Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Marco Frosali E Mario Ricca
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria, Stefano Venditti E Vittorio Venditti
Se Dopodomani gambatesaweb Fosse Lo Specchio Dei Votanti In Italia…
Eccoci al dunque: Per chi votare? Si deve andare a votare? Esiste ancora questo gesto in quanto Diritto? E’ davvero un Dovere? O è l’ennesimo spreco di soldi di tutti in favore di “pochi” che poi, tanto pochi non sono?
Dalla religione propriamente detta alla politica non diversamente fatta, gli italiani, (che per fortuna in ciò non sono soli), vengono trattati come visto nella foto appena esposta,
sempreché non si trovi chi, in maniera più sincera e di conseguenza più apprezzabile, non consideri l’insieme appena citato alla stessa stregua degli animali che puoi ammirare in questo secondo scatto!
Già: Ma in quanti ci sentiamo di apprezzare una schiettezza così imposta?
Mentre pubblicavo le mie farneticazioni e gli Articoli che mi arrivavano in tema, mi è venuta la botta di megalomania che mi ha imposto di svolgere un sondaggio all’interno del gruppo fisso che collabora alla giornaliera stesura di queste lerce pagine: Quale sarà la percentuale di aventi diritto al voto che dopodomani si recherà al seggio per compiere l’insano gesto? Il risultato è stato sconfortante: Su sèi, in cinque non andremo proprio dalle parti ove si espleta quella pratica, anzi, c’è chi addirittura ha avuta l’idea di arrivare al punto di andarsene inopinatamente dal luogo di residenza per poter in seguito affermare l’impossibilità fisica di svolgere il compito che domenica prossima, per l’ennesima ed inconcludente volta, vedrà il gregge, fintamente protagonista.
“Ma si può votare anche fuori sede!”, obietterà il benpensante di turno.
Sì, ma poi non si conosce la personalità di chi si deve scegliere! Rispondiamo noi…
Evito di fare il nome di chi eserciterà il diritto di suffragio, in nome di “Nessuno Tocchi Caino”.
Non voglio offendere ulteriormente la tua intelligenza, ma mi va di sconvolgere per l’ennesima volta il tuo stomaco, propinandoti i link a quanto già proposto nelle ultime settimane ed indietro negli anni a proposito di ciò che è stato presentato dalla pletora di aspiranti alla mangiatoia nazionale e ti chiedo in sintesi:
Dovremmo votare per partitini i cui candidati locali, sapendo che non arriveranno mai alla poltrona,
si sono presentati in attesa d’impossessarsi di posti che se sembrano di second’ordine, in realtà,
per dirla con “Padre Giulio”, lasciati dagli “eletti”, vanno occupati perché da lì si comanda da dietro le quinte, meglio di come faranno coloro che ci mettono la faccia?
O dovremmo cercare di eleggere personaggi che sono in lizza per avere un momento di gloria e poi tornare nell’oblio che normalmente contraddistingue questa gente?
Sarà il caso di dar credito a personaggi che da vecchi si presentano come nuovi per ribadirci quanto già abbiamo patito in settant’anni di “democrazia”, venendo in Molise da altre regioni perché si sa che dove non si esiste, lo si fa in grande stile, per cui è nulla anche la presenza di aspiranti a grossa panza?
Oppure dobbiamo turarci il naso e ridar fiducia a gente che dopo esser stata per un ventennio
(non vituperato) al potere,
oggi si presenta con Ricette Risolutive per alleviare i problemi di “Color Che Son Sospesi”?
L’ultima volta che mi sono espresso per le elezioni politiche, l’ho fatto nel millenovecentonovantasei dando fiducia a Romano Prodi, sia pur “scegliendo” già allora in maniera indiretta; due anni dopo, indirettamente l’ho preso in culo senza vaselina dai capricci di Fausto Bertinotti e Massimo d’Alema che da veri Comunisti mi hanno convinto a desistere dal ripetere l’errore di perder tempo per recarmi ad accettare di soprassedere al proverbio che da queste parti c’informa che “la capra, la prima volta se la fa fare, ma la seconda ci para la coda”.
Dimentico per tigna del proverbio appena citato e volendo ingrossare le fila del Partito Masochista Italiano, (che pure potrebbe ricoprire il ruolo di autentico vincitore anche di queste elezioni e non solo), dopo ventidue anni di sdegno, avrei voluto votare per Matteo Renzi che mi onoro di conoscere a distanza e di apprezzare da quand’era semplicemente Matteo e governava Firenze che se veniva definita “FiRenzi”, già allora ed a tutt’oggi, guarda dall’alto ciò che resta di una terra come la “Vergine Molise”, da sempre inutile ed ultima puttana alla mercé di chi che sia, terra che la storia ha relegata sempre e comunque alla stregua dei genitali del cane, organi che se paragonati a quelli degli umani non gementi e o leccanti che vivono in zona, si annullano in termini di grandezza, atteso che le gonadi di noi, definiti “animali Razionali”, siano irrimediabilmente infettate dall’elefantiasi dello scroto, cancro ormai inculabile. Avrei voluto votare per Matteo, ma già so che non troverò il suo nome sulle schede che a Gambatesa verranno fornite a chi vorrà tracciare quel segno con una matita che più che rendere indelebile ciò che risulta da quanto marcato, decreterà l’incancellabilità di un avallo, più che prevedibile e previsto, ragione per la quale m’inserisco d’imperio nella schiera che diserterà quest’inutile tornata falsamente elettorale, moltitudine vera ed inequivocabile, ma democratica maggioranza del paese, perché se a suo tempo si diceva “Turatevi il naso e votate DC”, oggi la puzza è talmente potente e radicata che darebbe e darà fastidio anche se il naso per l’appunto, venisse schermato a tenuta stagna.
Gli opportunisti che in Molise si sono messi nel tempo alla sequela di Renzi, (ricordo ben altri periodi), di Fiorentina, conoscono solo la bistecca,
cotta al sangue… nostro. Sì, perché se dopodomani mi recassi al seggio, sarei costretto ad approvare il dire di chi, ottenuti i finanziamenti per portare benefici al suo paese, (non certo a Gambatesa dove si viene esclusivamente a pescare voti), nel rendicontare l’operato in merito per vantarsene, ha raggiunto il grottesco affermando che il servizio derivato da tal spesa di pubblico danaro, è arrivato al cittadino a costo zero, (scherzo d’inizio carnevale), dimenticando che ogni finanziamento, se non obbligatoriamente foraggiato con il sudore dei lavoratori, non avrebbe possibilità d’esistere. Dovrei dunque votare per chi, da tutti coloro che in Molise masticano un po’ di politica, è considerata La figlia di Iorio? Sì, si tratterebbe pur sempre di una tragedia Pastorale, ma visto che Gabriele D’Annunzio si offenderebbe e si rivolterebbe nella tomba sapendo di un simile accostamento, non sarebbe più naturale preferire in parlamento il di lei padre politico?
sarebbe deleterio, Ma Almeno Ne Uscirebbe Indenne La Nostra Intelligenza!
Peggio mi sentirei se poi, ingrossando il numero di chi crede ancora che il voto sia espressione della democrazia, dessi implicitamente ragione a chi, per risolvere il problema “disoccupazione” in ambito locale, ha rubato il lavoro a chi ha potuto, per assegnarlo, (con tutti i benefici che ne derivano), ai suoi leccapiedi e galoppini,
nel rispetto del motto che in sostanza ci dice che “Gambatesa Partecipa”. Ciò che mi rincuora, sta nel fatto che queste “faccende” finora le ho denunciate io, ma da un’altra zona della “Vergine Molise”, luogo che negli anni ha avuto il fior fiore degli eletti ed ha campato su questo, arrivano certe “Osservazioni”: Criminalità organizzata, questa sconosciuta. Le “mafie” assenti dal dibattito elettorale, pezza così commentata dalla Mina Vagante che me l’ha girata con un tempismo invidiabile: “Non si e mai visto un cappone festeggiare il Natale. Poi il Molise è all’avanguardia, A condizionare il voto c’è la mafia che non spara Che prima di influire sull’esito, determina le candidature”. Aggiungo io: Come fatto, se ci riferiamo a quanto appena da me espettorato a proposito della gestione e dei condizionamenti sull’occupazione?
DECIDI TU!!!
Dovrei votare per questi acchiappa cerchi che dopo aver distrutto il distruggibile, in ossequio al fatto che la massa dimentica tutto, (se non aizzata da blogger rompicoglioni come chi ti tedia),si mettono in bella mostra proponendo servizi che sarebbe normale che derivassero dalle tasse pagate da chi si ostina ad onorare il vivere comune in quanto vero Dovere civico,cercando, (riuscendoci in buona sostanza), di far passare il tutto come miracoli preelettorali, (vedi piano neve di questi giorni), da farci scontare ovviamente ad urne chiuse? Io sto farneticando relativamente a Gambatesa: Ma quanta differenza c’è fra un piccolo borgo dimenticato da Dio in una regione che non esiste come il Molise e la capitale d’Italia che un tempo fu Caput Mundi? La differenza in questione, giust’appunto ce la presenta Marco che a Roma ci vive e risiede, in quanto gambatesano che per non leccare gli zebedèi a nessuno, forte delle proprie ed apprezzate capacità lavorative, invece di attendere la manna dal santo protettore di turno, ha pensato bene di essere imprenditore di sé stesso ed ora fa il corrispondente per quest’inutile sito, (gratuitamente, Marco fa un lavoro più serio), sparando la bordata che segue, ovviamente corredata dal suo commento: Neve a Roma, Alemanno punge la sindaca su Twitter: «Quando torni dal Messico ricordati il sale», “Da che pulpito viene la predica! Intanto, anche se la nevicata è stata meno abbondante, lunedì ventisei mattina le strade erano in condizione di poter circolare per cui…Alemà: statt zitt”! O Marco, tu dimentichi un particolare: Anche a Roma, si dovrà votare!
Dando dunque ragione a Gargamella, (Pierluigi Bersani), che nei giorni scorsi ha esplicitamente invitato chi fa il Saluto Romano a non recarsi alle urne, (guarda che mi tocca fare per coerenza…: Bersani: Chi fa il saluto romano non può partecipare alle elezioni, Commento di Mario: “Ma alla guida di questi falliti non c’è un togato? Quando conviene a loro, i sinistri dicono sempre che le sentenze dei togati vanno rispettate… evidentemente la pelle che Gargamella aveva presa a cena, non era di ermellino”; aggiungo io: Quando bere fa male all’intestino…), assecondo colui di cui non espongo la foto perché a tutto c’è un limite, convinto del fatto che oggi il voto non abbia più voce in capitolo per la gestione del destino di un paese inutile come l’Italia, dove, più che la capacità di chi per produrre si rimette in gioco attimo per attimo, conta l’esperienza nel saper leccare il giusto culo nel momento propizio per cercare di sbarcare il lunario.
Parola di un fascista che permette democraticamente a chi che sia di dire la sua.