Enews 518, giovedì 1 marzo 2018
1 Marzo 2018
Replica A Zarlenga E Don Martino Sull’Ospedale Di Agnone
1 Marzo 2018
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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 137 giovedì 1° marzo 2018
“Nessuna parola renderà giustizia ai bambini siriani uccisi, alle loro madri, ai loro padri e ai loro cari”. (Geert Cappelaere, direttore Unicef per il Medio Oriente)

L’EDITORIALE

La ripresa economica
e i meriti del Pd
Marco Fortis
Mentre l’Istat sforna ormai in continuazione dati sempre più positivi sull’andamento dell’economia italiana, emerge con crescente chiarezza l’importanza della politica del “passo dopo passo” attuata dai Governi PD negli ultimi quattro anni. Una politica seria, che agli annunci ha fatto regolarmente seguire i fatti; una politica concreta, così diversa dalle roboanti promesse elettorali che stanno contrassegnando la campagna elettorale di altre parti politiche in questi giorni.
Più donne
e giovani
al lavoro
SEGUE A PAGINA 2
POPULISMI
Il grande bluff della “impossible”
Brexit
PAGINA 4
REGIONALI
Il viaggio
di Gori nella Lombardia vera
Istat Il Pil è ai massimi
dal 2010 e il debito pubblico è in calo. Le ricette del Pd
hanno fatto uscire
l’Italia dalla crisi
PAGINA 5
FAKE NEWS
Tutte le bufale contro il Partito democratico
PAGINA 2
PAGINA 6
GOVERNO
La legislatura
dei diritti
Dalle unioni civili al “Dopo di noi”, dalla legge sull’autismo al biotestamento.
Tutti i provvedimenti voluti dal
Partito Democratico che hanno migliorato le condizioni dei più deboli
PAGINA 3
Economia
Istat, più lavoro a donne e giovani
Se si considerano gli inattivi la disoccupazione degli under 25 è dell’8,4%, il livello più basso dal dicembre 2011. Bene anche quella femminile. Cresce inoltre il Pil e cala il debito pubblico
Stefano Minnucci
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Migliora anche il debito pubblico
Crescita ai massimi da dieci anno per l’economia italiana. Nel 2017 il prodotto interno lordo ha registrato un aumento dell’1,5%toccando il livello più alto dal 2010 (era al +1,7%). Lo ha reso noto l’Istat. Il dato è in linea con le previsioni del governo che aveva previsto un rialzo dell’1,5%. Dal lato della domanda interna nel 2017si registra, in termini di volume, una crescita dell’1,1% dei consumi finali nazionali e del 3,7% degli investimenti fissi lordi.La domanda interna ha contribuito positivamente alla crescita del Pil per 1,5 punti percentuali. L’avanzo primario(indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari all’1,9% (1,5% nel 2016).
Continua a scendere la disoc­cupazione giovanile in Italia. Secondo le stime provvisorie dell’Istat, a gennaio, la disoccu­pazione degli under 25 è scesa al 31,5% (1,2 punti) toccando il livello più basso dal dicembre 2011.
Sembrerebbe un dato ancora molto alto, e in effetti di strada da percorrere ancora ce n’è. Ma è giusto sgombrare il campo da un equivoco: non è vero che se il tasso di disoc­cupazione giovanile è del 31,5%, i ragazzi senza lavoro, in Italia, sono esattamente il 31,5%. In altre parole, il totale della forza la­voro non corrisponde alla popolazione, quel numero è rapportato con chi cerca lavoro e non tiene conto quindi degli inattivi. Se si calcola la popolazione totale, infatti, i giova­ni senza lavoro risultano infatti l’8,4% (cioè meno di un giovane su 10 è disoccupato), perché in quella classe di età (14-24) in molti sono impegnati negli studi.
Quanto alla lieve risalita del tasso di disoc­cupazione totale, secondo l’Istat all’11,1%, va sottolineato che: il tasso di occupazione risulta pari al 58,1%, ai massimi dal dicem­bre 2008; il numero di occupati è pari a 23 milioni e 66mila, ai massimi dalla primavera del 2008 (23 milioni 203 mila); il numero di lavoratori dipendenti a 17 milioni 798mila è ai massimi di sempre (nemmeno nel 2008, prima della crisi, si era toccato questo livel­lo).
Nel dato di oggi c’è poi un altro aspetto da considerare, in questo caso meno positivo rispetto al lavoro giovanile, che riguarda la crescita dei lavoratori a termine (+409 mila), il cui numero è il 16,4% del totale. Una ten­denza che va avanti da qualche mese e che lo stesso Matteo Renzi ha denunciato in di­verse occasioni sottolineando che dopo la quantità (un milione di posti di lavoro dal 2014) bisogna ora puntare sulla qualità. Tuttavia anche in questo caso va messo in evidenza un aspetto che i dati di oggi non dicono in maniera esplicita. A onor del vero, infatti, da quando è in vigore il Jobs Act i posti di lavoro stabili sono cresciuti in mi­sura maggiore rispetto a quelli a termine. Basti considerare il computo complessivo dei nuovi posti di lavoro: oltre il 50 per cen­to di essi sono stabili, a tempo indetermina­to. Dunque la tesi delle opposizioni secondo la quale il Jobs Act avrebbe precarizzato il mondo del lavoro non è collegata alla verità dei numeri.
Certo, la strada da percorrere è ancora in salita e come ha sottolineato l’ultimo rappor­to annuale del Censis, la ripresa economica registrata finora ancora non è sufficiente ad arginare il “rancore sociale”, che risulta in­vece in aumento. Ma disperdere quanto fat­to finora, cambiando direzione politica, non aiuterebbe certo il nostro Paese.
Scende poi al minimo storico il numero di lavoratori autonomi – che spesso in que­sti anni hanno nascosto forme di precariato spinto.
Infine c’è il dato molto positivo riguarda anche l’occupazione femminile. A genna­io ha toccato un record storico, salendo al 49,3%. D’altra parte il tasso di inattività del­le donne, rileva l’Istat, è sceso al 43,7%, an­che in questo caso un minimo assoluto.
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La ripresa è ormai certezza. Ecco i meriti del Pd
Ha ragione Matteo Renzi a dire: “nessuno potrà toglierci ciò che di buono è stato fatto in questi anni, il tempo sarà galantuomo”. Ha ra­gione perché l’economia italiana nel 2013 era ancora agonizzante mentre oggi è in netta ri­presa e non per caso. Infatti, gli 80 euro, i ta­gli delle tasse, i super e iper-ammortamento, il Jobs Act ed altre misure hanno dato tutte insieme un contributo decisivo per farci usci­re da una crisi che sembrava non avere più fine.
Galantuomini si stanno rivelando anche i dati sul settore terziario, come quelli del fat­turato dei servizi diffusi ieri dall’Istat. Infatti, nel quarto trimestre del 2017 il fatturato dei servizi espresso in valore è cresciuto in Ita­lia dell’1,3% rispetto al terzo trimestre dello scorso anno e del 3,6% rispetto al corrispon­dente trimestre del 2016. Nell’intero anno 2017 la crescita del fatturato dei servizi è sta­ta del 3,4% rispetto al 2016.
Questi dati dimostrano che il buon anda­mento dell’economia italiana non riguarda più soltanto l’industria, che sta volando, ma interessa in modo importante anche il terzia­rio. Infatti, anche i servizi – che diversamente dall’industria esportano molto meno – stan­no traendo beneficio da un generale miglio­ramento della domanda interna nazionale sulla quale le misure dei governi PD per l’oc­cupazione, il recupero del potere d’acquisto delle famiglie, la ripresa dei consumi privati e degli investimenti delle imprese hanno in­fluito via via in modo sempre più sensibile raggiungendo nel 2017 il massimo della loro efficacia. I semi della ripresa piantati “passo dopo passo” hanno dunque dato frutti signi­ficativi.
Quelli del terziario sono dati di grande ri­lievo, che non si vedevano da anni. Ecco alcu­ni dettagli settoriali (relativi alla crescita del fatturato in valore nell’anno 2017 rispetto al 2016):
– commercio e riparazione di autoveicoli +5,1%
– commercio all’ingrosso +3,8%
– trasporti e magazzinaggio +4,4%
– alloggio e ristorazione +3,1%
– agenzie viaggio e attività a supporto del­le imprese +4,2%
Di fatto, nel 2017 sono rimasti deboli or­mai soltanto un paio di settori, peraltro tra i meno “pesanti” all’interno del terziario: in­formazione e comunicazioni (-0,1%) e attività professionali, scientifiche e tecniche (+0,8%).
Anche il terziario è dunque in netta ripre­sa, con un pieno coinvolgimento della mag­gior parte dei propri settori. E l’economia italiana è ormai definitivamente uscita dalla crisi, sta crescendo a tassi importanti e può ora guardare con fiducia ad ulteriori miglio­ramenti che dovranno essere focalizzati so­prattutto su giovani e Mezzogiorno.
Marco Fortis
Segue dalla prima
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Nuove libertà, nuove tutele
Tutte le leggi sui diritti volute dal Partito Democratico in questa legislatura
Dopo di noi, più tutele per le persone con disabilità
La lotta al caporalato
e alle nuove schiavitù
Prima
Non era previsto nessun regime particolare per le persone disabili a cui viene a mancare il sostegno familiare.
Dopo
La nuova legge chiamata ‘Dopo di noi’ per la prima volta mette a disposizione un fondo per l’assistenza e il sostegno ai disabili quando vengono a mancare i parenti che li hanno seguiti fino a quel momento.
Prima
I lavoratori avevano un salario di poche decine di euro al giorno e in moltissimi casi subivano anche una lunga serie di imposizioni e di violenze.
Dopo
La nuova legge riscrive il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Tra le novità c’è anche la sanzionabilità del datore di lavoro e non solo dell’intermediario e l’arresto obbligatorio in flagranza di reato.
Divorzio breve: così l’addio
tra coniugi è meno complesso
Più tutele per le lavoratrici: la legge contro le dimissioni in bianco
Prima
La durata del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che legittima la domanda di divorzio era di 3 anni mentre lo scioglimento della comunione dei beni poteva avvenire solo con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione.
Dopo
La nuova legge rende sostanzialmente più veloci le procedure legali e riduce i contenziosi. Nel caso in cui non vi sia accordo tra i coniugi (separazione giudiziale) viene ridotto a 1 anno la durata del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che legittima la domanda di divorzio. Se la separazione è consensuale, il termine si riduce ulteriormente a 6 mesi.
Prima
In molte aziende i lavoratori erano costretti a firmare le proprie dimissioni in anticipo e queste venivano poi usate dal datore di lavoro in caso di malattia, infortunio, ma soprattutto gravidanza dei dipendenti.
Dopo
Con la misura introdotta con il Jobs Act, le dimissioni devono essere validate e questo toglierà ogni dubbio sul momento in cui le dimissioni sono state decise e firmate.
Tutti i figliora sono uguali
Prima
I figli nati al di fuori del matrimonio o adottati venivano discriminati sul piano giuridico.
Dopo
Con la nuova legge i figli nati dal matrimonio sono in tutto e per tutto equiparati con quelli naturali e quelli adottati. La legge riconosce ai figli naturali un vincolo di parentela con tutti i parenti e non solo con i genitori.
Minori migranti:
prima di tutto i bambini e i ragazzi
Prima
Prima dell’entrata in vigore della legge, non esisteva una legislazione che tutelasse i minori migranti.
Dopo
Con la legge 47 del 2017 viene regolato e facilitato il sistema di identificazione e accoglienza dei minori migranti, tutelando così i diritti fondamentali di bambini e ragazzi stranieri che arrivano in Italia senza genitori o familiari.
Unioni civili, perché l’amore conta
Prima
Prima del 2016 due persone non coniugate non erano nemmeno riconosciute come coppia.
Dopo
Dal 2016, con la legge sulle unioni civili e le coppie di fatto, vengono introdotti diritti e doveri simili a quelli delle persone sposate.
Biotestamento,
la libertà di scegliere
L’autismonon è più invisibile
Prima
In Italia non esiste una legge che regoli la possibilità per il paziente o un suo fiduciario di esprimersi sul prolungamento delle cure che lo riguardano.
Dopo
La nuova legge consente a qualsiasi maggiorenne la possibilità di rinunciare ad alcune terapie mediche. Nel caso in cui l’individuo sia impossibilitato a esprimere la propria opinione, la legge prevede un documento nel quale si può indicare a quali terapie si vuole rinunciare e a quali condizioni.
Prima
Le linee guida per prevenzione, diagnosi e cura erano obsolete e non aggiornate.
Dopo
La legge prevede principalemente interventi che garantiscano la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita e l’inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico.
Populismi
Lasciamo perdere per un attimo l’infini­ta tristezza provocata dalla visita-selfie elemosinata da Giorgia Meloni in stile “groupie” al premier liberticida unghe­rese Viktor Orban e concentriamoci sul signi­ficato politico – se così si può dire – dell’incon­tro. A Budapest, la leader di Fratelli d’Italia ha coronato il suo sogno di sentirsi, per un gior­no, l’anti-Merkel in salsa italiana. E quindi ha orgogliosamente fatto sapere che “al centro dell’incontro c’è stata la necessità di costrui­re un’Europa dei popoli in antitesi a quella dei banchieri ed è emersa la volontà di collaborare di più con il Gruppo di Visegrad (Polonia, Re­pubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) a disca­pito dell’asse franco-tedesco”. Un piano solo sloganistico, che però nasconde un’ipocrisia (o un’ignoranza?) di fondo che, se spiegata facil­mente, capirebbe anche un bambino.Il Gruppo di Visegrad ha teorizzato, negli ultimi anni, la seguente linea di condotta: Bruxelles è un ban­comat a cui chiedere soldi, ma dei doveri e dei valori comuni ce ne infischiamo. E quindi ci ri­fiutiamo di fare la nostra parte nella gestione dei migranti, rispedendo al mittente le richieste di accoglienza di una quota (seppur esigua) di richiedenti asilo dall’Italia e dalla Grecia. I Pae­si dell’Europa centro-orientale stanno facendo proseliti. Il nuovo governo di destra-destra au­striaco è tra i più accreditati per entrare a far parte del club. C’è una cosa che tutti questi Pa­esi vedono come fumo negli occhi: la revisione del trattato di Dublino (quello che obbliga i Pa­esi in cui i migranti arrivano ad occuparsi della loro accoglienza) che sarebbe vitale per l’Italia. Ecco perché l’Italia che si schiera al loro fianco – contro l’Italia – non solo è ridicola, ma pure pe­ricolosa. S.C.
La destra che rema contro l’Italia
Il grande bluff della “impossible” Brexit
L’illusione di un’uscita “hard” sbandierata dai populisti si sta infrangendo contro il rompicapo irlandese
I tanti che vedevano nella questione nordirlandese la possibile pietra tom­bale sulla Brexit non si sbagliavano. Il rompicapo di Belfast è lontanissi­mo dalla risoluzione. La questione è la seguente: il Regno Unito, per inse­guire l’illusione della hard Brexit, ha messo come paletto irrinunciabile l’uscita dall’a­rea di libera circolazione delle persone per attuare una stretta sull’immigrazione comu­nitaria. L’Europa, in tutta risposta, ha fatto sapere che questo provocherà anche l’uscita dal mercato unico. Niente più libera circo­lazione di persone e merci, dunque. Tutto bene, se non fosse che esiste un confine ter­restre che divide il Regno Unito dall’Unione Europea: quello tra Irlanda del Nord (che fa capo a Londra) e Repubblica d’Irlanda. Il problema è che quel confine non è come tutti gli altri. Su quel confine si è consumata una guerra civile che in trent’anni ha provo­cato centinaia di vittime. La cancellazione di quel confine è il punto fermo degli accor­di del Venerdì Santo del 1998 – di cui Unione Europea e Regno Unito sono garanti – che hanno scritto la parola fine ai Troubles. La sua reistituzione, conseguenza inevitabile della hard Brexit, farebbe risvegliare tensio­ni mai sopite. E’ per questo che, Bruxelles ha proposto l’istituzione di un’area normativa comune tra Dublino e Belfast.
Apriti cielo. Theresa May ha risposto di­cendo che “nessun primo ministro britan­nico potrà mai accettare un provvedimento che mina l’integrità costituzionale del Re­gno Unito”. Il partito unionista nordirlande­se (Dup), che con i suoi dieci deputati tiene in vita il governo conservatore, ha già fatto sapere che, in caso venga perseguita questa strada “che porterebbe ad una riunifica­zione dell’isola d’Irlanda”, uscirebbe dalla maggioranza. Davanti alla creazione di una sorta di statuto speciale per l’Ulster, poi, Sco­zia, Galles e la città metropolitana di Londra richiederebbero un identico trattamento per restare nel mercato unico.
Siamo allo stallo. Donald Tusk ha chiesto a Theresa May di “fare un’altra proposta, se ne ha una migliore” (magari non quella grottesca del “confine virtuale” lanciata da Boris Johnson), sottolineando che “siamo ar­rivati a questa situazione a causa delle linea rossa tracciata da Londra”.
Se la situazione non evolverà siamo da­vanti ad un possibile, colossale, colpo di scena: l’impossibilità dichiarata di rendere effettiva la Brexit. Il bluff populista, che ha portato la popolazione britannica ad inva­ghirsi della Brexit con promesse volutamen­te irrealizzabili, sta venendo a galla. Tanto che il leader laburista Jeremy Corbyn, che oggi vola nei sondaggi d’Oltremanica, insi­ste sulla necessità che Londra rimanga nel mercato unico. E intanto l’ex premier Tony Blair lancia un appello all’Europa: aiutateci a rimanere nell’Unione. L’uscita britannica “indebolisce la posizione e i l potere dell’Eu­ropa nel mondo. Il Regno Unito senza l’Eu­ropa perderà peso e influenza. Ma anche l’Europa senza il Regno Unito sarà diminui­ta. Entrambi saremo meno di quanto siamo e molto meno di quanto potremmo essere insieme”.
Stefano Cagelli
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Verso il 4 marzo
Un viaggio nella Lombardia profonda

Un tour per conoscere i problemi concreti e costruire assieme la Lombardia di domani
Prima di iniziare a scrivere que­sto articolo mi sono chiesta più volte cos’è Gori100 e cos’è stata per me questa prima esperienza full-time di campagna elettorale nella squadra del candidato del centrosinistra alla Presidenza della Lom­bardia. Scrivo queste righe nel pieno dell’ul­tima settimana, la più intensa, in cui ce la si gioca fino all’ultimo voto. Gli ultimi giorni sono dedicati alle chiusure della campagna elettorale, una per ogni provincia. Ogni sera siamo in una città diversa. Sondrio, Lecco, Mantova e Como ci hanno già accolto con un entusiasmo e una partecipazione che ci hanno donato nuova energia. Le prossime saranno Monza, Varese, Lodi, Cremona, Pa­via, Brescia, Bergamo e Milano.
In questi mesi, assieme a una persona preparata, competente e capace come Gior­gio Gori, abbiamo percorso 26.000 chilome­tri. 26.000 chilometri di una campagna inno­vativa per conoscere davvero la Lombardia, una campagna che ha dato modo a ragazzi, come me, di cimentarsi e collaborare per un comune obiettivo. Questa è la regione dove ho sempre vissuto, studiato e lavorato. Que­sto è un viaggio iniziato a novembre, proprio a Bergamo, in occasione della scuola di for­mazione di FutureDem “A scuola di buona amministrazione”. Un viaggio con l’obiet­tivo di scoprire i luoghi della Lombardia, sprofondare nella sua bellezza e ascoltare i suoi bisogni e opportunità. Dalla Valtellina all’Alto Mantovano, dal Lago Maggiore al Lago di Garda, passando ov­viamente per le prin­cipali città della nostra grande regione. 100 in­contri, 100 realtà diverse e migliaia di cittadini da ascoltare. Un tour per cono­scere i problemi concreti dei vari territori e costruire assieme la Lombardia di domani. 26.000 chilometri spesso lontano dai riflettori per chiamare a raccolta tutti coloro che vogliono il meglio per la propria terra e sono orgogliosi della sua storia, dei suoi saperi e del suo impegno civico, culturale e politico.
Ho percorso insieme ai miei compagni (Bianca, Cecilia, Luca, Sofia, Tommaso e Ni­colò) lunghi viaggi in auto, partendo presto e tornando tardi, allestendo sale comunali, teatri e birrerie. Abbiamo spalato anche la neve all’occorrenza, fatto volantinaggi e so­pralluoghi, per conoscere un territorio in continua evoluzione dove la vita scorre con ritmi, stili e bisogni diversi da luogo a luogo. Sempre con la ferma volontà di conoscere, studiare e ascoltare, siamo entrati in quei luoghi in punta di piedi, perché per guida­re la Lombardia è necessario comprendere tutti per non dimenticare nessuno: questa regione deve vincere la sfida di coniugare valorizzazione dell’eccellenza e soste­gno a chi è in difficoltà.
Quest’esperienza è fatta di sorprese, commozione, stu­pore, sonno, ansia e tante, tantissime soddisfazio­ni. Abbiamo condiviso progetti, discussioni, ab­bracci, sogni e obiettivi, ma abbiamo anche visto insieme tutto quello che di questa regione ancora non funziona: treni malan­dati, ponti interrotti, stra­de dissestate e persone che aspettano mesi per un esame in ospedale. Di fronte a questo ci siamo spesso chiesti: possiamo fare meglio? As­solutamente sì: dobbiamo fare meglio, con preparazione, tenacia e soprattutto passio­ne.
Mariachiara Aguzzi
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26.000 chilometri, spesso lontano dai riflettori,
per ascoltare tutti
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Fake news
“GUARDATE CHI C’ERA
A DARE L’ULTIMO SALUTO
A RIINA”
Bufala. Riina non ha avuto funerali e la foto è del funerale di Emmanuel, il richiedente asilo nigeriano ucciso a Fermo per aver reagito agli insulti razzisti alla sua compagna.
Fonte: http://www. cronachemaceratesi.it/2016/07/10/ boldrini-boschi-kyenge-e-sassoli- al-funerale-di-emmanuel-video- fermo-non-deve-essere-lasciata- sola/831952/
ETÀ E RITO ABBREVIATO. LE BELVE RISCHIANO SOLO TRE ANNI
DI CARCERE
Bufala. Nella legge di riforma del rito abbreviato non c’è nessuno sconto di pena per i reati violenti, come invece scritto da alcuni giornali di destra e non solo. La legge elimina qualunque possibilità per gli autori di reati violenti, quali stupro e omicidio, di essere “graziati” rispetto alla durata della condanna.
Fonte: http://documenti.camera.it/Leg17/ Dossier/Pdf/cost320.pdf
35 EURO DI AUMENTO SULLA BOLLETTA DELLA LUCE! NON PAGATE!
Bufala. A dare il via alla fake news è stato un articolo de Il Sole 24 Ore in cui si dava conto di una delibera dell’Autorità sull’Energia sul recupero degli “oneri di sistema”.
Altroconsumo spiega come stanno le cose: non è ancora stabilita alcuna cifra reale sull’ammontare degli oneri irrecuperabili, non ci sarà nessun aumento almeno per tutto l’anno prossimo e comunque non sarà mai di 35 euro.
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/ art/impresa-e-territori/2018-02-14/ bolletta-elettrica-non-pagata-ora-oneri- parafiscali-sono-carico-tutti-084105. shtml?uuid=AEffypzD
Fonte: https://www.altroconsumo.it/casa- energia/elettricita-e-gas/news/bollette- energia-oneri-di-sistema

IL JOBS ACT HA PRECARIZZATO
IL LAVORO E AUMENTATO
I LICENZIAMENTI
Bufala. Dal momento dell’approvazione del Jobs Act (nel 2014) sono stati prodotti più di un milione di posti di lavoro (1.029.000); il tasso di disoccupazione è passato dal 13% all’11%, mentre la disoccupazione giovanile, che prima viaggiava al 43%, oggi è scesa al 32,7%.
Non solo, i posti fissi sono più di quelli a termine: di tutti i nuovi posti di lavoro, il 55% è stabile (circa 500mila posti fissi in più). Ma soprattutto il numero assoluto dei contratti a tempo indeterminato è salito rispetto al periodo precedente al Jobs Act.

https://www.istat.it/it/files/2017/12/ Rapporto-Mercato-Lavoro-2017.pdf
LA TASSA SUI SACCHETTI DI PLASTICA FA RICCA LA MANAGER RENZIANA
Bufala. I sacchetti biodegradabili sono prodotti da decine di aziende e il Governo non ha fatto nessun favore, ha recepito una direttiva europea.
Fonte: Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, su Repubblica
http://www.repubblica.it/ politica/2018/01/03/news/ biobusta_polemica_novamont_renzi_ social-185714667/
Fonte: http://eur-lex.europa.eu/legal- content/IT/ALL/?uri=celex:32015L0720
LA CUGINA DI RENZI ASSUNTA AL SENATO CON 23MILA EURO AL MESE!
Bufala. La foto fake è postata dal profilo di tale Luca Rosestolato, che nei commenti candidamente dichiara lo “scherzo”, rivelando che quella nella foto è la sua fidanzata. Nel frattempo, però, l’immagine ha avuto oltre 40mila condivisioni e centinaia di migliaia di visualizzazioni. Dopo la scoperta, il post è stato cancellato.
IL PD HA FAVORITO L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
Bufala. Tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2017 sono sbarcate in Italia 119.247 persone, -34% rispetto al 2016 (181.436 persone). Tra luglio e dicembre 2017 gli arrivo sono diminuiti del 67% rispetto allo stesso periodo del 2016 (36 mila persone).
Inoltre, l’accordo di Dublino (Dublino III), che sancisce come lo Stato membro di arrivo del richiedente asilo sia l’unico competente per la domanda, è stato sottoscritto dal Governo Berlusconi nel 2003.
Fonte: http://data2.unhcr.org/en/situations/ mediterranean
Fonte: http://eur-lex.europa.eu/legal- content/IT/TXT/?uri=LEGISSUM%3Al33153
RENZI FILMATO A IBIZA A BORDO DELLA SUA LAMBORGHINI PAGATA DAGLI ITALIANI. CI RENDIAMO CONTO???
Bufala. Il video è del 2016 e si riferisce a una visita di Matteo Renzi allo stabilimento della Lamborghini di Sant’Agata Bolognese, dove si festeggiava un accordo per 500 nuovi posti di lavoro.
Fonte: http://www.ansa.it/canale_ motori/notizie/attualita/2016/09/23/ renzi-visita-lo-stabilimento-della- lamborghini_06596ca9-e147-4f60- b894-fa9a2e08c8ce.html
L’AIR FORCE RENZI CI È COSTATO 17 MILIARDI!
Bufala. La foto che gira, con la scritta Repubblica italiana sulla fiancata di un aereo parcheggiato, è un fotoritocco. Non solo, quello della foto non è un Airbus 880 ma un Antonov 225 Mriya, l’aereo più grande del mondo.
Dopo mesi di balle, nell’aprile del 2017 Gentiloni ha aperto ai giornalisti l’Airbus 300, concesso in leasing da Alitalia al Governo italiano e rimasto fino a quel momento inutilizzato. Si è scoperto così che si tratta di un normale aereo di linea, anche un po’ usurato, tant’è che la tappezzeria è ancora quella di Etihad e anche le istruzioni sui sedili sono ancora in arabo.
Fonte: http://www.repubblica.it/ politica/2017/04/19/news/nessun_air_force_ renzi_l_airbus_di_stato_e_come_un_aereo_ di_linea-163403772/
Fonte: http://www.migflug.com/jetflights/ the-largest-aircraft-in-the-world-an-225. html
Alcune delle più grandi bufale contro il Pd
che hanno avvelenato
il dibattito politico italiano
Cari amici,
negli ultimi anni si è consolidata attorno al Partito Democratico un’in­credibile comunità di persone che hanno deciso di sostenerlo. Pensa­te che oltre 600.000 di noi hanno donato il loro 2×1000 al PD e in 25.000 hanno sostenuto il treno Destinazione Italia.
Noi abbiamo abolito il finanziamento pubblico ed oggi stiamo dimo­strando che la politica può vivere anche senza.
Per questo, primi in Italia, abbiamo deciso di realizzare la più innova­tiva campagna di crowdfundingdella storia della politica italiana.
Non si sosterrà più il partito alla cieca, ma si potrà sostenere il singo­lo tema della campagna elettorale o un evento in particolare.
Da oggi andando sul nostro sito, oltre alla donazione classica, potete scegliere di sostenere la sfida che vi sta più a cuore o aiutarci a re­alizzare concretamente un evento nella vostra città.
Questa piattaforma è innovativa non soltanto perché consente di sup­portare il Partito Democratico in vari modi, è innovativa soprattutto perché contribuisce a rafforzare, giorno dopo giorno, il legame tra il Partito Democratico e la sua grandissima comunità.
Francesco Bonifazi
Tesoriere PD
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In redazioneCarla Attianese, Patrizio Bagazzini,Stefano Cagelli, Maddalena Carlino, Roberto Corvesi, Francesco Gerace,Silvia Gernini, Stefano Minnucci,Agnese Rapicetta, Beatrice Rutilonidemocratica@partitodemocratico.itPD BobSocietà editrice:Democratica srl Via Sant’Andrea delle Fratte 16 – 00187 Romawww.democratica.comwww.partitodemocratico.itPer ricevereDemocratica: scrivi su Whatsapp a 348 640 9037oppure vai sul messenger Facebookall’indirizzom.me/partitodemocratico.it DirettoreAndrea RomanoVicedirettoreMario Lavia

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