Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet Da Marco Frosali
Altro Che Polisportiva Di Gambatesa!
Tufara, 19 maggio 2018. – Eccoci dunque a saggiare le prime reazioni all’attesa chiusura di gambatesaweb. Come generalmente facciamo il sabato, visto che a Gambatesa, al di là di tutto non si batte chiodo e che nulla si fa, a parte bere e qualche volta chiacchierare del più e del meno in attesa di tempi migliori, io e Totore siamo andati a Tufara, presso il bar Adamo del nostro amico Salvatore Nardacchione e lì, con un po’ di curiosità per la reazione, dopo aver salutato come di prassi ho detto: visto che siamo al dunque? Ed ho raccontato quanto già precedentemente esposto. La reazione è stata quella attesa: “si sapeva che prima o poi sarebbe successo! Cercano di avere un potere che si ritorcerà contro di loro!”.
Mentre si discettava sul come reagire, ecco che si presenta un gruppetto di ragazzi con una capiente busta che di lì a poco avremmo aperta, almeno per capire cosa contenesse. Erano panini al prosciutto, grazia di Dio che i giovani in questione avevano portato a noi nel bar per permetterci di partecipare alla loro festa. Ma che si festeggiava? Noi, sicuramente niente, atteso che ufficialmente eravamo morti! Gli amici tufaroli invece, stavano festeggiando la fine del loro campionato di calcio che, udite udite, li aveva visti arrivare ultimi in classifica.
Un po’ perplessi, io e Totore stavamo a guardare e nello stesso tempo a porci una domanda: ma come, questi arrivano ultimi e fanno festa? Si sta ribaltando il mondo? Al che, abbastanza inaspettata, arriva la risposta da parte di uno della comitiva, unitamente a due panini che ci sono stati offerti di vero cuore: “Ogni momento è buono per far festa!”. A questo punto mi è venuto spontaneo dire: ma noi non siamo di Tufara! Affermazione cui è stato risposto: “Per noi, gli amici non hanno targa!”, con il relativo toccare dei nostri, con i bicchieri di chi ci stava offrendo i panini, imbottiti di ottimo prosciutto, ma soprattutto di quella voglia di vivere spensieratamente e di solidarietà vera, regalataci nel prosieguo della discussione, non appena i nostri nuovi amici hanno saputo di quant’era da qualche giorno capitato a gambatesaweb.
Quanto stava accadendo di bello a Tufara, faceva il paio con quanto precedentemente raccontavo qui, cosa ancora da noi non conosciuta, cosa che avremmo saputo solo due giorni dopo, cosa che comunque andava sommata a quanto accaduto in precedenza a Gambatesa, proprio dopo aver parlato bene, (e non scherzo), della polisportiva locale che mi pare nulla abbia a che spartire con quella tufarola, cosa per la quale, unitamente ad altro detto a proposito di quell’azienda privata che risponde al nome di chiesa cattolica di Gambatesa, ha permesso che mi accadesse quanto scrissi il diciannove novembre duemiladodici, ed il ventisette dicembre successivo a proposito della mia cacciata, prima dalla locale chiesa cattolica, (torneremo a trattare dell’argomento per qualcosa di grottesco accaduta lo scorso trenta settembre), poi dalla squadra di capodanno, cosa per altro della quale oggi ringrazio, vista la piega che ha presa quel gruppo.
Andando a chiudere questa bella parentesi, a chi mi chiederà il perché io non mi trasferisco a Tufara, viste le mie amicizie, rispondo quanto già proferito a coloro che avrebbero voluto mandarmi ad abitare nei paesi limitrofi o a Campobasso, ovvero avrebbero e vorrebbero mandarmi a quel paese senza tanti complimenti: io sono nato a Gambatesa e piaccia o no vi resto, nonostante tutto, almeno per vedere fino a che punto arrivi la protervia di chi, sconfitto in partenza, cerca di ottenere un effimero potere del tutto provvisorio, basato sul ricatto e non su vera amicizia, così da deridere di cuore al momento opportuno questi numeri, via via più risicati, via via più in stato d’estinzione anche se non ufficializzata da funerali, più o meno partecipati, più o meno ricordati.