Di Marco Frosali
I Borghi Fantasma
E’ ormai iniziata la primavera: le giornate si sono allungate grazie all’ora legale, le temperature cominciano ad essere gradevoli e il tempo sembra essere più stabile. Quale migliore occasione per fare un altro bel giro in moto? Ormai i dintorni di Roma si conoscono quasi a menadito, ma tuttavia resta sempre qualcosa di nascosto da scoprire senza nemmeno fare lunghi tragitti. Sguazzando nel web, mi sono imbattuto in alcune foto riguardanti piccoli borghi che conosco molto bene avendo lavorato 2 anni nella zona di Viterbo, luoghi che non ho mai avuto modo di visitare in maniera approfondita in quanto ero ancora alle prime armi come motociclista e che ora, stimolata la mia curiosità, ho deciso di andare a vedere.
Mi avvio alle 9 di ieri, otto Aprile, da casa ed anche stavolta il Rondone parte al primo colpo! Percorsi pochi km, faccio sosta al distributore di benzina a ridosso del grande raccordo anulare, uscita Prenestina, dove saluto i membri del gruppo Facebook dei Guzzisti Anonimi che vanno a fare un giro mordi e fuggi in quel di Capranica Prenestina.
Ma dato che a me le cose mordi e fuggi non piacciono in quanto preferisco mordere e basta, dopo averli salutati declinando il loro invito ad andare con loro (sarebbero rientrati ad ora di pranzo e io non sapevo cosa fare) imbocco prima il raccordo anulare e poi la Cassia Bis in direzione Viterbo e, da qui, tramite la Teverina passo il piccolo centro di Grotte Santo Stefano giungendo dopo circa 2 ore di viaggio, nel piccolissimo borgo di Montecalvello, frazione di Viterbo.
Il borgo è molto piccolo e complice anche l’orario di messa, era completamente deserto. Parcheggio il Rondone in una piccola piazzola antistante l’ingresso al centro storico…
…un ingresso particolare costituito da un classico archetto e da una stradina in pietra molto stretta che passa sotto delle particolari volte ad arco facenti parte del locale castello, il castello di Balthus, in quanto acquistato nel 1970 dal conte Balthasar Klossowski de Rola, pittore franco-polacco contemporaneo celebre con il nome di Balthus, scomparso nel 2001, la cui famiglia ne è tuttora proprietaria, ma risalente all’epoca dei Longobardi e appartenuto a potenti famiglie quali i Monaldeschi e i Doria Pamphili.
Il piccolo centro storico è completamente abbandonato, ma il tutto, crea nel borghetto un atmosfera magica in cui il tempo sembra essersi fermato in un’epoca nella quale non esistevano automobili, tecnologia e soprattutto, lo stress!
Il silenzio assordante e surreale presente nella piazzetta, mi ha indotto a prendermi qualche minuto di relax seduto su un muraglione a strapiombo sulla vallata sottostante, dove erano presenti dei ruderi di una torretta e anche dei calanchi, tipiche forme di erosione del terreno molto frequenti in questo territorio.
Tornato dal Rondone, ecco che il piccolo borgo sembra animarsi: un gruppetto di 6-7 persone, oltre al parroco escono dalla piccola chiesetta presente al termine della funzione.
Ripartiamo…
…e ci dirigiamo verso la seconda tappa di giornata e così, dopo circa 20 km giungiamo in un altro piccolo paese, anche se molto più vivo di Montecalvello: Civitella d’Agliano.
Non faccio nemmeno in tempo a posteggiare il Rondone ed entrare nel centro storico che subito la mia attenzione viene attirata dalla presenza di 2 particolari sculture realizzate da un artista locale saldando fra di loro pezzi meccanici di automobili, quali frizioni, giunti, valvole, bielle e ingranaggi.
Attraversando un’antica porta…
…faccio il mio ingresso nel caratteristico centro storico…
…dove tutte le case sono in tufo e con i blocchi caratteristici bene in vista, senza intonaci a deturparne l’aspetto. Giungo dopo circa 10 minuti, nella piazza principale del centro storico…
…dove si staglia la torre sui resti del castello dei Monaldeschi…
…che è possibile visitare in determinati orari, previo appuntamento, salvo prenotazione alla locale proloco, presente in un piccolo chalet in piazza, dal quale vengono fornite tutte le informazioni utili ai turisti, oltre ai numeri di cellulare dei responsabili locali, da contattare per ricevere ulteriori informazioni o in caso di aiuto!
Uscendo dal centro storico attraverso un’altra porta…
…vado a recuperare il Rondone e, insieme, ci dirigiamo verso quella che sarebbe dovuta essere la terza tappa di giornata: Civita di Bagnoregio. Il ‘Paese che muore’, ormai quasi disabitato a causa dei calanchi e del terreno franoso su cui sorge, è sempre un gioiellino da visitare e tappa obbligatoria per chi viene da queste parti, ma oggi era pieno all’inverosimile. Addirittura i numerosi parcheggi presenti nella parte nuova del paese erano colmi di macchine per cui ho dovuto desistere e allungare il giro fino alla vicina Lubriano, da cui ho potuto scattare delle foto a Civita che si trova proprio di fronte a poco meno di 100 metri in linea d’aria, potendo così verificare l’affollamento di turisti, ben visibili sul piccolo ponte che porta al borghetto e dal riflesso dei parabrezza delle numerose auto posteggiate in uno dei vari parcheggi.
Grazie alla funzione dell’autoscatto, ne faccio uno col Rondone…
…prima di ripartire per cercare una trattoria/agriturismo/ristorante presso cui fermarmi per il pranzo, visto che in zona ce ne sono diverse, ma la telefonata dei miei amici di Montefiascone che mi invitavano a mangiare da loro mi ha convinto ad una breve deviazione di circa 10 km, in modo tale che, dopo essermi rifocillato abbondantemente, fatto un breve riposo per facilitare la digestione, alle 16.30 li ringrazio e saluto e mi dirigo verso l’ultima tappa di giornata: il ‘Borgo Fantasma’ di Celleno.
E’ strano dover ammettere che io in questo paese ho lavorato per quasi 2 anni, ma nella parte nuova, trascurando del tutto l’esistenza della parte storica che, come potrete vedere è un vero e proprio gioiellino.
Giunto nei pressi del borgo, posteggio il Rondone e mi imbatto in un quintetto di motorette d’epoca!
Il borgo fantasma si staglia su un piccolo cucuzzolo soprastante la parte vecchia di Celleno e proprio come Montecalvello e Civita di Bagnoregio, si trova su un costone tufaceo che, a causa di smottamenti che hanno danneggiato le numerose case qui presenti, a partire dagli anni ’50 è totalmente disabitato.
Giunto nella piazzetta principale, l’edificio che salta più agli occhi è il Castello degli Orsini, residenza di un altro pittore ormai deceduto da circa un anno: il Maestro Enrico Castellani.
Un altro edificio ancora intatto oltre al castello, è una piccola cappelletta…
…mentre il resto delle case è ridotto purtroppo allo stato di ruderi…
…dei quali si sta rimpossessando la natura…
…e fra i quali spicca quello della chiesa di San Donato.
Dopo questo giretto molto interessante nel quale ho potuto osservare un borgo ‘fantasma’ di nome, ma piuttosto frequentato da turisti alcuni dei quali stranieri, uscendo dal borgo…
…prendo un caffè al locale baretto, recupero il Rondone e, dopo circa 110 Km (260 in totale), faccio rientro a Roma stanco, ma al tempo stesso soddisfatto per aver potuto ammirare 3 piccoli gioiellini che sono soltanto una goccia nell’immenso mare di luoghi da vedere nella nostra Italia!
E’ proprio vero: a volte bisogna approfondire e visitare gli angoli più nascosti per renderci conto di quanta ricchezza abbiamo a portata di mano, della quale ignoriamo il valore. Sfruttare queste ricchezze incentivando il turismo è l’unico modo per ripopolare piccoli borghi, altrimenti destinati a scomparire entro pochi anni.
Sperando che il tempo regga anche nei futuri week end, non mi resta che darvi appuntamento al prossimo giro!