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Enews 524, giovedì 19 aprile 2018

Di Matteo Renzi

Ben ritrovati, care amiche e cari amici.
Ho saltato un paio di settimane nel nostro filo diretto e spero che possiate perdonarmi.

Ho iniziato a viaggiare in giro per il mondo, come un ex premier deve fare, compatibilmente con gli impegni da Senatore. Viaggiare serve per restare aggiornato, per aiutare le realtà italiane, per imparare. La visita in Qatar è stata dovuta all’inaugurazione di una splendida Biblioteca Nazionale voluta dalla Sceicca Mozah che avevo incontrato a Palazzo Chigi: ricordate il nostro slogan “per ogni euro investito in sicurezza, un euro investito in cultura”?

Lo trovo più attuale che mai. La difesa della cultura, l’investimento nella conoscenza: questo è il primo modo per prevenire il terrorismo, per combattere la povertà educativa, per affermare una visione diversa della nostra società. Ci credo molto. E del resto, come diceva Marguerite Yourcenar, “fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l’inverno dello spirito”.
Vedere bambini e soprattutto bambine stare in biblioteca con un libro in mano è il gesto più rivoluzionario per il Medio Oriente e per il mondo intero.

Non posso aggiornarvi sull’attività parlamentare perché fino a quando non si forma il Governo  le Commissioni non partono. E l’Aula procede a rilento. D’altro canto eravamo stati facili profeti nel dire che dopo la bocciatura della riforma costituzionale formare un Governo sarebbe stato molto complicato per chiunque. Non faccio dunque polemiche: questa situazione era stata largamente annunciata da chi come noi aveva combattuto per quel referendum. Adesso, come abbiamo detto dal primo giorno, tocca ai vincitori delle elezioni. E vediamo se saranno in grado di farcela. Tocca a loro, come diciamo da sempre.

Nel 2014, quando siamo andati al Governo, non avevamo tempo. Avevamo l’acqua alla gola. Nel giro di qualche settimana abbiamo dovuto dare la svolta. Nei primi 45 giorni – gli stessi che ci separano dal voto del 4 marzo – avevamo già approvato le misure di urgenza: gli 80 euro, il tetto ai dirigenti pubblici, la diminuzione dell’Irap per le aziende, i primi decreti legge su PA e Lavoro.
Avevamo del resto un PIL a meno 2%, il Fiscal Compact senza flessibilità in agguato, la questione immigrazione esplosa e una crisi aziendale dopo l’altra. Non potevamo permetterci il lusso di rinviare.
Oggi la situazione del nostro Paese è migliore. E bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di riconoscerlo. Il Fondo Monetario ha appena rivisto al rialzo le stime sul PIL, gli occupati crescono secondo i dati INPS, i flussi migratori sono in netto calo. Persino su alcuni argomenti poco piacevoli come il pagamento delle tasse, chi in queste ore è alle prese con la dichiarazione precompilata tocca con mano le novità dei nostri mille giorni.
C’è ancora moltissimo da fare. Ma l’Italia sta meglio rispetto a quattro anni fa grazie alle riforme. E se anche non ci viene riconosciuto dalla grande maggioranza dei commentatori, tutti sanno che questa è la verità.
Chi in queste ore sta trattando per formare il Governo sa di non avere la spada di Damocle come avevamo noi quattro anni fa. Da italiano sono contento. Perché per noi l’Italia viene prima di tutto. Vi leggo sempre volentieri: matteo@matteorenzi.it

A quelli che sentono la mancanza delle nostre iniziative politiche (e magari mi contestano di essere troppo lontano come mi hanno scritto in tanti dopo la pubblicazione di questo post) vorrei inviare un abbraccio grande. E l’invito a sbarrare nell’agenda le date 19-20-21 ottobre 2018. Quel fine settimana tornerà la Leopolda. Si chiamerà “La prova del Nove” e il titolo non ha bisogno di molte spiegazioni. Sarà il nono anno, certo. Ma non solo per questo sarà la prova del Nove.

Sto ricevendo molte segnalazioni del popolo delle E-News su argomenti specifici da portare all’attenzione del Senato. Vi sto leggendo e vedo che ci sono molti stimoli. Ci sono molti colleghi bravissimi e cercherò d’accordo con il capogruppo Marcucci di farmi aiutare da loro per affrontare i tanti spunti che mi state ponendo. Ai sindaci, soprattutto, dico che ci sono dei bravissimi colleghi – sia alla Camera che al Senato – che hanno fatto esperienza come primi cittadini. Vorrei che i sindaci di tutta Italia, di qualsiasi colore politico, sapessero che siamo a disposizione per cercare di affrontare insieme le questioni delle singole comunità. Proporrò che si costituisca un gruppo di lavoro su questi temi, coordinato da un ex sindaco.

Per quello che riguarda il mio meraviglioso collegio, segnalo una bella iniziativa del Sindaco di Firenze sull’educazione civica, che mi impegno a portare avanti insieme ai colleghi appena iniziati i lavori. Segnalo anche un paio di date: il millenario dell’abbazia di San Miniato che parte il prossimo 27 aprile e il prossimo 7 maggio una bella iniziativa sull’Aeroporto organizzata al teatro Puccini. Sul fronte sanitario ho partecipato all’inaugurazione della Fondazione Paolo e Marlene Fresco a Fiesole con la nuova sede che sarà centro di iniziative per la lotta contro il Parkinson, in collaborazione con New York University e istituzioni italiane.

Pensierino della sera. Vorrei che arrivasse un abbraccio grande a Paolo Borrometi e a Federica Angeli. Sono due giornalisti, minacciati per ciò che hanno scritto. Minacciati cioè per aver fatto il loro lavoro. Vorrei che sentissero forte l’affetto del popolo delle E-News ma anche di tutte le donne e gli uomini di buona volontà del nostro Paese. Vivere sotto scorta non è piacevole nonostante la professionalità degli agenti che ti aiutano. Farlo perché sei un giornalista è inaccettabile. Mi sono lamentato spesso del modo con il quale molte testate ci trattano (e continuerò a farlo, naturalmente 🙂 ). Ma vedere due ragazzi più o meno della nostra generazione rischiare la vita per quello che hanno scritto è inaccettabile. Un abbraccio a Paolo, un abbraccio a Federica, noi siamo con voi. Comunque e ovunque.

Un sorriso, amici
E buon 25 aprile a tutti!
Matteo

P.S. Segnalo una bella intervista di oggi a Francois Hollande, la trovate qui.

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