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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 136 mercoledì 28 febbraio 2018
“Dobbiamo abbandonare i metodi e i princìpi liberali nell’organizzare la società”. (Viktor Orban, premier ungherese che oggi riceve Giorgia Meloni)

EDITORIALE

Nessuno sta parlando
di crescita. Tranne noi
Teresa Bellanova
Come si salva un’impresa e se ne sostiene il riposizionamento? Come si favorisce il lavoro e l’occupazione di qualità e si incoraggia la competitività di un sistema-paese a partire da un tavolo di crisi? E con quali parole d’ordine dobbiamo essere capaci di rilanciare in Europa un confronto per una Unione che abbia al centro non tecnocrazie e occhiuti ragionieri ma la crescita economica, la qualità delle imprese e dei tessuti imprenditoriali, il benessere delle popolazioni, la coesione sociale? Queste domande non sono state, come meritavano e avremmo voluto, al centro di questa campagna elettorale più attraversata da fantasmagorie e ismi di tutti i generi che da un confronto tra forze politiche e con le rappresentanze sociali sulle “cose concrete”, la carne e il sangue del Paese. Nostro malgrado.
Non credete
ai falsari
SEGUE A PAGINA 7
VERSO IL 4 MARZO
Renzi: La priorità è la spesa per le famiglie
Fake news Il quarto report del Pd: tutte
le bugie sui vaccini bombardate sulla
Rete. Pensando al voto di domenica
PAGINA I-XII
ALLE PAGINE 2-3
MOVIMENTO 5 STELLE
ESTREMISMO
L’insegnante anti-polizia pensi a Pasolini
Ecco Fioramonti, il “ministro” di Di Maio contro Israele
PAGINA 4
L’economista che il capo pentastellato vorrebbe al Mise rilasciò un’intervista nella quale sosteneva il boicottaggio
del paese ebraico. Una scelta che adesso Giggino deve spiegare
PROGRAMMA PD
Più welfare e gli 80 euro anche per le partite Iva
PAGINA 5
PAGINA 6
Verso il 4 marzo
Sicurezza, Renzi: “Il lavoro svolto dal Pd non deve finire qui”
Il segretario dem rivendica quanto fatto sul tema: “Abbiamo fatto solo il nostro dovere”
“Noi di centrosinistra siamo sempre visti come meno credibi­li sul versante sicu­rezza ma la storia ci racconta che non è così”. Matteo Renzi evidenzia quanto fatto dal Pd sul tema e rivendica: “Siamo stati noi a fare il più grande investimento nel com­parto della sicurezza di sempre”, questa è la differenza “tra chi le cose le dice e chi le cosa le fa”. Il segretario dem si è rivolto ieri ai rappresentanti del comparto sicurezza durante un’iniziativa al Nazareno dal titolo “Il Pd per la sicurezza”, insieme ai ministri Marianna Madia, Marco Minniti e Roberta Pinotti, Emanuele Fiano e i rappresentanti delle forze dell’ordine.
“Cosa sarebbe potuto accadere in Italia se ci fossero stati eventi come a Colonia a Ca­podanno? Noi abbiamo fatto solo il nostro dovere – ha detto ai presenti in sala – e il nostro dovere è stato il più grande investi­mento nel comparto della sicurezza di sem­pre”. In effetti i dati confermano l’efficacia delle scelte prese negli ultimi anni, quasi il 10 percento di reati in meno.
Il leader dem ha poi sottolineato che se il Pd è riuscito a farlo è stato solo per il lavo­ro di squadra. “E questo lavoro – evidenzia – non può finire qui”.
Per il futuro il programma Pd sul tema sicurezza parla chiaro: 10mila assunzioni tra carabinieri, poliziotti, finanzieri, agen­ti penitenziari e vigili del fuoco ogni anno per aumentare la presenza capillare sul territorio e la percezione effettiva della si­curezza.
Alle parole di Renzi, apprezzate dai rap­presentanti del comparto sicurezza presenti all’iniziativa, si sono aggiunte quelle del mi­nistro Minniti: “C’è chi ha fatto promesse, senza poi rispettarle, e chi ha fatto qualcosa davvero per il comparto sicurezza.
Il titolare del Viminale sottolinea: “Il rior­dino delle carriere noi l’abbiamo fatto, era come l’araba fenice. E’ un obiettivo storico. Sono particolarmente orgoglioso”. Rivendi­ca lo sblocco del turn-over e il piano quin­quennale che consente di ripristinare ogni anno almeno il 50% degli organici delle for­ze di polizia, delle forze armate e dei vigili del fuoco. “Da quanto tempo si chiacchiera degli organici e nessuno ha mai fatto nulla?” Si chiede il ministro, sottolineando che c’è una differenza abbastanza evidente con chi le cose le ha fatte e chi le ha solo promesse. “Da un lato ci sono le promesse fatte e mai rispettate – ha concluso il titolare del Vimi­nale – e dall’altro ci sono i fatti: quello degli ultimi anni è stato il più imponente investi­mento nel comparto sicurezza e difesa. Di questo dobbiamo ringraziare Matteo, che ha iniziato questa strada. Noi non abbiamo fatto altro che il nostro dovere”.
IL VIDEO
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Il Pd e la sicurezza, l’iniziativa con Renzi, Minniti, Pinotti, Madia
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Verso il 4 marzo
“La spesa per le famiglie
è la priorità numero uno del Pd”
Sala piena al cinema Adriano di Roma per l’ap­puntamento elettorale che vede riuniti Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Nicola Zingaretti. All’in­gresso è stato distribuito in omaggio il libro ‘Di­rezione Italia’ con i 9mila chilometri percorsi dal treno del Pd per la campagna elettorale. In pla­tea per il convegno che vede riuniti premier, se­gretario e candidato alla Regione Lazio ci sono, tra gli altri, il ministro Maurizio Martina, Francesco Bonifazi, il capogruppo del Senato Luigi Zanda. Come sfondo sul palco lo slogan ‘Vota la squa­dra, scegli il Pd’ e le note diImagine dei Beatles.



Le famiglie
sono la nostra priorità
La Regione finisca nelle mani di chi l’ha distrutta
Ci presentiamo
alle elezioni a testa alta
A cinque anni di distanza ci presentiamo di fronte agli elettori nella consapevolezza che la nostra proposta di governo ha dimostrato forza e credibilità e ha raggiunto i risultati”. Ma non bastano, avverte, “Non esistono due realtà, è vero che abbiamo tirato fuori il Paese dalla crisi, ma questi risultati non sono arrivati a sufficienza nelle nostre famiglie e nostre comunità. A testa alta, per i risultati ottenuti, ma a testa bassa nel lavoro e nell’impegno sulle cicatrici che ancora ci sono”.
PAOLO GENTILONI
Nella legislatura appena terminata abbiamo fatto il pieno alle imprese: irap costo del lavoro, ires, incentivi JobsAct, industria 4.0, pir, patent box. Continueremo con altre misure anche in questo settore. Ma la priorità numero uno sarà la famiglia. Leggete il programma: sono argomenti di cui non parla nessuno, ma che fanno la differenza. C’è chi propone di tagliare le tasse ai super ricchi, noi proponiamo di tagliare le tasse alle famiglie”.
MATTEO RENZI
“Dobbiamo fare di tutto per evitare che ritorni al potere di questa Regione chi l’ha distrutta. Roma, umiliata e tradita dalle promesse senza alcun altra cosa che le promesse, dobbiamo evitare che anche in Regione arrivi una classe politica di incapaci che racconta i problemi e non sa risolverli”.
NICOLA ZINGARETTI
Il video integrale
dell’iniziativa
Movimento 5 stelle
La maestra anti-polizia
si ricordi
di Pasolini

La maestra
elementare Cassaro immortalata
alla manifestazione #notav con la
consigliera M5s Maura Paoli,
nota sostenitrice dei centri sociali
Insulta e grida “Dovete morire”, poi lan­cia anche una bottiglia di vetro contro la polizia che monitorava la situazio­ne durante la manifestazione di Casa­Pound a Torino, mentre poco più in là manifestavano i centri sociali. Sta fa­cendo discutere la violenza della donna che si trovava nel corteo degli antagonisti, che in seguito si è scoperto essere una insegnante.
Raggiunta dal giornalista di Matrix Angelo Macchiavello che le chiede perché ha gridato frasi orribili alle forze di polizia, la donna non si rende conto della gravità del gesto e rispon­de di aver augurato la morte ai poliziotti “per­ché in questo momento stanno proteggendo il fascismo. È triste augurare loro la morte, certo, ma non ho sbagliato, perché mi potrei tro­vare fucile in mano a lottare contro questi individui”. Vedendo i volti dei poliziotti ritor­nano alla mente le parole di Pier Paolo Paso­lini (della poesia Il Pci ai giovani) rivolte agli studenti che avevano partecipato ai celebri scontri di Valle Giulia, a Roma: “Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti. Perché i poliziotti sono figli di poveri”. In questo caso non si trat­ta tanto di uno scontro tra classi sociali, non stiamo parlando certo la faccia di una figlia di papà, come Pasolini definiva quegli studenti, ma di una insegnante. Il problema è un altro: quella donna ha sfogato la sua rabbia contro chi stava solo svolgendo il proprio dovere. Confondendo l’antifascismo con la violenza senza senso.
Duro Matteo Renzi, presente in studio. Dopo aver visto il servizio commenta: “Una professoressa che si permette di fare afferma­zioni così gravi, augurando la morte ai poli­ziotti, andrebbe licenziata su due piedi. È pe­ricolosa per l’educazione dei nostri ragazzi”. E su questo è tornato anche oggi in un post su Facebook: “Penso che questa donna non ab­bia diritto di stare in classe come insegnante in una scuola pubblica del nostro Paese. Pen­so che andrebbe licenziata immediatamente. Oggi questa signora dice di aver detto ciò che ha detto perché è antifascista. Chi si augura la morte di un poliziotto o picchia un carabinie­re non è una persona antifascista, ma solo un criminale”.
Silvia Gernini
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Quei chiari legami tra il M5s e alcuni centri sociali
Quella volta degli scontri a Torino tra polizia e manifestanti anti G7, la sinda­ca Chiara Appendino aveva espresso il suo sostegno alle forze dell’ordine per gli attacchi subiti. Nel frattempo la città si in­terrogava sulla necessità di chiudere o meno alcuni centri sociali. Ma in quelle stesse ore la consigliera regionale cinque stelle Francesca Frediani aveva twittato a favore del leader del centro sociale Askatasuna Andrea Bonadonna arrestato per lesioni e resistenza a un poliziot­to. “Sembra impossibile! Andrea libero subito”, aveva scritto Frediani. Quella volta le rispose il senatore dem Stefano Esposito: “Stupisce che abbiano arrestato solo lui. Tu invece dalla par­te della legalità proprio non riesci a stare”. Non solo in Regione, ma anche nella maggioranza che appoggia Chiara Appendino convivono per­sonaggi moderati ed esponenti o persone molto vicine ai centri sociali. Una maggioranza etero­genea e contraddittoria come aveva fatto notare l’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino: “Queste contraddizioni o le si gestisce e le si governa, oppure vengono fuori”. E vennero fuori quella volta dell’ordinanza anti­movida con la quale la sindaca si era guadagnata le critiche dei centri sociali mentre buona par­te del M5S attaccava la polizia. Tra questi anche la consigliera comunale Mau­ra Paoli, antagonista e no Tav e vicina al centro sociale Gabrio, immortalata in una foto insieme alla stessa insegnante degli antagonisti che ha lanciato la bottiglia contro il poliziotto qualche giorno fa. Ma tra i consiglieri comunali c’è an­che Alberto Unia, il vero interlocutore di Askata­suna che, secondo Esposito, “aveva la necessità di scaricare le colpe sulla polizia. E così ha fat­to”. E nel frattempo Appendino taceva, mentre il M5S si schierava “di fatto dalla parte dei centri sociali e non dei poliziotti feriti”.

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Movimento 5 stelle
Il governo ombra
di Di Maio
è già un fake
Luigi Di Maio si sta allenando con le buffonate. Ieri l’ultima follia del premier 5 stelle ha preso forma quando ha inviato al Quirinale – via mail – la “lista dei ministri” di un governo a Cinquestelle. Un governo che naturalmente non ci sarà mai.
Il bello è che è già la seconda volta che il leader pentastellato cerca di coprirsi di ridicolo. La prima occasione è stata anche più plateale. Quando, cioè, è salito fisicamente al Colle per consegnare la medesima lista e rischiando di incappare in una figuraccia istituzionale.
Eggià perché Di Maio ha dimenticato due o tre particolari: tipo il voto degli italiani o le prerogative del Capo dello Stato. Uno sgarbo istituzionale grave che per eleganza il Colle non ha voluto nemmeno commentare. Lo ha fatto però il premier Gentiloni che ieri, in un’iniziativa con il candidato alla regione Lazio Nicola Zingaretti e il segretario Pd Matteo Renzi, ha definito la scena “surreale”, perché di solito “un governo ombra” non si presenta “prima delle elezioni, di solito lo si presenta dopo, quando le perdi”.
C’è poi un altro problema. E riguarda il tentativo del M5s di ingannare i propri elettori. La volontà di presentare prima delle elezioni la squadra di governo è un modo per confondere le acque, non solo perché non c’è nessuna certezza che sia il M5s ad ottenere i voti necessari per pretendere l’incarico da parte di Mattarella, ma perché per un eventuale governo sarà necessario trovare una sintesi con gli altri partiti che dovrebbe concedere la fiducia.
C’è di più. Di Maio, con i tanti impresentabili a cui ha chiesto di uscire del Movimento, incasserà i voti dei vari furbetti di Rimborsopoli e poi li farà traslocare in uno dei tanti gruppi che si formeranno in Parlamento. In queste elezioni, dunque, il peggio dei Cinquestelle porterà i voti a Di Maio e poi, incassato il consenso, Di Maio li rinnegherà lasciandoli liberi di entrare in Parlamento a far danni.
Nonostante tutto questo, il pupillo di Grillo continua a perseverare nella farsa. Dice: io presento programma e squadra, chi ci sta venga con noi a scatola chiusa. E certo! Dove si è mai visto un partito che appoggia un governo senza poter incidere sui programmi o sulle posizioni chiave dell’esecutivo? Senza considerare un aspetto fondamentale che ieri Renzi ha ribadito chiaramente: “Prima passa il tempo a dire che siamo i peggiori e ora Di Maio ci chiede i voti. C’è un piccolo particolare Luigi, noi ti riteniamo incompetente e incapace di governare il Paese e questa cosa un po’ ti rode”.
Fioramonti, il “ministro” M5s anti-Israele
Lorenzo Fioramonti, professore di Economia politica all’Univer­sità sudafricana di Pretoria, è il nome scelto dal Movimento 5 Stelle per il ministero dello Svi­luppo economico dell’improba­bile governo Di Maio. Non è ancora un mi­nistro, ma sta già mettendo in imbarazzo il fanta-governo pentastellato.
Il motivo risiede nel suo atteggiamen­to particolarmente critico nei confronti di Israele: partecipa attivamente al boicottag­gio accademico di Israele e in un’occasione particolarmente grave si è rifiutato di pren­dere parte a una conferenza sull’acqua, per il solo fatto che fosse presente nell’occasio­ne l’ambasciatore di Israele. Un comporta­mento inspiegabile visto che l’ambasciato­re era stato invitato, come altri speaker, a discutere del futuro delle risorse idriche in Africa. Un punto di vista importante visto che Israele ha dovuto affrontare condizioni di siccità simili a quelle discusse nella con­ferenza e che hanno permesso all’ammini­strazione israeliana di acquisire una spicca­ta esperienza in materia.
A segnalare l’accaduto sono stati il depu­tato dem, Emanuele Fiano, e Alessandro Lit­ta Modignani, presidente dell’Unione della Associazioni pro Israele (UDAI) che hanno condiviso un’intervista di un paio di anni fa in cui il prof. Fioramonti motiva la sua scelta di non partecipare alla conferenza sull’acqua organizzata in Sud Africa.
“Si possono esprimere le critiche che si vogliono sulle scelte dei governi di qualsiasi paese, – spiega Fiano – ma il boicottaggio di Israele è un’altra cosa, gravissima”. Che un ministro proposto dal Movimento Cinque Stelle abbia questa posizione – prosegue sempre l’esponente dem – “non ci stupisce, ci indigna”.
“Non ci risulta – aggiunge invece Litta – prese di po­sizione analoghe siano mai state assunte, dallo stesso Fioramonti, nei confronti dell’Iran degli Ayatollah, della Turchia di Erdogan o di altri Sta­ti totalitari, autoritari o illiberali”.
“L’aspirante ministro proposto da Di Maio sup­porta da tempo il boicottaggio accademico contro Israele, l’uni­ca democrazia liberale di tutto il Me­dio oriente allargato. Si conferma anche da questo episodio il nostro giudizio negativo sul Movimento 5 Stelle, un partito politico fortemente permeato da pregiudizio e odio contro Israele”.“Quella di Di Maio – conclu­de Litta – è una scelta pessima, estremista, odiosa”.
Giacomo Rossi
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Con Fioramonti
Di Maio ha fatto una scelta pessima estremista
e odiosa
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Programma Pd
Più welfare e gli 80 euro
anche per le partite Iva
Il lavoro è stato al centro dell’azione dei governi del Pd, non solo quello dipendente ma anche il lavoro autonomo. Con il Jobs act, nato con l’obiettivo, tra gli altri, di mettere un argine al lavoro privo di tutele, si è registrato un crollo delle false collaborazioni autonome a partita Iva.
Con il cosiddetto “Jobs act del lavoro autonomo”, inoltre, si è sanata una frattura storica nel mondo del lavoro, riconoscendo finalmente diritti e valore ai professionisti, vecchi e nuovi, per il Pd “una risorsa fondamentale e un motore d’innovazione per il Pa­ese”. Tra le misure più significative messe in campo, la possibilità per questi professionisti di accedere ai fondi strutturali europei, l’introduzione di un nuovo regime fiscale forfettario e l’abbassamento dell’ali­quota previdenziale dal 33% al 25%.
Per la prossima legislatura, si legge nel programma del Partito democratico, l’obiettivo è di dare “più la­voro (e più welfare) per il lavoro autonomo”.
Queste le misure più significative previste nel pro­gramma dei dem per i lavoratori non dipenden­ti: innanzitutto l’estensione della misura degli 80 euro alle partite Iva, nella stessa fascia di reddito dei lavoratori dipendenti per cui è stata introdotta nella scorsa legislatura (fino ai 26mila euro lordi). Poi, l’abolizione dell’unicum italiano della doppia tassazione sui contributi pagati dai professionisti , e l’aumento delle tutele di welfare allargato offerte dalla gestione separata e dalle casse previdenziali.
Insomma per il Partito democratico, si legge nel programma, “anche i lavoratori autonomi con si­gnificativi cali di reddito devono poter usufruire di ammortizzatori sociali, per far fronte alle difficoltà. Vogliamo creare un modello di società tra profes­sionisti conveniente e competitivo, per favorire la specializzazione e l’aggregazione professionale”
Governo
Nessuno parla di crescita. Tranne noi
Essendo, noi, l’unica comunità politica, l’unico partito rimasto in questo Paese come organi­smo strutturato e riconoscibile, ad aver definito e proposto un programma centrato su giustizia sociale e sviluppo economico, a partire da quello che abbiamo fatto per obiettivi ambi­ziosi, certo, ma credibili, fattibili, realizzabili, misurabili.
Basterebbe guardarsi intorno, nel grande come nel piccolo, per verificare infatti come la gestione dei Tavoli di crisi in questi anni a partire dal 2014 (ben 1.250 accordi conclusi al Ministero del Lavoro e 175 Tavoli conclusi al Mise) abbia rappresentato un pezzo delle politiche industriali del Governo, abbia fatto emergere indicazioni utilissime (a volte an­che una riflessione ormai ineludibile sulla rappresentanza), sia stata banco di prova – in moltissimi casi riuscito – degli strumenti finalizzati al riposizionamento competitivo messi in campo. Dicendoci molto del tessu­to economico del nostro paese, delle sue luci ed ombre: le sue pigrizie (spesso e volentieri all’ombra dello Stato) e le sue eccellenze, le sue furbizie e la sua tenacia, la sua determi­nazione e la sua acquiescenza, la paura del nuovo e il coraggio di osare. Temi su cui do­vremo necessariamente tornare a riflettere.
Un lavoro di cui andare orgogliosi, dun­que, e tra i motivi di orgoglio includo anche l’enorme capacità di pazienza che un Tavolo comporta: pazienza e nervi saldi per “guada­gnare tempo” e condurre le parti a un’intesa soprattutto quando è già praticamente asso­data l’indisponibilità al confronto.
Per questo continuo ad augurarmi che per Embraco, e per tutti i casi in cui l’indisponi­bilità imprenditoriale è annunciata e sban­dierata, sia possibile tornare al Tavolo. Leggo di spiragli flebili e naturalmente mi auguro che si rafforzino e si concretizzino. Anche a conferma di una responsabilità d’impresa di cui non ci si può vantare senza esse­re capaci al momento giusto di dimostrare. In caso contrario, l’obiettivo del prossimo Go­verno non potrà che essere la reindustrializzazione dell’area per dare rispo­ste serie, credibili, con­crete, a quel territorio e a quei lavoratori.
Gli strumenti a dispo­sizione intorno a cui co­struire il confronto oltre­tutto non mancano, e sono ben diversi da regalìe e man­ce generose di un tempo perché proprio noi, a partire dal Governo Renzi in poi, siamo stati capaci di configu­rarli come azione di sistema e non somma­toria di singole prassi. Si chiamano credito d’imposta per innovazione e ricerca, credito di imposta per acquisto di nuovi macchina­ri, ammortamento e super ammortamento, sostegno all’innovazione e alla qualità dei prodotti, confronto su nuove linee produtti­ve per rendere più compatibili e sostenibili le produzioni in Italia, sostegno al made in Italy, sostegno al posizionamento internazio­nale, ecc.
Pazienza, determinazione assoluta ma an­che consapevolezza su come l’Europa non possa essere un convitato di pietra. Piuttosto, e assolutamente, una parte in causa. Che ci sia più Europa e che sia sempre più ampia è naturalmente importante. Altrettanto im­portante però è che ci siano regole dal pun­to di vista fiscale e contrattuale. Ricordiamo bene come ci sia stata una fase dell’allarga­mento fondata su ragioni geopolitiche che non hanno tenuto conto delle possibili con­traddizioni che ne sarebbero seguite. Per cui scoprire adesso quelle contraddizioni con stupore e indignazione ri­schia di apparire un po’ fuori tempo massimo, mentre è urgente definire un nuo­vo più solido e sostenibile paradigma. Non con pro­poste spot ma con una strategia chiara su cui chiamare i paesi membri ma anche le parti sociali a confrontarsi: contratti e legislazione.
I contratti dovrebbero es­sere rinnovati anche su base europea: se non c’è la concorren­za sul fisco e invece rimane quella sui salari, comunque siamo dinanzi a concorren­za sleale, a una forma di dumping interno.
E’ necessario armonizzare sempre più a livello europeo la legislazione in materia fi­scale e anche la contrattazione. Rafforzare lo stato sociale e la contrattazione per tendere a salari adeguati.
Ovviamente non possiamo pretendere che domattina alcuni stati, la Slovacchia per esempio, applichino il contratto che abbiamo in Italia ma è a questo che bisogna tendere, e questo significa uno sforzo di tutti: politica, istituzioni, rappresentanze sociali, sindacali e datoriali.
Ripensando, tutti, il proprio ruolo e le pro­prie funzioni.
Teresa Bellanova
Segue dalla prima
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A partire dal governo Renzi in poi, per il sistema industriale abbiamo messo in campo una efficace azione
di sistema
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In redazioneCarla Attianese, Patrizio Bagazzini,Stefano Cagelli, Maddalena Carlino, Roberto Corvesi, Francesco Gerace,Silvia Gernini, Stefano Minnucci,Agnese Rapicetta, Beatrice Rutilonidemocratica@partitodemocratico.itPD BobSocietà editrice:Democratica srl Via Sant’Andrea delle Fratte 16 – 00187 Romawww.democratica.comwww.partitodemocratico.itPer ricevereDemocratica: scrivi su Whatsapp a 348 640 9037oppure vai sul messenger Facebookall’indirizzom.me/partitodemocratico.it DirettoreAndrea RomanoVicedirettoreMario Lavia
II
mercoledì 28 febbraio 2018
Report
N.4
Mercoledì
28 febbraio 2018
NoVax,
Sì Money
Introduzione
In questo report ci occuperemo di una delle bufale più celebri della storia, che recentemente ha compiuto 20 anni. E anche di una coda violenta di campagna elettorale che più che di bu­fale racconta come alcune parti politiche, anziché distanziarsi da certi comportamenti sul web, siano parte integrante dei circuiti dell’odio e della diffamazione sui social, contribuendo all’escalation ge­nerale di toni e contenuti violenti.
CAPITOLO 1
NoVax, sì Money!
Contesto:
Origini
HTTP://WWW.ADNKRONOS.COM/SALUTE/SANI­ TA/2018/02/22/VACCINI-AUTISMO-REGINA-DELLE-FA­ KE-NEWS-COMPIE-ANNI_TD4GMZUSL888MU3YX1CFRK. HTML
HTTP://MEDBUNKER.BLOGSPOT.IT/2009/11/VACCINI-WA­ KEFIELD-VACCINI-AUTISMO-E.HTML
Nel 1998 Andrew Wakefield, medico e chirur­go britannico, pubblica sulla rivista scientifica The Lancetuno studio in cui si sosteneva una probabile correlazione tra il vaccino trivalente e l’autismo. Wakefield consigliò di sospendere ogni vaccinazione per MPR (morbillo, parotite e rosolia) e di procedere con vaccinazioni se­parate per ogni tipo di malattia, all’epoca non disponibili.
I risultati furono poi condivisi e diffusi dai media. Ne risultò un pericoloso calo delle percentuali di bambini vaccinati nel Regno Unito (dal 93% al 75%) e un aumento dei casi di morbillo.
L’articolo venne in seguito rivisto e corretto, ma troppo tardi per evitare gli effetti nefasti della sua pubblicazione. Si scoprirono gravis­sime lacune e carenze: Wakefield non aveva utilizzato i “casi di controllo”, aveva cioè illu­strato personali conclusioni senza che que­ste fossero controllate né confrontate con dati sperimentali. Nessuna ricerca è mai riuscita a ripetere i risultati dichiarati da Wakefield.
In seguito, un’inchiesta di Brian Deer, giorna­lista del Sunday Times, fece emergere gravi conflitti di interesse da parte di Wakefield. Il medico e chirurgo britannico era stato contat­tato da un avvocato interessato a dimostrare una correlazione tra vaccini e autismo perché oggetto di una causa contro le aziende farma­ceutiche.
Al termine dell’indagine giornalistica Wake­field fu costretto ad ammettere di aver ricevu­to, proprio da quell’avvocato, 500.000 sterline attraverso azioni di riciclaggio per compiere degli studi che dimostrassero la connessione tra vaccini e autismo. Come se non bastasse, lo stesso Wakefield aveva brevettato nel 1997, un anno prima dell’uscita dell’articolo, un tipo di vaccino singolo, e ne aveva poi pubblicizza­to l’uso nella sua “ricerca” su Lancet, “Se pro­prio dovete vaccinare i vostri figli, fatelo con vaccini singoli” scriveva, e nel frattempo lui si era attrezzato per essere l’unico sul mercato in grado di fornirli. Un bell’intreccio di interessi privati e di ricerca di fama.
Il movimento No vax nasce dunque come un espediente di guadagno economico che ha molto poco di scientifico, orientato unicamen­te al profitto personale.
Come vedremo, le dinamiche di diffusione del movimento sul web riflettono le stesse logi­che: farci soldi.
L’origine dello sfruttamento politico
del complottismo medico in Italia:
una storia populista
Beppe Grillo Negazionista AIDS
HTTPS://WWW.YOUTUBE.COM/WATCH?V=TGPG­ D4KWWYY]
Già nel 1998 le posizioni di Beppe Grillo face­vano presagire tempi bui e disegnavano un orizzonte informativo incerto, in cui era lecito dubitare di tutto e di tutti, anche della scien­za medica. Nello spettacolo “Apocalisse mor­bida”, Beppe Grillo descrive in questi termini l’AIDS e i suoi trattamenti medici:
“Siamo in mano ormai dei serial killer, sono i grandi serial killer dell’epoca più buia dell’u­manità e fanno la ricerca. Ricercano. Ricer­cano…. e mentre ricercano 6 milioni 250 mila persone in questo momento in Italia sono a letto con una banalissima influenza e loro ricercano. Ricercano l’AIDS, la più grande bu­fala di questo secolo. Ma cazzo! Sta regre­dendo! Vi ricordate le previsioni apocalittiche dell’82? 60 milioni di sieropositivi, dovremmo essere…tutte le puttane fosforescenti, che cazzo ne so, tutto doveva essere! Sta regre­dendo e nessuno ci riesce a capire un cazzo”. HTTPS://YOUTU.BE/MG7YUSBTDNS?T=36M58S
La disinformazione scientifica online:
AttivoTV
Molti sono i siti della cosiddetta “informa­zione alternativa” che hanno rilanciato negli anni non solo i contenuti dello spettaco­lo di Beppe Grillo e delle teorie di Wakefield, ma anche altre teorie balzane.
In linea con molte delle tesi complottiste dei movimenti populisti, persino i vaccini sarebbe­ro una sorta di ultima frontiera di non meglio precisati “Poteri forti” che agirebbero in favore della selezione eugenetica. Uno di questi siti in particolare suscita l’attenzione degli osser­vatori: AttivoTV, che ha costruito il suo succes­so anche grazie all’impiego sistematico della tecnica del clickbaiting.
Si possono citare decine di articoli con titoli eclatanti, come ad esempio: “Ci distruggono il sistema immunitario! Ecco quello che nes­suno vi dirà mai!” oppure “Dramma a Ragusa: morto un bimbo di due mesi dopo la vaccina­zione” (nella nota inclusa nello stesso articolo si parla di “precedente malformazione cardia­ca congenita”) o ancora “Vaccinare, la nuova frontiera della selezione naturale”.
HTTP://WWW.ATTIVO.TV/NESSUNO-VI-DIRA-QUESTE-CO­ SE-IN-TV/
HTTP://WWW.ATTIVO.TV/APOCALISSE-MORBIDA-DI-BEP­ PE-GRILLO/

HTTP://WWW.ATTIVO.TV/VACCINARE-LA-NUOVA-FRON­ TIERA-DELLA-SELEZIONE-NATURALE/
HTTP://WWW.ATTIVO.TV/HANNO-DISTRUTTO-IL-NO­ STRO-SISTEMA-IMMUNITARIO-ECCO-QUELLO-CHE-NESSU­ NO-VI-DIRA-MAI/
HTTP://WWW.ATTIVO.TV/DRAMMA-A-RAGUSA-MOR­ TO-UN-BIMBO-DI-DUE-MESI-DOPO-LA-VACCINAZIONE/
AttivoTV non è un’operazione anonima. Il dominio è intestato a Mida Riva, proprie­tario sia della società citata nei credits in fondo ad ogni pagina del sito (PCMilano.it – P.i­va 05623020962), che di altri domini a tema complottistico e politico a sostegno del Movi­mento 5 Stelle: Faigirare.it, Attiviamoci.it, Stop­sciechimiche.it, Infoquotidiano.it, Tg5stelle.it e il blog “free vax” Unitiperlaliberascelta.it.
La pagina Facebook “AttivoTV” è seguita da 371mila utenti.
HTTPS://WWW.WHOIS.COM/WHOIS/FAIGIRARE.IT
HTTPS://WWW.WHOIS.COM/WHOIS/ATTIVOTV.IT
HTTPS://WWW.WHOIS.COM/WHOIS/ATTIVIAMOCI.IT
HTTPS://WWW.WHOIS.COM/WHOIS/STOPSCIECHIMICHE. IT
HTTPS://WWW.WHOIS.COM/WHOIS/TG5STELLE.IT
HTTPS://WWW.WHOIS.COM/WHOIS/INFOQUOTIDIANO.IT
HTTPS://WWW.WHOIS.COM/WHOIS/UNITIPERLALIBERA­ SCELTA.IT
Re Mida: tra medici radiati,
complottisti e Cinque Stelle
Antonietta GattiVolontari del benewww.volontaridelbene.itBartolomeo PepeAdriano ValenteVirus5stelleFrancesca Alessewww.attiviamoci.itwww.vaxxed.itVaxxedAttiviamoci TuttiAttivo TvMarcello StancaGabriella Maria Lesmawww.attivo.itVaccini bastawww.infoquotidiano.itinfoquotidianoClaudio MessoraTommaso Minniti TommixSalvo MandaràStefano MontanariMida Riva
Tra gli amici di Mida Riva su Facebook tro­viamo il senatore ex M5S Bartolomeo Pepe,noto sostenitore della teoria anti­vaccinista e del complottismo farmaceutico, e organizzatore di una conferenza tenutasi in una sala del Senato il cui relatore principale era proprio Andrew
Wakefield, che in quella sede ebbe modo di presentare il documentario Vaxxed, una sorta di manifesto del movimento antivaccinista.
I legami di Mida Riva con l’ex medico e chirurgo britannico non sono casuali: “Re Mida” è amico su Facebook della promotrice del docufilm, Francesca Alesse, ma soprattutto è titolare del dominio “Vaxxed.it”, il dominio ufficia­le in Italia per la promozione del docufilm e delle teorie di Wakefield.
HTTPS://WWW.WHOIS.COM/WHOIS/VAXXED.IT
HTTPS://WWW.FACEBOOK.COM/MIDARIVA
In Italia l’azione di Wakefield è sostenuta anche da tale Dario Miedico, medico antivaccinista che ha già rischiato la radiazione dall’al­bo ( HTTPS://WWW.NEXTQUOTIDIANO.IT/DARIO-MIE­ DICO-UN-ALTRO-MEDICO-ANTI-VACCINI-RISCHIO-RADIA­ ZIONE/ ) e molto vicino alle attività di Comilva (Coordinamento del movimento italiano per la libertà di vaccinazione) nonché fondatore del neonato partito “Siamo” (nato lo scorso genna­io) che si propone di dare dignità politica alla posizione antiscientifica. Un partito politico citato più volte e appoggiato con forza dai siti di Mida Riva.
HTTP://WWW.CONDAV.IT/DOCUMENT/HOMEPAGE/LETTE­ RAPERTAMIEDICOACORNAGLIAFERRARIS.PDF
HTTPS://WWW.NEXTQUOTIDIANO.IT/FREE-VAX-DARIO-MIE­ DICO-PARTITO-POLITICHE-2018/
HTTPS://WWW.ATTIVOTV.COM/SE-PENSI-CHE-I-VACCINI-SI­ ANO-SICURI-GUARDA-QUESTO-VIDEO/
HTTP://WWW.ATTIVO.TV/VACCINI-AI-BAMBINI-I-PERICO­ LI-ESPOSTI-DAL-DOTTOR-DARIO-MIEDICO/
Mida Riva è anche un grande sostenitore di Stefano Montanarie di sua moglie Anto­nietta Gatti, teorici dei “vaccini inquinati”. Per sottolineare il suo sostegno ai due teorici, “Re Mida” ha persino aperto un apposito sito di crowdfunding dal nome Volontaridelbene.it, per raccogliere i fondi utili all’acquisto di attrez­zature scientifiche.
Montanari è, da parte sua, un personaggio al­quanto discusso. Di recente è incappato in al­cuni guai: la scorsa settimana il suo studio e la sua abitazione sono stati perquisiti dalla Guar­dia di Finanza e la Procura di Reggio Emilia ha aperto nei suoi confronti un procedimento per truffa.
HTTP://GAZZETTADIMODENA.GELOCAL.IT/MODENA/CRO­ NACA/2018/02/23/NEWS/BLITZ-DELLA-FINANZA-DAL- DOTTORE-NO-VAX-ACCUSATO-DI-TRUFFA-1.16510767
HTTP://WWW.BUTAC.IT/SEMPRE-COLPA-DELLA-RETE/
HTTP://WWW.BUTAC.IT/VACCINI-INQUINATI/

HTTPS://WWW.WHOIS.COM/WHOIS/VOLONTARIDELBENE. IT

Mida Riva ha anche condiviso contenuti e video complottisti di Rosario Marcianò (il “guru” italiano della bufala sulle scie chimiche)e Tommaso Minniti, in arte Tommix.
Nei video rilanciati si arriva addirittura a soste­nere che alcuni recenti attentati terroristici sia­no in realtà delle “false flag” (cioè attività di tipo spionistico o operazioni militari svolte in modo da indurre ad attribuire la responsabilità di tali azioni a soggetti diversi dai loro veri autori), de­nigrando persino la memoria di vittime come Valeria Solesin e Bruno Gulotta.
Il business del sospetto non si fa scrupoli e lucra sulle paure dei cittadini facendo cassa grazie a teorie antiscientifiche e complottismo spregiudicato.

HTTPS://WWW.ATTIVOTV.COM/QUELLO-CHE-SI-E-SCOPER­ TO-SULLA-STRAGE-DI-BERLINO-E-INQUIETANTE/
HTTP://WWW.WEBSVELATO.IT/NON-C-E-PACE-PER-VALE­ RIA-SOLESIN/
HTTPS://WWW.TOMSHW.IT/GOOGLE-RIMUOVE-YOUTU­ BE-VIDEO-INCITANO-ALL-ODIO-87810
HTTP://WWW.TANKERENEMY.COM/2014/01/VACCINAZIO­ NE-DI-MASSA-PER-MEZZO-DEGLI.HTML
Virus5Stelle
Tra gli amici di Mida Riva troviamo anche Adriano Valente, amministratore della pagina Virus5Stelle, che in questi report abbiamo imparato a conoscere.
I post di Mida Riva sono stati spesso condi­visi proprio dalla pagina amministrata da Va­lente, la famigerata pagina “Virus5Stelleche qualche mese fa pubblicò la foto diffamante di Maria Elena Boschi e Laura Boldrini al pre­sunto funerale di Totò Riina.

HTTPS://WWW.FACEBOOK.COM/VIRUS5STELLEA/PO­ STS/1437159156393373
HTTPS://WWW.FACEBOOK.COM/VIRUS5STELLEA/PO­ STS/1506622866113668
HTTPS://WWW.FACEBOOK.COM/VIRUS5STELLEA/PO­ STS/1438108912965064
Complotti a Cinque Stelle
Claudio Messora / Byoblu
La posizione del Movimento Cinque Stel­le nei confronti dei vaccini non può esse­re definita chiara. Tuttavia alcuni suoi espo­nenti, ex membri o importanti influencer di area esprimono con convinzione posizioni de­cisamente contrarie a quanto affermato dalle più sicure e autorevoli pratiche mediche.
Si prenda, ad esempio, Claudio Messora, blogger noto con il nome “Byoblu” ed ex col­laboratore della Casaleggio Associati e del Movimento 5 Stelle. Nel suo blog si tro­vano numerosi articoli antivaccinisti in cui si esaltano gli interventi di importanti esponenti M5S, es.: “Paola Taverna distrugge Aifa, Iss il Governo e la Lorenzin sul Decreto Vaccini al Senato” o ancora “Pepe (ex M5S) scate­na l’inferno su vaccini e autismo al Senato. Che lo censura”
HTTP://WWW.BYOBLU.COM/POST/2017/06/15/PAO­ LA-TAVERNA-DISTRUGGE-AIFA-ISS-GOVERNO-LA-LOREN­ ZIN-SUL-DECRETO-VACCINI-AL-SENATO.ASPX
HTTP://WWW.BYOBLU.COM/POST/MINIPOST/CA­ RI-M5S-USCITE-DALLANGOLO-SUI-VACCINI-E-MENA­ TEJE-DURO
HTTP://WWW.BYOBLU.COM/POST/MINIPOST/PE­ PE-EX-M5S-SCATENA-LINFERNO-VACCINI-AUTISMO-AL-SE­ NAT O-LO-CENSURA
SocialTv
Non manca all’appello dei siti di area coinvolti nella propaganda antivax anche SocialTV Network, la famosa webTV “indipen­dente” il cui nome è emerso dall’inchiesta sui finti rimborsi dei parlamentari M5S, e che il noto portale antibufale Butac.it ha bacchetta­to per aver diffuso contenuti di pseudomedi­cina sul tema vaccini.
ES.: HTTP://WWW.BUTAC.IT/ANTIVACCINISMO-STRI­ SCIANTE-SOCIALTV/
HTTPS://WWW.DAVIDPUENTE.IT/BLOG/2018/02/16/SO­ CIALTV-NETWORK-IL-MOVIMENTO-5-STELLE-BUONGIORN O-STELLINE/
SOAP OPERA A CINQUE STELLE: AMORE, BUGIE E SOCIALTV
Nell’ambito dell’inchie­sta sui finti rimborsi dei parlamentari M5S il frontman di Social TV, tale Bogdan Andrea Tibusche, alias Andrea de Girolamo, presunto ex fidanzato della parlamentare grillina Giulia Sarti, è stato accusato proprio da quest’ultima avere sottratto da un conto bancario in comu­ne ben 23mila euro. Bogdan avrebbe quindi approfittato della natura ibrida del loro rap­porto, sia di tipo personale che lavorativo, per fini poco chiari.
Ricostruiamo l’intricata vicen­da al solo scopo di giungere a conclusioni interessanti per la nostra ricerca: Sarti avrebbe imputato al suo ex il mancato versamento delle cifre che se­condo il regolamento dei par­lamentari M5S sarebbero do­vute al Fondo del microcredito. Bogdan si è giustificato con la Sarti sostenendo di aver tratte­nuto quelle somme di denaro per poterle destinare a impre­cisate cure mediche persona­li. Le somme dovute al Fon­do avrebbero dovuto essere versate da Bogdan stesso in quanto gestore della contabi­lità comune della coppia. Una brutta vicenda personale che getta ombre sulla comunica­zione politica sul web.
Social TV si presenta online come “canale TV indipen­dente”. Come emerge da que­sta ricostruzione, però, e come confermato da altre inchieste giornalistiche, i contatti e i col­legamenti tra il portale e il Movi­mento sarebbero invece molto stretti.
In questo VIDEO, pubblicato il 19 febbraio su Facebook, un ex collaboratore di Social TV rac­conta la sua esperienza con il network, sottolineando come Bogdan vantasse amicizie importanti all’interno del Movimento, tra cui Beppe Grillo e Davide Casaleggio.
Secondo questa fonte Bog­dan si sarebbe inoltre vantato di essere “al centro di un’ope­razione segreta informatica con server in Russia”.
Della Russia non si sa niente di più, mentre molto si dice in­vece di lunghissimi soggiorni – mesi interi – in Romania, uffi­cialmente per l’organizzazione del suo matrimonio. Che però non sarebbe stato con la sua presunta fidanzata (l’onore­vole Cinque Stelle Sarti), ma bensì con tale Maria Stanzio­ne (questo il nome presente sulla partecipazione ricevu­ta da parte degli invitati).
Perché ci dovrebbero interes­sare tali vicende? Perché si in­trecciano pericolosamente con la presunta indipenden­za di SocialTV, il canale me­gafono dei Cinque Stelle. La Stanzione risulta infatti essere l’intestataria del conto PayPal su cui confluivano i soldi donati alla TV, nonostante fosse ap­parentemente estranea al pro­getto. Di queste donazioni e di questo conto non sono mai stati resi i noti i movimenti, né l’entità o la destinazione.

Lo scenario si fa dunque anco­ra più fosco dal punto di vista legale ed economico e tutto­ra non vi sono accenni di chia­rimento su nessuno dei suoi aspetti più controversi.
Quel che è certo è che dopo la denuncia dell’ex collaboratore non è più possibile fare dona­zioni sul conto PayPal di Social TV e non si sa che fine abbia­no fatto le somme fino ad oggi raccolte.
HTTPS://WWW.FACEBOOK.COM/IN­ FORMA
TVINFORMAZIONEINDIPENDENTE/VI­ DEOS/202298413838947/
Autori in cerca di fama (e di guadagni)
Gran parte dei personaggi finora citati hanno trovato spazio anche nel mondo dell’editoria.
Il proprietario di Disinformazione.it (altro por­tale di bufale e complottismo di vario genere), Marcello Pamio, è autore di diversi libri con­tro la medicina ufficiale (tra cui “Vaccinazioni – Armi chimiche contro il cervello e l’evolu­zione dell’uomo”), mentre Stefano Montanari e Antonietta Gatti sono anche autori del libro “Vaccini: Sì o No?”. All’appello non mancano Roberto Gava (autore di “Le Vaccinazioni di Massa”) ed Eugenio Serravalle (omeopata e presidente dell’Associazione Assis), entrambi contrari all’obbligo vaccinale.
I libri finora citati sono stati pubblicati dalla Ma­crolibrarsi,casa editrice di riferimento per il movimento d’opinione NoVax che ha in cata­logo ben 35 titoli solo sui vaccini. I libri sono in vendita sul sito Macrolibrarsi.it di Giorgio Gu­stavo Rosso, proprietario del Gruppo Edito­riale Macro e consigliere comunale di Cesena: un ex M5S noto alle cronache per essersi incatenato contro il decreto vaccini.
HTTPS://WWW.NEXTQUOTIDIANO.IT/GIORGIO-GU­ STAVO-ROSSO-CONSIGLIERE-M5S/
HTTPS://WWW.MACROLIBRARSI.IT/CAT/231/VACCINA­ ZIONI
Tra i saggi in vendita anche quello di Massimo Montinari, medico noto per essere uno dei simboli della guerra ai vaccini. In un suo libro ha illustrato il cosiddetto “Protocollo Montina­ri”, sostenendo di poter curare l’autismo con metodi non riconosciuti dalla scienza medi­ca, facendo sborsare ai suoi pazienti migliaia di euro (circa 10mila tra visite e perizie per ogni paziente).A causa di questo protocollo anche spiegato nel suo libro “Autismo. Nuove terapie per migliorare e guarire”, Montinari è stato sospeso dall’ordine dei Medici perché il suo protocollo terapico risultava privo di ogni fondamento scientifico.
HTTPS://WWW.ILFOGLIO.IT/CRONACHE/2017/06/14/ NEWS/MONTINARI-ANTI-VAX-SOSPESO-DALL-ORDI­ NE-MED ICI-139835/
Il terrorismo è un affare per i populisti
Non è solo il Movimento Cinque Stelle a detenere l’esclusiva ideologica del mo­vimento antivaccinista. Diverse pagine ideolo­gicamente vicine alla destra estrema e al par­tito di Matteo Salvinispesso condividono contenuti complottisti anche su argomenti medici.
Ogni tema è buono per la strumentalizzazio­ne e viene utilizzato per aumentare l’enga­gement di pagine interessate a promuovere estremismi politici.
Si prenda ad esempio la pagina Facebook Come i treni a vapore(oltre 83k fan).
La pagina condivide contenuti propagandisti­ci pubblicati dai network Sputnik italia( post “L’inferno che si ripete: base USA in Porto­ gallo potrebbe diffondere il cancro”) e Brei­tbart(es. post Soros invoca la stretta sui social: “promuovono il populismo”) a cui alterna post a favore della Lega Nord e di Matteo Salvini e del movimento antivax. Attraverso l’analisi del­le condivisioni e dei post è possibile individua­re quello che con ogni probabilità è uno degli amministratori della pagina: Rosabella Nobile, amica su Facebook di Luca Morisi, responsa­bile della comunicazione di Matteo Salvini, più volte citato nei nostri report.
Nobile condivide quasi costantemente dal suo profilo privato i post pubblicati da “Come i treni a vapore”, a distanza di pochi minuti dal­la loro pubblicazione o addirittura nello stesso istante in cui vengono pubblicati dalla pagina.
Esempi di contenuti della pagina “Come i tre­ni a vapore”: es.: Breitbart vs Soros
COMPLOTTO
RENZI – NANOCHIP VACCINALI
SALVINI CONTRO OBBLIGO VACCINI:
COMPLOTTO VACCINI HPV
BREITBART VS SOROS

HTTPS://WWW.FACEBOOK. COM/246094578895061/PO­ STS/820926678078512
HTTPS://WWW.FACEBOOK.COM/PERMALINK.PHP?­STORY_FBID=843950009109512&ID=246094578895 061
HTTPS://ARCHIVE.FO/OBOHI
HTTPS://WWW.FACEBOOK. COM/246094578895061/PO­ STS/805961116241735
HTTPS://WWW.FACEBOOK. COM/246094578895061/VIDE­ OS/816537081850805/
L’amicizia con Morisi appare dal profilo Facebook personale di Rosabella Nobile (mostrato qui sotto). Più sotto, un esempio della condivisione quasi simultanea di contenuti della pagina “Come i treni a vapore” dal profilo di Nobile. Una tale costanza e una sostanziale simultaneità nelle condivisioni significa molto probabilmente che Nobile procede alla pubblicazione del post sulla pagina, per poi passare alla condivisione manuale del contenuto appena pubblicato sul proprio profilo.
ES. CONDIVISIONE NOTIZIA BREITBART CITATA POCO SOPRA, SI CONFRONTINO GLI ORARI:

CAPITOLO 2
Macabre ironie sui social e diffamatori seriali
Negli ultimi giorni delle campagne eletto­rali è prevedibile che si esasperino i toni, che divengono solitamente più “tranchant”. Ed è anche prassi consolidata quella della parodia dei messaggi più noti e diffusi. Di recente però si è notata una tendenza all’impiego di contenuti macabri che mettono a dura prova il concetto di satira. Lungi dal voler censurare alcun tipo di in­tento umoristico, ci pare tuttavia legittimo inter­rogarsi sulla natura di alcuni messaggi, che più che umoristici paiono incanalati in un filone di aggressività sui social indirizzata a senso unico.
Due esempi recenti ci paiono particolarmente lampanti: un fotomontaggio raffigurante Matteo Renzi in una bara corredato di un riferimento alle prossime elezioni del 4 marzo (condiviso persi­no dal sindaco di centrodestra di Grosseto, non nuovo a discutibili uscite mediatiche). Anche noi, come altri commentatori di questa card, credia­mo sia inopportuno riportare l’immagine, per il suo contenuto disturbante che ricorda altri casi recenti, come quello che raffigurava una Lau­ra Boldrini decapitata e che ha raccolto sdegno unanime.

link post FB SbobTv
Il secondo esempio riguarda una sedicente “pa­rodia” dello spot del Partito Democratico a cui è stato aggiunto un finale macabro in sostituzio­ne di quello originale in cui il Segretario
Matteo Renzi si allontana da un’auto in bici. Il vi­deo si è diffuso velocemente in rete, tanto da essere stato segnalato e conseguentemente rimosso da Facebook.
In origine, il contenuto era stato creato e pub­blicato dalla pagina Facebook di SbobTv (sor­gente del video in questione),come dichia­rato dal watermark finale che riporta proprio il logo della pagina.
Da un’analisi della sopracitata pagina Facebo­ok emerge una figura con stretti legami con esponenti di primo piano e coordinatori del M5S.
SbobTv è una pagina amministrata da Danie­le Ercolani e Giovanni Locombi.In calce al sito SbobTv (registrato in modo anonimo link)si legge infatti: Powered by locombi.com. locom­bi.com è il sito della Locombi Web Agency, di proprietà di Giovanni Locombi.
Questa Web Agency vanta tra i progetti realiz­zati anche il sito https://viterbo5stelle.it/: il portale del M5S di Viterbo.
Giovanni Locombi, tra l’altro, è admin pro­prio del sito viterbo5stelle.it( http://view­ dns.info/whois/?domain=viterbo5stelle.it) e delle pagine Facebook: Movimento 5 Stelle Viterboe Tuscia 5 Stellee compare nella lista dei candidati supplenti alla Camera dei De­putati per il M5S per la circoscrizione Rieti, Civitavecchia e Viterbo, ovvero tra i candida­ti pronti a subentrare agli effettivi in caso di in­candidabilità (http://www.viterbonews24.it/ news/movimento-5-stelle:-ecco-i-candida­ ti_82366.htm ).
Il suo numero di cellulare appare anche su una card Facebook della pagina del M5S di Viterbo, in cui si invita a scrivere proprio al suo numero per poter essere inseriti nell’elenco dei rappre­sentanti di lista (post fb).
Giovanni Locombi non è un attivista qualun­que. Egli è addirittura amico su Facebook di Davide Casaleggio, Marta Grande(deputata M5S, commissione affari esteri, coinvolta nel­lo scandalo rimborsi +15keuro di ricariche tele­foniche oltre 2k/mese affitto, articolo), Bruno Marton(senatore e capogruppo M5S), Alessio Villarosa (deputato M5S e membro commis­sione Finanze della Camera, profilo personale), Fabio Massimo Castaldo(parlamentare euro­peo M5S, vicepresidente Parlamento Europeo, convintamente filo-Putin), Luca Cerquatelli (webmaster M5S Camera).
Un personaggio molto ben inserito tra gli alti ranghi del Movimento 5 Stelle, quin­di.
Anche in questo caso, come nel caso di Ugo Nicolosi (il blogger e influencer siciliano cita­to nel nostro ultimo report), il legame tra una comunicazione non ufficiale dai toni violenti ed esponenti di rilievo del Movimento Cinque Stelle è molto stretto (Nicolosi è noto per la produzione costante di fake news e per il suo ruolo di amministratore del gruppo Facebook Club Luigi Di Maio, noto gruppo chiuso in cui il dileggio violento e la retorica fascista sono tollerati e frequenti).
Superbufala a 5 stelle con retromarcia
Circola da giorni una video-bufala via Whatsapp: un senatore italiano votereb­be più volte in sostituzione dei suoi colleghi utilizzando i loro cartellini.
L’abbigliamento dei “senatori” ritratti (alcuni senza cravatta, altri con abbigliamento casual) dovrebbe far sorgere qualche dubbio, ma ba­sta osservare l’Aula ritratta nel video, notare le differenze nella struttura della sala e dei seggi per accorgersi che il luogo mostrato non può essere il Senato Italiano.
E invece il video è condiviso su Facebook da un attivista del Movimento Cinque Stelle, Antonio Donnarumma, e il suo post di dub­bi proprio non ne lascia né sull’identificazione del luogo né sulla persona protagonista del filmato:
“FATE DIVENTARE VIRALE QUESTO POST. QUESTO E’ ROSATO DEL PD”.

Per una volta, il corto-circuito si interrompe e la realtà arriva anche sui social: Ettore Rosa­to si accorge del post diffamante e minaccia querela (nel frattempo il post aveva totalizza­to oltre 19k condivisioni e più di 400k visualiz­zazioni). Donnarumma a quel punto fa marcia indietro e corregge il post, non sapendo forse che Facebook tiene traccia di tutte le revisioni.
La certezza granitica dell’attivista, a quel pun­to, diventa un dubbioso:
“FATE DIVENTARE QUESTO VIDEO VIRALE. QUESTO SEMBRA ESSEREROSATO DEL PD, COLUI CHE CON LA SUA LEGGE ELETTORA­LE HA TENTATO DI AFFOSSARE L’ITALIA”.
Il video incriminato era stato già scovato da Democratica nei giorni scorsi. Nell’articolo si dimostra l’origine dell’Aula ripresa dal video: non si tratta del Senato, appunto, ma del Par­lamento ucraino.
Antonio Donnarummautilizza due profili Facebook dai quali costantemente pubblica materiale a favore dei Cinque Stelle o attacchi nei confronti di una precisa parte politica. Già in passato Donnarumma era stato querela­to da Alessia Morani in quanto autore di un post diffamatorio nel quale si sosteneva che la deputata PD avesse avuto un passato da “escort”. Più recentemente ha tentato anche di diffondere la bufala ai danni di Matteo Renzi, accusato di aver acquistato una residenza mi­lionaria nel centro di Firenze (vedi post sotto).

Il metodo di Donnarumma è noto e più volte abbiamo descritto nei nostri report le tattiche utilizzate per disinformare e at­taccare gli avversari politici: altrettanto note sono le frequentazioni a Cinque Stelle esi­bite da Donnarumma sui suoi profili social. Numerose foto lo ritraggono in compagnia di tutti i principali esponenti del Movimento Cin­que stelle, tra gli altri: Luigi Di Maio, Beppe Gril­lo, Paola Taverna, Virginia Raggi.
Anche in questo caso, come per i sopracitati Giovanni Locombi e Ugo Nicolsi, l’autore di questa operazione non è un attivista qual­siasi, né la condivisione del video è stata una svista casuale.Anzi, la presenza tra gli amici Facebook di Antonio Donnarumma dello stesso Nicolosi e di altri nomi già cita­ti nei report fin qui pubblicati, come Clau­dio Piersanti(admin della pagina Virus5Stelle e autore del post relativo al fittizio funerale di Totò Riina), e Daniele Ferrari(admin di 11 pa­gine pro-M5S, seguito da 14k utenti) disegna un network di influencer a Cinque Stelle con strettissimi legami diretti con i principali referenti del Movimento, una ben strutturata organizzazione di comunicazione non ufficiale.
Conclusioni
Nello stendere questi report è parso sempre più evidente che gli esempi si­mili a quelli citati sono praticamente infiniti. Non si tratta quindi di eventi episodici. Non si tratta di illazioni di parte. Non si tratta di dinamiche inverificabili. Alla luce del sole, senza alcun pudore potremmo aggiungere, in Italia sono attive centrali di disinformazio­ne che hanno relazioni strette con alcuni soggetti politici ben identificati. E che con­dizionano la pubblica opinione attraverso attività diffamatorie, contenuti pericolosa­mente fuorvianti, provocazione di hate spe­ech mirato sugli avversari. Peggio ancora, lucrano sulla credibilità popolare per mina­re, senza alcuno scrupolo, addirittura la fi­ducia sulla sanità pubblica. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un crollo di livello esponenziale delle vaccinazioni, l’aumento dei casi di morbillo che ha fatto balzare l’Ita­lia in cima ai vertici mondiali per numeri di contagio, il rischio di perdita dell’immunità di gregge, la necessità di reintroduzione dell’obbligo vaccinale e le conseguenti po­lemiche politiche su presunte indebite in­gerenze governative nelle libere scelte dei cittadini. In poche parole, metto in piedi una campagna antivax, ci guadagno e ne ricavo anche del buon materiale per attaccare gli avversari politici.
Una cinica strategia di sfruttamento con fini propagandistici e di profitto, potentemente amplificata dai meccanismi di diffusione ti­pici del web e dei social media, capace di ipotecare ciò che è più prezioso per tutti i cittadini: la salute propria e quella dei propri cari.
Rimangono da approfondire alcuni aspetti inquietanti, che parrebbero legare questo meccanismo di propagazione dei populismi e dell’isolazionismo reazionario della destra estrema a connessioni internazionali, ma su questo confidiamo in una sempre più diffu­sa presa di coscienza di un problema che, sul piano dell’azione collettiva, ha avuto tra i suoi primi effetti la creazione di organismi di inchiesta e controllo sia a livello conti­nentale che oltreoceano (si veda, ad esem­pio, l’istituzione della commissione USA sul cosiddetto “Russiagate” che ha di recente portato all’incriminazione di 13 cittadini russi per aver interferito con azioni hacker e con l’impiego di fake news sulle ultime elezioni presidenziali negli Stati Uniti, o l’istituzione da parte della Commissione UE di un Grup­po di alto livello di 39 esperti per la lotta alle notizie false e alla disinformazione online).
Ci conforta inoltre, in ambito italiano, la re­cente pubblicazione di inchieste di grande rilievo sul tema e che provengono da autori da lungo tempo meritoriamente impegnati sul tema del debunking e dello svelamento delle reti politiche che sottostanno a questi processi comunicativi. Il loro rappresenta un contributo prezioso e indipendente al rico­noscimento di pattern e strategie ricorrenti che innegabilmente hanno un impatto con­dizionante nei confronti della costruzione non solo dell’informazione pubblica, ma del consenso politico.

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