Di Stefano Venditti
Te ne sei andato in punta di piedi, circondato dall’affetto della tua splendida famiglia, dei tuoi cari, dei tuoi amici. Te ne sei andato nello stesso modo in cui hai vissuto una vita piena e ricca di soddisfazioni: da grande signore quale eri. E’ stato un onore e un privilegio conoscerti e avere l’opportunità di lavorare al tuo fianco e condividere con te diverse passioni, prima tra tutte lo sport, quello autentico, quello lontano dai clamori e dalla maleducazione.
Definirti solo giornalista sportivo sarebbe un torto alla tua cultura, alla tua esperienza. I tuoi articoli sono stati pietre miliari del giornalismo locale che spesso venivano conservati come veri e propri riconoscimenti da chi era stato recensito dalla tua mirabile penna. I tuoi pezzi di cultura, musica, attualità vicina al cittadino e di sport “minori”, hanno dato il giusto e meritato risalto a tutti quei talenti molisani che attraverso la tua penna sono stati messi in luce sulle pagine delle numerose testate con le quali hai collaborato negli anni, in maniera particolare fra le colonne de “Il Tempo Molise” che, tra le altre cose, ci hanno permesso di incontrarci e di condividere ben 10 anni di carriera insieme. Ricordo ancora le ore del tardissimo pomeriggio di ogni sabato durante le quali ci incontravamo in redazione, soli io e te, per chiudere le pagine di sport, io con la pallavolo e tu con il basket, l’atletica o il calcio minore.
Ti ho apprezzato come uomo e grande persona anche e soprattutto fuori dalla redazione di piazza Pepe prima e di Corso Vittorio Emanuele poi. Iniziavi sempre la tua giornata con una lunga corsa prima e poi con una lunga passeggiata; spesso ti incrociavo per strada e ci fermavamo a parlare di tante cose e negli ultimi anni dei nostri rispettivi figli e delle grandi soddisfazioni che ci hanno regalato come genitori. Ti brillavano gli occhi quando parlavi della tua famiglia.
Non potrò mai dimenticare i nostri incontri alla “Su e Giù”. Ogni volta che partivamo insieme dalla linea del traguardo puntualmente tu arrivavi prima di me, malgrado tra di noi ci fosse una differenza di età abbastanza ampia. L’età per te non contava, contava la tua freschezza di cuore.
Ricordo con affetto i tuoi racconti del tuo trascorso di Direttore di Poste Italiane e di quanto la professionalità, la diligenza, la preparazione e la disponibilità verso gli altri, siano state sempre cardini della tua persona che hai portato anche nel tuo modo di essere giornalista. Modus operandi che ti ha creato anche a volte degli screzi non da poco anche con alcuni colleghi che non hanno affatto compreso l’elevata valenza della tua persona.
L’amore per lo sport e per la scrittura era talmente grande che non ci hai pensato nemmeno un istante ad accettare il mio invito a partecipare alla seconda edizione del Premio Fasolino da me organizzato. Malgrado la tua grande esperienza non hai affatto temuto la competizione di un concorso giornalistico e hai partecipato sempre con il tuo solito sorriso che puntualmente illuminava ogni persona che ti incontrava.
Ti saluto Camillo con il dolore nel cuore e con il grande rammarico di non essere stato presente ai tuoi funerali per accompagnarti un’ultima volta, visto che ero fuori regione e che solo oggi ho saputo della tua dipartita. Ti prometto, comunque, che quanto prima verrò a salutarti al cimitero perché è giusto che tra amici non ci si perda mai di vista.
Ciao Camillo e non correre troppo tra le nuvole!