “audace”. Ne consegue il motivo che da otto anni spinge chi scrive ad operare in tal senso: denunciare i continui disservizi che lo Stato ed i suoi tentacoli offrono a chi paga regolarmente le tasse. Nello specifico, va detto che la sentenza che ho proposta sopra in download, non può venir tradotta in digitale per mezzo di un software con O. C. R. per il modo, diciamo così, trasandato, con il quale da certi uffici vengono offerti i documenti richiesti, cosa che non permette a chi non vede di leggere il documento in autonomia, rendendo quest’individuo Uguale al resto dei suoi concittadini, rispettosi della Costituzione Della Repubblica Italiana, in particolare, in questo caso, del suo articolo tre. Per essere più chiaro: quanto mi è stato inviato, era talmente stropicciato che non sono riuscito a decifrarne il contenuto in alcun modo. Forse dovrò farmelo trascrivere o dettare, in maniera da poterlo analizzare con calma. Avrò il tempo per farlo o le tasse pagate anche in questo senso sono soldi regalati a chi per vivere ruba il pane allo Stato e la giornata a Cristo?
Adesso mi rinvieranno a giudizio per vilipendio delle istituzioni?
Ma ci sarà da ridere!
Tornando a volar basso. Da quel giorno, la genovese per non incontrare mia madre ha cambiata strada e momenti da riservare alle camminate di chi, se lavorasse, non avrebbe tempo da dedicare a questo sport, mentre quando la stessa donna incontra me ed i miei amici, generalmente cambia strada o sparisce, com’è accaduto lo scorso sei settembre in via San Nicola o, fatto che racconterò a seguire, il precedente diciotto agosto, storia davvero esilarante se non fosse grottesca.