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Elezioni Politiche 2018: Analisi Senza Criterio

Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet Da Salvatore Di Maria

Superficialità Politica E Gestionale?

Bara PD Verso L’Ultimo Viaggio

L’immagine (scherzosa) rubata in Rete che il nostro fotografo di fiducia ha voluto fornirmi, è la sintesi del risultato di queste elezioni; io arrivo ultimo nel significartela e dopo che ieri anche la nostra Mina vagante è esplosa a livello nazionale, ti vengo a tediare, spostando però il focus e puntandolo senza pietà sulla “Vergine Molise” per palpeggiarla per bene, da quel “sessista e volgare” quale sono stato definito da concorrenti in Rete, quale pertanto mi onoro di essere. A me, da cittadino che con il suo scrivere protesta al di sopra delle righe per la mancanza di rispetto che la politica tout court riserva al sacrificio di chi lavora e cerca di essere il più possibile onesto, intanto con sé stesso e poi con lo Stato del quale fa parte, sinceramente non interessa piangere sul morto e sulle cause di tal disgrazia, soprattutto per via del fatto che non ho potuto esprimere il mio consenso, stante l’assenza del candidato per il quale avrei voluto votare. La vita però va avanti e quindi sarà il caso di dire la mia, in attesa dello sviluppo degli eventi.

Siccome il prenderlo nel deretano degli italiani non cambierà di certo con queste inutili elezioni, partendo proprio da dietro, elimino immediatamente i partitini, fra i quali c’è chi in Molise, proprio per uno degli errori gestionali di chi in questa regione è all’apice, ha ricevuto un insperato seggio, utile ai petenti e votanti, quanto il due di spade quand’è briscola denari, tolto ovviamente il vantaggio economico per chi su quella poltrona andrà a sedersi.

Passando a chi da destra si vanta di una vittoria che costerà ai partiti e poi alla gente che paga le tasse, le proverbiali lacrime e sangue, va detto che se pur senza rappresentanza parlamentare, in Molise si è sostanzialmente rivista la parte Dorotea della Democrazia Cristiana, cioè quel nucleo che alla fine della fiera avrà comunque voce in capitolo, soprattutto se, guardando avanti, ci proiettiamo al supplemento di rottura di zebedèi, identificabile nelle prossime elezioni regionali, separate ad arte da chi ha pensato di utilizzare quest’ulteriore manna per pezzenti a tempo determinato come coloro che si scannano per occupare per quei due o tre giorni i seggi, opportunamente ricostituiti alla bisogna, come ripiego per non finire, in massa, direttamente col culo per terra.

Per spezzare la monotonia, restando nel ricordo della “balena Bianca”, eccoci ai veri sconfitti, vale a dire alla “Sinistra di Base” del defunto mastodonte, fazione politica che da poco più di due lustri ha preso il nome di Partito Democratico. Oggi, del constatato stramazzare, si dà la colpa a Matteo Renzi, così come si fa quando una squadra di calcio retrocede con l’affibbiare ogni responsabilità al di lei allenatore. In innumerevoli occasioni, mi sono permesso di consigliare chi ho ritenuto e continuo a considerare l’unico mio degno rappresentante, in merito alle azioni politiche da compiere in Molise per vincere la “partita”; io dico da tempo che Renzi avrebbe avuta la meglio, solo se fosse sceso a compromessi con la peggiore parte della Democrazia Cristiana, mai veramente morta, quel tumore maligno che ha infettata irrimediabilmente, (“guidandola” e, perdona il francesismo: sbattendosela come una porta aperta nel bel mezzo di un uragano), la “Vergine Molise” durante la Prima repubblica con i nefasti risultati che oggi siamo costretti ad accettare come dati di fatto incontrovertibili; il “Duce Fiorentino” avrebbe trionfato, ma l’abbraccio mortale di quella piovra, se non ucciso, avrebbe quantomeno ridimensionato l’ormai “FU” segretario PD nei progetti che a Firenze, a tutt’oggi, vedono Matteo vincente ed eletto, alla faccia dei gufi. Il mio farneticare, in tutto il suo essere disgrazia, per Renzi ed il PD, in Molise si è puntualmente attualizzato e la cosa è accaduta da noi, così come nel resto d’Italia.

Ma si poteva salvare la situazione?

In merito ad una Sana gestione di qualsiasi partito, un discorso saggio e sinceramente apprezzabile è stato proposto in tema da uno degli ultimi Comunisti con la C Maiuscola, vale a dire Emanuele Macaluso: Il Nostro, ieri mattina, in “Radio Anch’Io”, programma trasmesso da RAI Radio Uno, ha sostanzialmente affermato che il Partito Democratico ha perso, (soprattutto al sud), in quanto questa compagine non ha più in sé chi accoglie la Gente, ascolta i cittadini e vive con il Popolo. A me è venuto da sorridere, pensando che a Gambatesa, il partito in questione ha chi la Massa, (non gemente e leccante), la caccia direttamente, cosa che tralascio per ora di rimarcare perché risultando al momento inutile prolissità, ci porterebbe troppo fuori tema.

Restando sui giusti binari, va detto che quanto da me espettorato venerdì scorso a proposito di chi, forse per vergogna, non appare come nominativo nemmeno più sulle tabelle dei risultati elettorali ottenuti nel borgo, (ELEZIONI POLITICHE DEL 4 MARZO 2018 RISULTATI SENATO, ELEZIONI POLITICHE DEL 4 MARZO 2018 SCRUTINI CAMERA DEPUT, fonte: Comune Di Gambatesa, leggi per credere), come farneticazione espressa da un pazzo, evidentemente l’idea da considerare assennata già albergava nelle menti savie di molti concittadini di chi si permette l’ardire di cercare di svegliarti dal comodo torpore che avviluppa chi, volontariamente o forzatamente, prova a dormire per ignorare, soprattutto se sparliamo di elettori appartenenti al nostro collegio elettorale in genere, vista l’ingiustificabile sconfitta patita da chi ha dichiarato di non volersi dimettere perché attende l’evolversi della politica regionale a seguito delle elezioni del prossimo ventidue aprile. Questa persona, evidentemente è masochista, se non direttamente opportunista, e quindi giustamente va premiata in questo senso, magari con la ripetizione imposta con interessi e rivalutazione monetaria, del risultato di domenica scorsa alle già citate prossime elezioni per il rinnovo del consiglio regionale del Molise, cosa che ci costerà altri danari, in nome di un’autonomia che ormai non si capisce più dove dovremmo vederla, tolte le poltrone che da quest’“autodeterminazione” derivano.

Per quanto invece concerne il discorso a livello nazionale, bene fa Renzi a gestire il suo involontario essere ago della bilancia, cosa che mi vedrà al suo fianco, atteso che io, a differenza di quanto esposto ieri da Mario come suo Libero Pensiero, ritenga abbastanza improbabile la costituzione di un governo che possa mettere in pratica i progetti leghisti o pentastellati, così come prospettati ai loro speranzosi elettori.

Ci tengo ad aggiungere, in nome della mia incedibile indipendenza, volendo utilizzare un termine da mercato calcistico: Il mio volontario e gratuito lavoro extra, va da sé che cessa a seguito della dichiarazione di cui al collegamento ipertestuale all’ultima Enews, nella quale Matteo Renzi comunica di non ritenersi più segretario nazionale del PD, ragione per la quale da oggi smetto di pubblicare “Democratica”, organo di stampa appartenente ad un soggetto politico al quale orgogliosamente non mi sono mai iscritto, proprio per evitare di turarmi il naso e con ciò di accettare per inerzia le scellerate decisioni di chi, componente importante del locale Partito Democratico, pur avendone in abbondanza, di Naso, localmente non lo ha mai usato nel rispettare quella parte del popolo a lei non prona che speriamo il prossimo anno si saprà regolare di conseguenza.

Al benpensante di turno che proporrà/tenterà d’imporre inevitabilmente il detto del quale si sono nel tempo impossessati i cattolici della peggior razza: “Tutti sono utili, nessuno è indispensabile”, rispondo che nel continuare a ripetere le Enews, (resto pur sempre amico di Matteo Renzi, soprattutto ora che tutti lo abbandonano, schifando quest’Uomo come fosse un appestato), eviterò di supportare chi vanta una dirigenza regionale in campo, che se non sbaglio dovrebbe, fra l’altro, espletare l’incarico volontariamente fino ad oggi da me assolto, proprio per ampliare la platea di ciò che si ritiene di non voler abiurare, azione che mi pare sia stata ed è tutt’ora snobbata, ma che nel contempo non prevede di portare a quelle dimissioni che per ora in Molise, nonostante il rapido evolversi degli eventi in ambito nazionale, restano congelate.

Tornando a bomba: Ora tocca a chi, almeno in Molise, ha creato un cappotto, degno dell’inverno che per la verità quest’anno non è nemmeno tanto freddo: I Cinque Stelle che pur potendo, per errore gestionale, sono rimasti in quattro. Il discorso è chiaro: Se la squadra del primo partito oggi in Molise avesse previsto che fra l’altro avrebbe potuto anche vincere, sicuramente avremmo avuti cinque parlamentari dello stesso colore, così da evitare il probabile alibi che in caso di mal governo, farà dire agli odierni trionfatori che “c’è stato chi ha messo il bastone fra le ruote”. Potrei andare avanti per un pezzo, ma voglio per una volta derogare ai miei propositi di parlar male sempre e comunque, per dire di un paio di punti che tutto sommato mi vedono contento per un risultato per ora raggiunto senza colpo ferire. Oggi, prima in Molise, poi in Italia, abbiamo come probabile forza di governo chi ha sempre gridato all’antipolitica come bandiera del proprio agire, al punto di preoccupare e risvegliare un’Europa che normalmente dorme, tanto da venir, quest’Europa giust’appunto, considerata da me e non solo, ente perfettamente inutile. Il “movimento” Cinque Stelle, da oggi sarà costretto a fare ciò che negli altri ha sempre criticato: GOVERNARE. A questo punto, visto lo scenario che sicuramente a breve spaccherà quello squadrone, dividendone i componenti in ala movimentista e parte istituzionalista, ci darà la prima soddisfazione che si sintetizza nel fatto che un partito che non vuol venir chiamato con quest’appellativo, pur di non far brutta figura, sarà praticamente obbligato ad amministrare al meglio la “Res Pubblica”, ragione per la quale, ribadisco, è in essere questo fastidio, inutile sito che in un contesto di Civiltà inconfutabile non avrebbe ragione di esistere e sussistere. A ciò, va ovviamente aggiunta la non proprio peregrina possibilità che l’immaturità politica di chi oggi si sveglia dal “bel sogno” trovandosi d’improvviso nell’incubo di far da bersaglio al posto di chi prima era tale, quell’immaturità politica, prenda il sopravvento con il conseguente sfaldamento di un mastodonte, figlio della parte più becera ed oscurantista di quella “Balena Bianca” sopra citata, ma senza la coesione necessaria per non finire in pezzi, unitamente ai progetti che ha in corpo e che fino ad oggi ha sbandierati ai quattro venti e forse anche a qualche Potere che ha permessa una simile ascesa, (alla stessa stregua della costituzione dell’Italia ai danni, principalmente del Regno delle Due Sicilie, ma soprattutto di coloro che vi gravitavano intorno), come qualità da offrire agli italiani, valori intesi quali novità, credendo di proporre davvero cose nuove, finale che risulterebbe anch’esso un bene per noi che eventualmente attendiamo che la bolla scoppi, perdendo linfa morta e di conseguenza dando la possibilità alla ferita che offende l’intelligenza di noi davvero onesti di rimarginarsi con la conseguente, eventuale, insperata, ma anelata guarigione, vista nell’esserci liberati di vecchi ma ricondizionati banditori.

In conclusione: Nessuno è perfetto, ma i precedenti ci dicono che chi si presenta dichiarando l’altrui arroganza, come minimo ha la medesima infezione; lo abbiamo visto con l’errore di valutazione nella creazione della lista vincente presentata alla “Vergine e Dormiente Molise…

Perché non dovremmo ritrovare nel resto della futura amministrazione le medesime superficialità?