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Le Cicale E Le Formiche

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Giuseppina Moffa, Salvatore Di Maria E Stefano Venditti

Anche Questa E’ Democratia

Qualcuno, nelle Riflessioni pacate che ogni tanto m’invia, mi fa notare che il nostro scrivere, spesso esula dai problemi gambatesani, relegando questi ultimi in seconda categoria, e per questo motivo, sempre a detta di chi obietta, il nome del sito che stai leggendo non sarebbe appropriato.

Tralasciando di rispondere a questa obiezione, (e non perché a casa propria ognuno ha la facoltà di comandare), passiamo a spiegare la principale ragione per la quale, pur scrivendo di Gambatesa, allargo il mio orizzonte, coinvolgendo e rendendo protagonista il mondo intero.

Ritengo, e correggimi se sbaglio, che confrontare gli usi ed i costumi, significhi crescere, apprendendo il meglio da ogni provenienza; inoltre, presentando anche ciò che viene da fuori, dà a me che sono di Gambatesa, la possibilità di far leggere a chi di Gambatesa non è, quanto accade nel nostro borgo, magari per suscitare nell’intelligenza forestiera la curiosità per il nostro vivere, facendo sì che si possa ricevere, oltre alla lettura, anche qualche visita di controllo, utile innanzitutto per dare respiro ad un’economia locale, sinceramente sull’orlo del collasso.
D’altra parte, gambatesaweb significa proprio mettere insieme il particolare del paesello con il generale, proposto dal mondo intero.
Non dal resto del mondo, ma dal mondo intero, mondo quindi che ingloba anche la piccola e per certi versi insignificante Gambatesa.

Pur sconsigliando al Forestiero di venire nel nostro borgo in questo periodo, (secondo le disposizioni di cui ho già parlato, ormai non è più possibile neppure sedersi davanti ad un bar, per rilassarsi, perché la cosa dà fastidio al Sindaco ed alla municipalità tutta, che nega i permessi di occupazione del suolo antistante gli stessi bar, pur potendone trarre indubbio vantaggio dal punto di vista economico), è in quest’ottica che oggi intendo fare il punto, ed avviare un confronto che vede protagonisti due modi di agire, fra loro agli antipodi:
Associazione Borghi D’Eccellenza e Pro Loco di Gambatesa.

Se vai a rileggere tutto il fastidio che ho proposto in quest’anno e mezzo, estrapolate le farneticazioni fuori tema, riconoscerai che, pur presente una forte volontà d’azione, la differenza di risultati ottenuti fra le due realtà che metto a confronto, almeno dal punto di vista politico, risulta abissale.
Mentre infatti, in poco tempo l’associazione dei Borghi D’Eccellenza ha creato un tale trambusto da riuscire a farsi ricevere al Senato della Repubblica, per farsi promettere un patrocinio per le proprie, future attività, (anche con la nota di colore, di cui all’articolo proposto recentemente), la Pro loco di Gambatesa è assillata dal gravissimo problema, consistente nel decidere se è o meno il caso di coinvolgere fattivamente il Sindaco e o i gestori delle poche attività commerciali rimaste in paese, nei progetti e programmi futuri, tesi proprio ad ottenere il risultato che anche i Borghi D’eccellenza si sono prefissati:
Fare soldi, fare soldi, e fare soldi, per permettere all’economia molisana in ginocchio, di rialzarsi e riprendere a correre, cosa che almeno per ora risulta essere un’utopia.

Il problema però, è ancora più generale, se si pensa che, ad esempio, se altre zone della nostra piccola regione, sanno battere i pugni sul tavolo e a calci e morsi, sanno almeno galleggiare, Gambatesa e la valle del Fortore, per questioni di stupido campanilismo e di obsoleto modo di dividersi politicamente, sono Maestri nel saper affondare,

Frana, km 18E700 – km 18E900, SS645, del 12 marzo 2012

SS645 docet.

Per tornare al tema, devo purtroppo dire che avevano ragione coloro che nel dicembre scorso ci chiamarono pezzenti a Tufara, in quel convegno al quale partecipò anche l’onorevole Antonio Di Pietro.

Antonio Di Pietro

Lucio Francario

Al termine di quel convegno, io interrogai il Nostro convenuto, sulla possibilità di evitare l’emigrazione di quei pochi, impavidi giovani, ancora ostinatamente residenti nella nostra valle.
Alla mia riflessione, il Di Pietro mi sconcertò, rispondendomi che “a questa domanda, sinceramente non so come rispondere”.

Mi chiesi, a quel punto, cosa fosse venuto a fare Di Pietro quella sera a Tufara.
Ma mi chiedo:

Se Di Pietro, nelle sue terre di Montenero di Bisaccia “galleggia”, noi della valle del Fortore, perché affondiamo e ci facciamo anche prendere in giro da chi, con la scusa di venire a salvarci, si gode lo spettacolo di questa tragedia?

Insomma:
Se i Borghi D’Eccellenza si consorziano, mettendo in un unico calderone sindaci, religiosi, idee diametralmente opposte ed ogni risorsa investibile,

NOI, NON POTREMMO FARE LO STESSO?

Dal duemila quattro al duemila sei, nel mio piccolo ho partecipato alla Pro Loco, con lo spirito di chi, in fase di annegamento, annaspando, ha cercato di risalire a galla e non è affogato.
In quel periodo, ho potuto apprezzare la vera essenza dell’italiano, visto che, pur essendo un centinaio di soci, si lavorava al massimo in venti, e qualcuno, (di coloro che il lavoro lo vede fare), mentre si preparavano le feste, aveva anche il buon gusto di criticare chi lavorava, stando comodamente seduto davanti a qualche bar, (all’epoca si poteva fare).

Ma la cosa non è fresca di concezione:

Vent’anni fa, avendo la gestione di un esercizio commerciale, la mia famiglia si rese protagonista dell’organizzazione di manifestazioni, (più o meno poi portate avanti), aventi come scopo principale quello di attirare turisti, magari per un giorno, ma di attirare turisti.
Alcune immagini di quel periodo, le ho consegnate a chi, più capace di me, avrebbe dovuto pubblicarle integralmente, cosa che non è stato in grado di fare.
Le immagini le pubblicherò io in occasione del ventennale della produzione, quindi, se non avrò deciso di cessare di disturbarti, o se l’Eterno Padre non disporrà diversamente per me, le pubblicherò nel corso dell’anno venturo, in corrispondenza di ognuna delle feste filmate.

E non è ciò che mi dà più fastidio!

Il vero farmi star male, è consistito allora, nel vedere che mancando il coinvolgimento della Pro Loco e del municipio, (enti allora in forte contrasto fra loro), il nostro lavoro fu boicottato anziché apprezzato, ma nessuno, (che che ne dicano i detrattori), è stato più in grado di investire simili risorse e portare a più alti livelli quanto da noi iniziato.

E poi si piange perché i turisti non vengono!

I Camper, del 31 dicembre 2011

Sì, è vero, in questi ultimi anni, in molti ci hanno onorati della loro presenza, in particolar modo a Capodanno.
Ma ogni anno, si compone di trecentosessantacinque giorni, che in zone come ad esempio Pisa, Firenze, Roma, e chi più ne ha più ne metta, si trasformano in trecentosessantacinque Capodanni di Gambatesa.

Perché a Gambatesa no?

Prendendo a prestito un episodio occorso alla nostra Mina Vagante, ti riporto le parole, a mio avviso sconcertanti, proposte da un trentino, (per l’appunto), in una discussione avuta proprio con Mario.
“Voi, in Italia, (e già ciò è fantastico), avete siti come Pompei, Altilia, Paestum ecc., e non siete in grado di ricavarci da vivere; noi, qui in Trentino, facciamo soldi anche con l’aria”.

Che te ne pare?

Tornando alla differenza di vedute proposta in questa mia farneticazione, va detto che, se pur non come in Trentino, almeno altri molisani, da sempre, sanno come fare per vivere senza per questo dover piangere.

endurance

gymkana

Sport equestri, atletica e quant’altro possa avvicinare l’uomo alla nostra bella natura, vengono sapientemente sfruttati, a costo quasi zero e con ritorni economici.
A Gambatesa, da sempre, l’invidia la fa da padrona; chi ha contato o conta, si ricorda del paesello natio solo in caso di manifestazioni più o meno estemporanee;

Spalti Dello Stadio Giulio Venditti, del 6 maggio 2011

In quanto allo sport, quello praticato a Gambatesa, il più delle volte da persone neppure autoctone, non mi sembra che porti in cassa sostanze da investire per Gambatesa stessa, anzi, spesso, quello “sport” chiede di essere sostenuto.

Infine, (e questa è la cosa più grave), se parli con i pochi commercianti rimasti in loco, come si dice dalle nostre parti, “ti devi rimettere di buona parola”, visto che, al non sapersi proporre, aggiungono una pigrizia ributtante, che poi ci costringe a sentire affermazioni del tipo:
“Gambatesa è un mortorio, a Gambatesa non si vende niente”, ecc.
Costoro, non sanno che per vivere, bisogna Farsi Da Soli, non intendendo perciò, che devono drogarsi in maniera asociale.

SVEGLIA ED ANIMO!

Per una volta, cerchiamo di copiare il copiabile!

Sarà questo il modo di crescere per il futuro, e così facendo, potremmo insegnare noi ai vari Di Pietro che il caso ci proporrà, come rispondere alla domanda che vorrebbe sintetizzare il ritorno della valle del Fortore agli antichi splendori.