Di Marco Frosali
Il Ritorno Di Sara Nella Zoccola Dura
ROMA, 11 giugno 2018. – Dopo circa 7 mesi di riposo, Sara esce dal letargo pronta di nuovo a divorare l’asfalto. Ma prima di parlare del giro odierno occorre fare un preambolo e tornare indietro di una settimana, quando dopo essere sceso a Campobasso col Rondone in occasione del Corpus Domini lo scorso due Giugno, decido di far sgranchire un po’ i cilindri anche a Sara, (NDR: Sara è la prima e più piccola moto di Marco), ferma in garage dallo scorso Ottobre quando decisi di metterla a riposo a causa di un incidente che ci ha visti coinvolti senza gravi conseguenze i primi di settembre.
Smonto la batteria dal Rondone e la monto su Sara che all’inizio si è dimostrata piuttosto contrariata dell’arrivo della sorellona, partendo col cilindro sinistro ingolfato e col carburatore destro bloccato in accelerazione: Gelosa!
Data una sistemata al carburatore destro e alla candela sinistra risolvo il problema e riesco di nuovo ad udire il suo inconfondibile rombo, posizionandola accanto alla sorellona e scattando una foto in cui è palese la differenza di dimensioni:
Differenza che si fa ancora più netta quando le risalgo in sella: dopo tre mesi di Rondone mi sono sentito come a bordo di un triciclo e, tornando a Roma, ad ogni curva avevo l’impressione di perdermela da sotto le chiappe, tanto che sono arrivato a pormi una bella domanda: “Come cazzo ho fatto ad arrivare in Francia, Austria, Slovacchia, Ungheria, Croazia e Slovenia divorando chilometri su chilometri senza particolari problemi?”
Portata Sara a Roma senza ulteriori difficoltà, ieri ho colta l’occasione per ripresentarla ai trucidi guzzisti della Zoccola Dura che avevano in programma di presenziare ad un motoraduno a scopo benefico in quel di Amatrice, organizzato dal locale motoclub ‘Bertolla Garage’, (il cui ex presidente e fondatore è purtroppo deceduto durante il forte terremoto del duemilasedici), in collaborazione col motoclub ‘I Moto Patitori’ di Latina, il cui presidente Fabio è un nostro amico.
Dopo un breve scambio di messaggi tramite Whatsapp avviso anche Stefano, l’ex proprietario di Sara che saremmo andati ad Amatrice: lui era in servizio a Fermo (distante circa un ora e mezza) che mi assicura che ci avrebbe raggiunti dopo pranzo. Il luogo prefissato come appuntamento per la partenza è l’Autogrill Salaria Est della diramazione che conduce all’autostrada A1, dove io e Sara giungiamo in perfetto orario e dove erano già presenti Boulevard, Franco (ribattezzato ‘Er Pirata’ per via dei suoi occhiali con una lente trasparente e l’altra oscurata a causa di un problema di sensibilità alla luce dell’occhio sinistro),Malagrotta, Fernando e Umberto, un neo arrivato.
Chiaramente la presenza di Sara coglie tutti di sorpresa. Iniziano le domande: “E l’altra ‘ndo sta? Com’è che sei venuto co’ Sara?” Ed io: “Per farla girare un po’ che è ferma da Ottobre. Il Rondone per adesso è a Campobasso!” taglio corto per evitare il terzo grado. Gli ultimi ad arrivare sono Sgam-One e Giulio e così, alle otto e mezza circa, il gruppetto di tutto rispetto imbocca la diramazione di Roma Nord e, uscendo a Fiano Romano, la Salaria. Qui Boulevard mi concede l’onore di fare da battistrada: essendo la Salaria piena di autovelox ed essendo munito di orologio gps oltre che della moto meno potente, abbiamo potuto mantenere una media di circa 70-80 km/h senza troppi patemi d’animo fino ad Antrodoco, dove abbiamo fatto la classica sosta dall’ormai famoso ‘Pastarellaro’, dove io ho preso un ottimo cannolo e Franco Er Pirata un bel cornettone ripieno coi quali facciamo una foto…mossa!
Ripartiamo e dopo circa quaranta chilometri giungiamo al punto di incontro nei pressi di Torrita di Amatrice, dove ci incontriamo col resto dei partecipanti al giro odierno e dove versiamo la quota di venticinque euro per partecipare al giro (ricevendo alcuni gadgets) e per il pranzo.
Mentre ci stavamo sgranchendo le gambe, un forte rumore attira la nostra attenzione: una moto parcheggiata sul cavalletto laterale, a causa di un cedimento del terreno cade rovinosamente su quella posteggiata accanto coinvolgendo, come in un effetto domino, almeno altri tre motoveicoli in parcheggio.
Dopo il raddrizzamento delle moto cogliamo l’occasione per scattare una foto di gruppo…
Verso le undici e mezza si parte per il giro con un nuovo capitombolo di un’altra moto che va a centrare quella posteggiata accanto, ma col suo centauro a bordo stavolta!
Che giornata strana!
Spero che non ci siano altri intoppi!
Il giro è breve: passiamo per alcune frazioni di Amatrice in cui gli effetti devastanti del sisma sono purtroppo ancora ben visibili. Macerie, macerie e nient’altro che macerie. Case lesionate e puntellate, case in fase di ristrutturazione e altre in buone condizioni. Ovviamente non c’era nulla da fotografare, se non il paesaggio, ma non ho avuto modo di poterlo fare. L’unica foto l’ho fatta all’arrivo ad Amatrice: un palazzo lesionato e disabitato con dei cumuli di macerie sulla destra nei pressi del piazzale dove avevamo posteggiato le moto…
…da dove abbiamo raggiunto a piedi il vicino parchetto in cui era presente il monumento alle vittime del terremoto…
…davanti al quale i presidenti dei motoclub organizzatori l’evento hanno deposto una corona di alloro in memoria delle vittime.
Dopo la deposizione e un lungo applauso da parte nostra, il presidente dei Moto Patitori e la Presidentessa di una associazione turistica Amatriciana hanno ringraziato tutti coloro che erano presenti e letto il giuramento del motociclista, una promessa che noi motociclisti non lasceremo mai sole queste persone promettendo di tornare spesso e volentieri, da soli o in compagnia.
Dopo aver onorato questo rito ci dirigiamo tutti verso il vicino villaggio turistico ‘Lo Scoiattolo’ dove, all’interno di una grossa struttura sotto un tendone simile a quello di un circo, si è tenuto il pranzo.
Dopo esserci accomodati ai nostri posti iniziamo a pregustare il pranzo. Nell’attesa io, Er Pirata, Malagrotta e Umberto iniziamo a tracannare dell’ottimo vino e fare un antipastino con delle olive ascolane.
E dopo alcuni minuti ecco l’abbondante carrellata di piatti:
Stavolta la presenza di Malagrotta al nostro tavolo si rivela l’arma in più: la sua atavica fame infatti, gli fa sciogliere talmente i freni inibitori che inizia a rompere le scatole a chiunque del servizio passasse nelle vicinanze, reclamando porzioni in più. In questo modo abbiamo potuto divorare ben due piatti di gricia e due di amatriciana, che ve lo dico a fa’? Veramente ottime!
Ma Sgam-One osserva rabbioso la nostra performance: “Ancora state a magnà? Fate schifo ar cazzo!” Convinto di averla combinata grossa, Malagrotta si imbroncia un pochino…
…ma si riprende alla grande poco dopo, alla vista di un bel pezzo di prosciutto arrosto che, dopo dodici ore di cottura lenta è stato fatto sfilare flambè fra i tavoli…
…prima di essere tagliato e servito!
Anche qui, grazie al buon Malagrotta, riusciamo a mangiarne ben due porzioni a testa!
Ma non finisce qui! Dopo il discorso di Fabio e la consegna di numerosi utensili e confezioni di olio motore donati da ogni motoclub a quello locale…
…e la consegna da parte di Sgam-One a Fabio di alcune poesie (sicuramente improbabili) der Poeta (quest’oggi assente)…
…si passa alla torta…
…e successivamente al brindisi a base di prosecco. E dopo la soddisfazione di Malagrotta che tenta un approccio con la cuoca, riempiendola di complimenti (meritatissimi)…
…e gli accenni di papagna da parte der Pirata…
…alle quattro del pomeriggio si riparte per fare ritorno a Roma, ma di Stefano nessuna traccia, così gli mando un messaggio per avvisarlo, tante volte avesse avuto problemi a venire. Percorrendo a ritroso la SS4 Salaria e facendo una pausa caffè di nuovo dal ‘Pastarellaro’ di Antrodoco, prima di salutarci all’area di servizio appena imboccata la diramazione di Roma Nord dove mi accorgo di essermi perso la serratura della sella di Sara a causa delle vibrazioni che durante il viaggio mi hanno creato alcuni problemi con i bulloni del telaietto porta borse, sprovvisti di dado autobloccante. Controllando il cellulare, mi accorgo che poco prima mi aveva risposto Stefano: un componente del suo gruppetto ha avuto un incidente con la moto nei pressi di Arquata del Tronto, fortunatamente senza gravi conseguenze, ma l’incontro con Sara dopo 9 anni è slittato di nuovo: Sarà per un’altra volta!
Come primo giretto stagionale Sara si è comportata più che bene: ormai ho fatto il callo col Rondone e la differenza di maneggevolezza, comfort e prestazioni è evidente, ma il primo amore non si scorda mai.
Per quanto riguarda il giro ho molto apprezzato la voglia di reagire e rialzarsi della popolazione delle zone terremotate: dopo Visso dove sono passato di striscio nel lontano duemilanove quando andai a vedere e contrattare l’acquisto di Sara nella vicina Amandola, stavolta ho potuto vedere Amatrice e rimpiangere di non averla potuta visitare quando era ancora tutta intera. Rinascere dopo un sisma che ancora oggi fa sentire la propria presenza e, soprattutto, con scarsi aiuti da parte delle istituzioni che vengono qui solo per fare campagna elettorale (per la cronaca: il giorno successivo sono andati in visita prima Salvini e poi Conte), ai sopravvissuti non rimane altro da fare che rimboccarsi le maniche e ricostruire piano piano le cose partendo dal turismo e se la risposta è eloquente come nei 2 motoraduni a cui ho preso parte quest’anno, sicuramente ci si può riuscire.
Sperando di poter tornare in queste zone in altre occasioni, da solo o in compagnia, non mi rimane altro da fare che salutarvi.
Al prossimo giro!