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In Giro Con Sara 33

Di Marco Frosali

Il Clistere

La Zoccola Dura E Il Tentato Omicidio Passionale

ROMA, 17 giugno 2018. – Domenica 17 Giugno 2018, secondo giro stagionale con Sara in compagnia della Zoccola Dura del Guzzi Club Roma. Complici le temperature calde della capitale e l’assenza delle pippe della nazionale italiana dai mondiali di quest’anno (cosa che mi ha fatto optare per tifare l’Islanda, che ieri ha bloccato l’Argentina sull’uno a uno), io e Sara decidiamo di andare a fare un giro al fresco delle montagne abruzzesi, in un remake del giro in solitaria di 2 anni fa (In Giro Con Sara 26).

L’appuntamento è stavolta all’autogrill Tuscolana Ovest alla Romanina, in zona Casamonica. Io e Sara arriviamo in perfetto orario e troviamo sul posto Benito, Malagrotta e Gio…

Ritrovo alla Romanina

Ritrovo alla Romanina

…quest’ultimo a bordo dell’ex Quota di Sgam-One, ma profondamente modificato nell’estetica con tanto di 2 grossi fari sporgenti simili agli occhi di un rospo, tanto che così l’ho ribattezzata: “Il Rospo”!

Il ‘Rospo’!

Alla spicciolata, arrivano anche Luigi in tuta di pelle da corsa stile anni ’70…

Luigi-Ago(stini)!

…Alfredo a bordo del suo Griso 1200 8V con qualche problema alla distribuzione che produceva un forte rumore di punterie simile a quello delle vecchie Simca…

Alfredo e la Griso-Simca!

…e in ordine cronologico Er Pirata, Massimo, Giulio, Sgam-One e, udite udite, stavolta Boulevard è stato l’ ultimo: si è fatto fregare addirittura da Sgam-One e Giulio!

Franco Er Pirata!

The President!

Boulevard

Dopo aver preso chi un cappuccino, chi un caffè, chi fatto il vuoto e chi il pieno, la combriccola di oggi imbocca l’autostrada A1 dal casello di Roma Sud per lasciarla, dopo alcuni chilometri, all’altezza di Colleferro da dove si prosegue sulla Casilina in direzione Frosinone. Parte del gruppo prende il largo, così Er Pirata, Benito e io (in ordine di moto con potenza decrescente), ma soprattutto Sgam-One nel ruolo di ‘scopa’ a chiudere il gruppo, li abbiamo persi di vista pensando che si sarebbero fermati più avanti ad aspettarci, ma giunti alla rotatoria sotto Ferentino, Sgam-One ci ordina di fermarci confessandoci: “Ma ‘ndo cazzo so’ annati? Manco c’anno aspettato…io er percorso nun mo’o so studiato! Da che parte dovemo annà?” A questo punto, conoscendo la strada a menadito dato che la faccio spesso quando vado/torno da Campobasso, sapendo che saremmo dovuto passare attraverso il Valico di Forca d’Acero decido di fare io da battistrada imboccando così la superstrada Ferentino-Sora e, da qui, la Sora-Avezzano per poi uscire dopo un paio di chilometri all’uscita Campoli Appennino-Pescasseroli. Qui ci fermiamo ad una piazzola e verifichiamo dove si trovassero gli altri: erano ancora a Sora. Così Sgam-One risponde tramite Whatsapp che ci saremmo trovati al Valico di Forca d’Acero.

Iniziamo a salire e a percorrere una bella strada ricca di curve che passa attraverso un bel paesaggio di montagna, con fitti boschi e fiori di prato dei più svariati colori, sulla quale abbiamo incrociato decine e decine di motociclisti a conferma che è una strada divertente da percorrere, ma senza strafare con l’acceleratore. Anche l’aria e bella frizzante e così, giunti in cima, ci fermiamo al locale baretto ad aspettare gli altri mentre Sgam-One ne approfitta per coprirsi di più. “ ’cci sua che cazzo de freddo! Ma a quanti metri stamo?” Effettivamente eravamo a 1600 metri!

Panoramica da Forca d’Acero

Faggeta di Forca d’Acero

Vecchio Trabiccolo Agricolo

Nell’attesa che ci raggiungessero gli altri, io, Sgam-One, Er Pirata e Benito ci rechiamo al baretto presente a prendere qualcosa, ma era poco fornito per cui optiamo per caffè/cappuccino, mentre io prendo un pacchetto di patatine per placare un po’ lo stomaco. Il bar era poco fornito, ma li davanti c’era una bancarella che vendeva formaggi e salumi prodotti in zona con tanto di cartello che, se uno scambia la prima consonante, potrebbe venire fuori un bel bestemmione!

Prodotti Locali ‘Porco Mio’!

Nel frantunque, ci raggiungono gli altri ‘dispersi’…

Ricongiungimento a Forca d’Acero!

…che subito addossano (bonariamente) la colpa a me! “A’ Marcolì…che strada j’ai fatto fa? Noi ce semo fermati due minuti dopo a’ rotatoria!” Si…ma poi hanno imboccato la superstrada Ferentino-Sora quattro chilometri dopo di noi, per cui abbiamo fatto la stessa strada e siamo arrivati allo stesso punto, quindi il problema non sussiste.

Si riparte e iniziamo a scendere a valle, giungendo a Opi e Pescasseroli e dirigendoci verso Pescina, quando ad un certo punto, un cartello posto all’imbocco della strada che avremmo dovuto percorrere, ci indica che questa era chiusa così che Boulevard torna indietro di qualche centinaio di metri a chiedere ad un benzinaio se fosse chiusa totalmente o era possibile percorrerla con le moto, mentre noi attendiamo il suo ritorno.

Panoramica delle Montagne Abruzzesi nei Pressi di Pescina

Panoramica delle Montagne Abruzzesi nei Pressi di Pescina

Er Pirata!

Tornato Boulevard, ci comunica che la strada non è percorribile: poco male, andando dritti saremmo comunque giunti a Pescin, anche se la strada era meno panoramica, ma va bene lo stesso.

Su questa strada stava per consumarsi il tentato omicidio passionale ai danni…del sottoscritto! Sara sembra non aver digerito affatto l’arrivo del Rondone, così ha tentato di suicidarsi insieme a me: fino a quel punto era andata meravigliosamente quando ad una curva vado ad azionare la leva del freno anteriore, ma questa va a vuoto! “Cavolo! Si sarà formata di nuovo aria nell’impianto frenante…che coglioni!” pensavo, risolvo temporaneamente il problema frenando con il freno integrale (anteriore e posteriore combinato) mantenendo un po’ di distanza in più dagli altri e scalando più spesso di marcia. Quando arriveremo proverò a spurgare un po’ e vedo come va, tanto gli attrezzi dietro li ho. Giunti a Pescina, complice l’uscita dalla chiesa della processione, una vigilessa blocca il nostro cammino e nell’attesa butto l’occhio sulla ruota anteriore e qui LA SORPRESA DELLE SORPRESE: il freno non frenava più semplicemente perché MI SI ERANO SFILATI i bulloni di sostegno della pinza dei freni e questa MI PENZOLAVA PERICOLOSAMENTE accanto la ruota in movimento, col rischio di incastrarsi tra le razze del cerchione bloccandolo e disarcionandomi con conseguenze che vi lascio immaginare. Tra lo stupore mio e degli altri, accostiamo in una strada laterale e grazie all’aiuto der Pirata, (che aveva un bullone della misura adatta), e Malagrotta fissiamo la pinza con l’ausilio anche di una fascetta da elettricista che avevo dietro (siano benedette!) in modo tale da poter proseguire il cammino!

Tentato Omicidio

Tentato Omicidio

Incredibile: in nove anni e circa quarantamila chilometri non mi è mai successo nulla di simile! Anche gli altri hanno sottolineato che già è difficile perdersene uno di quei bulloni, figuriamoci tutti e due!

Credo proprio che Sara sia gelosa all’ennesima potenza e ha cercato di avvertirmi: “O con me, o con nessun’altra!”

Tirato un sospiro di sollievo, il viaggio riprende e inizia anche a piovere. Ci fermiamo così per indossare gli impermeabili, nientemeno che davanti al cimitero di Pescina!

Eh già: se crepavo, almeno la strada per il camposanto era breve!
Ma li mortè!

Dopo tante disavventure in una sola giornata riusciamo a raggiungere così una vecchia conoscenza: il bel centro di Celano, tappa finale del giro di due anni fa quando io e Sara raggiungemmo Sulmona e Pacentro. Posteggiate le moto nella piazza centrale ci incamminiamo nel centro del paese dove, su indicazioni di alcuni abitanti andiamo in cerca di un ristorante dove poter pranzare. Il primo che incrociamo poco prima della piazza era pieno a causa di un matrimonio. Secondo tentativo: comunione. Sgam-One inizia a borbottare: “Ahò! Ar primo er matrimonio, a questo a’ comunione…mo ce manca che trovamo pure quarcuno che festeggia er funerale e ce ne potemo annà!” La fame inizia a farsi sentire. Da dentro un vaso di fiori fa capolino una lumaca: mancava poco che ci mangiavamo quella con tutto il guscio e le corna!

Ciammaruca!

Ma proseguendo lungo le mura del castello…

In Cerca di Cibo nel Centro Storico di Celano!

Celano (Aq): Panoramica di Castello Piccolomini

Celano (Aq): Panoramica di Castello Piccolomini

Celano (Aq): Panoramica di Castello Piccolomini

Celano (Aq): Panoramica delle Montagne Soprastanti

…la fortuna gira dalla nostra parte e troviamo un ristorante quasi vuoto, dove prendiamo subito posto e iniziamo ad ordinare da mangiare e da bere, facendo scappare coi nostri schiamazzi dopo pochi minuti la coppia di avventori che era già presente al tavolo accanto al nostro!

Tutti a Tavola!

La cucina è semplice e tipica della zona anche se alcuni piatti sono rivisitati, come ad esempio i maltagliati con burro, salsiccia e zafferano: veramente ottimi!

Maltagliati con Burro, Salsiccia e Zafferano!

Ma in Abruzzo la specialità è la carne e qui ci siamo sbizzarriti: chi ha optato per una gustosa tagliata di Angus (una razza particolare di bovino) cotta direttamente al tavolo su pietra ollare rovente…

Tagliata di Angus con Rucola e Scaglie di Grana su Pietra Ollare

…chi invece per i classici arrosticini di dimensioni intermedie tra un arrosticino classico e uno spiedino.

ArrosticiOni!

Il tutto accompagnato da cicoria ripassata e patate al forno…

Cicoria Ripassata

… e da ottimo vino locale: Montepulciano d’Abruzzo, cos’altro altrimenti?

C’ncion!

E dopo un ottimo liquore alle erbe autoprodotto dai gestori e un caffè ristoratore, pagato il conto di 27 euro a persona, decidiamo che è ora di fare ritorno a Roma. Ma il tempo che ha scaricato acqua durante tutto il pranzo, non accenna a migliorare, anzi. Giusto il tempo di riprendere le moto e indossare gli impermeabili che percorse poche centinaia di metri, inizia a diluviare in maniera abbastanza consistente, tanto che nei pressi di Avezzano, anziché proseguire sulla Tiburtina decidiamo di imboccare l’autostrada portandoci dietro una bella scarica d’acqua per circa trenta chilometri percorsi a non più di sessanta-settanta chilometri orari fino all’altezza di Magliano dei Marsi dove il tempo, seppur ancora nuvoloso, smette di piovere. Piano piano il gruppo si sfalda: io, Benito, er Pirata e Massimo nelle retrovie procediamo insieme fino a Tivoli, dove io e il Pirata ci fermiamo all’ultimo autogrill per toglierci l’impermeabile e andare al bagno, mentre gli altri due proseguono verso Roma. Poco dopo, all’autogrill ci raggiunge anche Boulevard che si era fermato con gli altri all’area di servizio precedente e, dopo una breve chiacchierata, fatti gli ultimi chilometri di bretella ci salutiamo e ci separiamo dopo una giornata lunga ed estenuante che finalmente giunge al termine senza ulteriori intoppi!

Secondo giro con la Zoccola Dura con tanta acqua e un po’ di brividi: stavolta Sara è stata chiara e ci ha provato a farmi fuori. Probabilmente reggere il ritmo degli altri mi porta a tirare un po’ di più le marce e le vibrazioni si fanno sentire. Non mi resta da fare che una bella scorta di bulloni con dadi autobloccanti e, giusto per stare più tranquillo, anche qualche goccia di frena filetti. Ma col tempo sono sicuro che riuscirò a placare il suo animo caliente e a farla andare d’accordo con la sorellona.

Al prossimo giro!