Della Redazione Di Democratica
n. 126 mercoledì 14 febbraio 2018
“Se non sono capaci di controllare i conti di qualche centinaio di persone come possono tenere in ordine il bilancio di un’intera nazione?” (Antonio Padellaro sul Fatto)
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L’EDITORIALE / 1
Di Maio
ci sei o ci fai?
Il Pd contro fascismo e xenofobia. A testa alta
Maurizio Martina
Domani il Partito Democratico si ritrova a Sant’Anna di Stazzema. Ci saremo con tante ragazze e tanti ragazzi. Ci saremo per testimoniare ancora una volta i valori che ci muovono e per cui ci impegniamo oggi più di ieri. I tragici fatti di Macerata e i tanti episodi accaduti purtroppo nel paese fanno emergere rigurgiti xenofobi e razzisti che dobbiamo contrastare con il massimo impegno. Il primo dovere è quello della memoria. Per questo Sant’Anna di Stazzema per noi tutti rappresenta una tappa centrale, da vivere in particolare con le nuove generazioni, aderendo all’anagrafe antifascista che Matteo Salvini in questi giorni ha invece deriso vergognosamente. Il secondo impegno è quello della cittadinanza. Per contrastare ogni forma di sottovalutazione della spirale xenofoba che si respira in tutta Europa. E per promuovere nel Paese una nuova consapevolezza rispetto a questi rischi.
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A PAGINA 6
L’EDITORIALE / 2
Pil e disoccupazione,
i numeri della ripresa
Marco Fortis
Il quarto trimestre 2017 ha fatto registrare il quattordicesimo aumento consecutivo del PIL italiano in termini congiunturali, con una crescita dello 0,3% rispetto al precedente terzo trimestre dello scorso anno. L’aumento tendenziale annuo del PIL rispetto al corrispondente quarto trimestre del 2016 è stato invece dell’1,6%, il secondo progresso più forte nel corso dell’attuale fase di ripresa economica dopo quello del terzo trimestre 2017 che aveva toccato l’1,7%.
La crescita del PIL italiano nel 2017, in base ai dati destagionalizzati e corretti per il calendario, quindi comparabili con quelli del 2016, si conferma al +1,5%, mentre l’incremento annuo è stato stimato dall’Istat al +1,4% sulla base dei dati trimestrali grezzi per via del fatto che il 2017 ha avuto due giorni lavorativi in meno rispetto al 2016. Entrambi i dati confermano il consolidamento della nostra ripresa economica, che è andata ben oltre le previsioni che ancora circolavano 7-8 mesi fa e che eredita per il 2018 una crescita acquisita, cioè quella che si avrebbe in caso di variazione congiunturale nulla dei trimestri di quest’anno, pari a +0,5%.
Verso il 4 marzoEsplode il caso Rimborsopoli
nel M5s. Delle due una: o il “capo politico” sapeva e ha fatto finta di niente, o non sapeva e ha dimostrato di non essere in grado
neppure di gestire il suo movimento.
Il Pd si conferma l’unica forza credibile
ALLE PAGINE 2-3-4
A PAGINA 5
Movimento 5 Stelle
Scaricare tutto sull’animo umano fa ridere perché qui stiamo parlando di politica, non di esistenzialismo. Quello che emerge è un sistema
La domanda rimane: ma il gran capo del Movimento, nonché candidato a Palazzo Chigi è talmente ingenuo da non aver avuto sentore di nulla?
E ora Luigi ha paura
C’è affanno nelle parole del capo e dei suoi seguaci. Al Pd il compito di fornire una prospettiva credibile
Ho sbagliato a fidarmi dell’essere umano, ma c’è tempo per rimediare, queste persone sono state allontanate”. Dietro la maschera arrogantella, in Luigi Di Maio prende corpo una specie di autocritica, “ho sbagliato”. Naturalmente, scaricare tutto sull’ “animo umano” fa ridere, perché qui si sta parlando di politica e non di esistenzialismo. Pertanto la domanda rimane: ma il gran capo del M5s nonché candidato a palazzo Chigi è talmente ingenuo da non aver avuto sentore di nulla? Eppure quello che sta emergendo è un “sistema” (vedremo quanto esteso, per ora siamo a 10 nomi) – il sistema “ bonificare-fotografare-annullare” – del quale i magnifici 10 certamente parlavano fra di loro. E Di Maio non sapeva nulla? Se così fosse farebbe la figura del super-ingenuo. Se invece sapeva e ha taciuto, quella del super-mariuolo.
Dice oggi Di Maio che restituiranno tutto: e ci mancherebbe. Che in ogni caso hanno versato 23 milioni, come se questo emendasse la mancanza del ventiquattresimo. Inutile girarci intorno, c’è affanno, nelle parole del capo e dei suoi seguaci. C’è imbarazzo. Non potrebbe essere diversamente: beccati con le mani nella marmellata, proprio loro, i gran “ripulitori” della politica italiana, devono subire un fatto nuovo che può incidere sul voto. Difficile fare previsioni. Certo è che Rimborsopoli cade proprio nel momento decisivo della campagna elettorale, in vista del rush finale, in una fase nella quale il M5s già mostrava di esaurire la spinta propulsiva. Ora, lo spettro di essere superati dal Pd si fa più concreto: con tanti saluti alla prospettiva di ricevere l’incarico di formare il nuovo governo e giocare comunque un ruolo da protagonista nel dopo- 4 marzo. Per questo i grillini sono nervosi. Al Pd il compito di raccogliere il dissenso fra le fila dei loro elettori e fornire loro una prospettiva diversa e credibile.
M.L.
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Movimento 5 stelle
Andrea Cecconi
Deputato uscente, ricandidato nelle Marche in un collegio plurinominale blindato
Emanuele Cozzolino Vicecapogruppo dei Cinque Stelle alla Camera
Carlo Martelli
Senatore candidato nel proporzionale in Piemonte: è capolista
Ivan Della ValleDeputato piemontese, esponente di primo piano di No Tav
Maurizio Buccarella Senatore uscente, anche lui ricandidato in Puglia
Elisa Bulgarelli
Un tempo vicina all’attuale sindaco di Parma Pizzarotti
I dieci “furbetti” e l’ipocrisia a Cinque Stelle
Massimiliano Bernini Nel 2013 eletto nel Lazio, annuncia querela contro le Iene
Barbara LezziSenatrice pugliesevicepresidente di commissione
Stefano Cagelli
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“Rispetto il loro gesto, non era dovuto”. Così Luigi Di Maio, qualche giorno fa, commentava le dichiarazioni di Andrea Cecconi e Carlo Martelli che annunciavano (via social network, ovviamente) la loro rinuncia alla carica di parlamentari. Finiti al centro della bufera, i due avrebbero deciso di tirarsi indietro “per il bene del Movimento”. La stessa cosa, più o meno, avrebbe fatto Emanuele Dessì, il candidato picchiatore e titolare di un affitto a 7 euro al mese, in procinto di entrare al Senato. In realtà il candidato-picchiatore, come è stato rinominato, ha detto effettivamente di “aver firmato un documento” ma di “non aver capito bene cosa ci fosse scritto”.
Tra gesti nobili sbandierati e strane confessioni, l’unica cosa certa è che queste dichiarazioni sono fondate praticamente sul nulla. Nessun passo indietro. Intanto perché le liste sono state depositate e non possono più essere modificate. Gli elettori, quindi, si troveranno i nomi di quei candidato sulla scheda elettorale di fianco al simbolo del Movimento 5 Stelle. E poi perché, anche se volessero, eventuali dimissioni dopo il voto andrebbero comunque votate sia dalla Camera che dal Senato. Naturalmente, in questo contesto, un qualsiasi documento firmato o fatto firmare dal Movimento 5 Stelle non ha alcun valore giuridico. L’ennesima presa in giro di un gruppo che si sta sgretolando sotto il peso della sua ipocrisia.
Giulia SartiRiminese, nel 2013 eletta in Emilia-Romagna
Silvia BenedettiNel 2013 eletta nella circoscrizione Veneto1
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Movimento 5 stelle
Il mistero Borrelli: da fedelissimo di Casaleggio all’addio a sorpresa
L’europarlamentare è al vertice dell’Associazione Rousseau, ma il suo sembra solo un ruolo da comparsa
David Borrelli, europarlamentare di spicco del M5s ha lasciato il gruppo parlamentare dei pentastellati. Pur nell’assoluto silenzio, la sua è una defezione che sta scuotendo il M5s. La motivazione ufficiale, quella data da una stringata nota della capo delegazione M5S in Europa, Laura Agea, è che la scelta è «sofferta ma obbligata da motivi di salute».
Ovviamente non si capisce perché i motivi di salute richieda l’uscita dal gruppo, ma non l’abbandono del seggio europarlamentare. Un dubbio che forse hanno anche a Bruxelles visto che la nota si conclude con una laconica ammissione: «Prendiamo atto che Borrelli non fa più parte del MoVimento 5 Stelle». Nemmeno il candidato premier Di Maio è riuscito a contattarlio: “Non l’ho sentito,- ha detto stamattina ai giornalisti – non mi ha neanche risposto”.
47 anni, imprenditore nel settore informatico e grillino della prima ora, Borrelli è una figura importante nell’universo pentastellato: è, o forse è meglio dire “era”, uno dei tre soci dell’Associazione Rousseau, insieme a Davide Casaleggio e al consigliere comunale a Bologna Massimo Bugani.
La sua centralità in Europa si era vista grazie all’incarico che Casaleggio jr gli aveva dato quasi un anno fa, quando il movimento aveva tentato di abbandonare gli euroscettici di Efdd (il gruppo in cui confluisce l’Ukip di Nigel Farage) per abbracciare, al contrario, i super europeisti dell’Alde. La trattativa non andò a buon fine, ma Borrelli non perse il suo potere.
Rimase in sella, anzi, anche quando, pochi mesi dopo, era stato coinvolto in una faccenda mai veramente chiarita. La sua compagna, Maria Angela Riva, era entrata nello staff di Isabella Adinolfi, un’altra eurodeputata M5S della commissione Cultura. Un caso di “parentopoli?” Lui negò, dicendo che Riva aveva il suo curriculum, il suo lavoro e il diritto di farsi la sua strada, ma a qualcuno nel Movimento non andò giù l’operazione.
L’abbandono dal gruppo a Bruxelles è stato letto da molti commentatori come una presa di posizione da quello che è diventato ora il Movimento. Una scelta molto simile a quella fatta da Grillo, l’unica figura verso cui Borrelli conserverebbe la stima e la fiducia dei primi tempi.
In un’intervista del 4 gennaio scorso Borrelli pur rifiutandosi di rispondere alle domande, aveva tratteggiato chiaramente il mondo costruito dalla Casaleggio. L’articolo, firmato da Luciano Capone, cercava di indagare l’universo dell’Associazione Rousseau. Un universo al cui centro ci sarebbe sempre e solo una figura: Davide Casaleggio. Borrelli in quell’intervista era evasivo, ma le poche parole date in risposta lasciavano intendere la frattura in atto nel Movimento. «Vorrei evitare di parlare dell’Associazione Rousseau, non so nulla di più di quello che è pubblico. Io non so nulla, sono in quell’associazione perché Beppe mi ha chiesto di esserci, ma è come se non ci fossi. Tutti e tre gli incarichi sono intestati a Davide Casaleggio, bisogna chiedere a lui. La prego di non farmi comparire, non voglio parlare di nulla».
In sostanza Borrelli ammetteva che pur essendo uno dei tre soci dell’Associazione, era comunque all’oscuro di tutto. Non sapeva nulla di più di quanto pubblico o apparso sui giornali. E alla fine ammette: «Non penso che ci sia qualcuno che fuori ne sappia più di me che sono dentro, forse Beppe chiede ogni tanto informazioni a Davide Casaleggio». Ed è proprio verso Casaleggio jr che forse bisognerebbe guardare per capire parte delle ragioni del suo addio al Movimento.
Giacomo Rossi
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Nell’assoluto silenzio, la sua è una defezione che sta scuotendo il Movimento
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Economia
Pil ancora su.
Ecco i numeri
della ripresa
Il messaggio che ci lascia in eredità il 2017 è quello di un’Italia finalmente rimessa in carreggiata dopo la lunga crisi 2008-2013
Hanno contribuito all’aumento congiunturale del PIL nel quarto trimestre dello scorso anno sia l’industria sia i servizi mentre si è registrata una flessione del valore aggiunto dell’agricoltura. Da lato della domanda vi è invece stato un contributo positivo al PIL da parte sia della domanda interna sia della domanda estera netta.
La forte dinamica della produzione industriale è stata una delle principali componenti della crescita italiana nel 2017. Lo confermano anche gli ultimi dati Eurostat relativi allo scorso mese di dicembre che indicano un aumento dell’output industriale italiano dell’1,6% rispetto a novembre, in raffronto ad un progresso dello 0,9% in Spagna, dello 0,6% in Francia e a un calo dello 0,5% in Germania e dell’1,4% nel Regno Unito.
Intanto la Commissione Europea, nel suo ultimo rapporto trimestrale “Employment and Social Developments in Europe”, ha riconosciuto che oltre la metà del calo dei disoccupati registrato nell’UE tra dicembre 2016 e dicembre 2017 è avvenuto in quattro Paesi: Spagna, Italia, Francia e Polonia, nell’ordine. L’Italia ha contribuito a tale miglioramento con una diminuzione complessiva di 270mila disoccupati. Per quanto riguarda poi la disoccupazione giovanile, il nostro Paese è stato quello che ha fatto registrare il più forte decremento del tasso di disoccupazione della popolazione compresa tra 15 e 24 anni, con una riduzione di ben 6,9 punti percentuali in un anno.
Il messaggio che ci lascia in eredità il 2017 è quello di un’Italia finalmente rimessa in carreggiata dopo la lunga crisi 2008-2013 grazie alle riforme e agli interventi di politica economica del quadriennio 2014-2017. Il PIL è tornato a crescere in modo importante. Qualcuno potrebbe obiettare che i nostri tassi di espansione sono ancora distanti da quelli di altri grandi Paesi. In realtà non è così se si tiene conto del nostro forte calo demografico che molto ci penalizza, sicché nel 2016-17 il PIL per abitante dell’Italia è invece aumentato di più di quello delle altre 4 maggiori economie occidentali: Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito. L’industria nazionale è in netta ripresa. Nel complesso dell’economia sono stati creati quasi un milione di posti di lavoro in quattro anni, metà dei quali a tempo indeterminato e la disoccupazione è significativamente diminuita.
Ciò detto, è evidente che molta strada è ancora da fare. Diversi settori produttivi sono ancora in difficoltà, la disoccupazione totale e giovanile restano ancora alte, i divari sociali e territoriali lasciati in eredità dalla crisi necessitano di sforzi ulteriori da parte delle politiche economiche e per il lavoro. Ma il messaggio è chiaro. Soltanto continuando sulla via delle riforme e degli interventi di politica economica in un equilibrato mix di rigore, flessibilità e crescita si potrà dare ulteriore solidità e continuità alla ripresa italiana. L’Italia non ha bisogno di improvvisazioni dilettantesche in economia come quelle che sentiamo proporre in queste settimane di campagna elettorale da alcune forze politiche. Improvvisazioni che distruggerebbero in poco tempo tutti i progressi che si sono realizzati faticosamente negli ultimi quattro anni. Uscire da una nuova eventuale crisi, deve essere ben chiaro a tutti, sarebbe molto più duro e difficile di quanto non sia stato uscire dalla precedente. Il lascito delle riforme è troppo prezioso per essere compromesso e disperso.
Marco Fortis
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Neofascismo
Il Pd contro fascismo e xenofobia
A noi tocca il compito di una reazione popolare consapevole. Per questo saremo a Sant’Anna di Stazzema domani e in piazza, a fianco dell’Anpi, il 24 febbraio. Per un’Italia più forte e più giusta
Domani il Partito Democratico si ritrova a Sant’Anna di Stazzema. Ci saremo con tante ragazze e tanti ragazzi. Ci saremo per testimoniare ancora una volta i valori che ci muovono e per cui ci impegniamo oggi più di ieri. I tragici fatti di Macerata e i tanti episodi accaduti purtroppo nel paese fanno emergere rigurgiti xenofobi e razzisti che dobbiamo contrastare con il massimo impegno. Il primo dovere è quello della memoria. Per questo Sant’Anna di Stazzema per noi tutti rappresenta una tappa centrale, da vivere in particolare con le nuove generazioni, aderendo all’anagrafe antifascista che Matteo Salvini in questi giorni ha invece deriso vergognosamente.
Il secondo impegno è quello della cittadinanza. Per contrastare ogni forma di sottovalutazione della spirale xenofoba che si respira in tutta Europa. E per promuovere nel Paese una nuova consapevolezza rispetto a questi rischi. A Macerata un neofascista ha sparato a sei ragazzi di colore e alla sede del PD. Questo gesto tragico ha messo drammaticamente in luce ancora il destino che lega la nostra comunità politica e la battaglia democratica che dobbiamo vincere. Siamo essenziali per il Paese in questo sforzo. Dobbiamo esserne all’altezza, muovendoci con determinazione, serietà e responsabilità. Questo è il tempo della paura e della chiusura per tutto ciò che è diverso. È il tempo dei mercenari elettorali che vorrebbero andare all’incasso del consenso solo infuocando il confronto con i falò della propaganda e delle strumentalizzazioni.
A noi tocca il compito di una reazione popolare consapevole. Che non sottovaluti ansie e paure e che sia in grado di cogliere il problema che si genera nel disagio sociale. Per questo la nostra reazione deve essere capace di proporre una forte alternativa culturale, sociale e politica alla deriva estremista. In fondo anche nelle azioni di governo di questi anni ci siamo mossi lungo questa strada. Quando abbiamo lavorato sulla cultura, sull’educazione e sulla scuola. Quando abbiamo lavorato sulle periferie e sul sociale. Quando abbiamo detto e praticato il messaggio “un euro in sicurezza, un euro in cultura”.
Non abbiamo ancora vinto questa battaglia. È una sfida difficile. Ma è la nostra sfida. Ecco perché dobbiamo continuare e insistere. Per questo saremo al fianco di Anpi il 24 febbraio prossimo alla manifestazione nazionale promossa a Roma. Per questo saremo a Sant’Anna di Stazzema domani. Per questo lavoriamo per essere il 4 marzo il partito del cambiamento consapevole, l’unica alternativa possibile alla destra estremista e alla deriva grillina. Per un’Italia più forte e più giusta. Dove neofascismo, razzismo e intolleranza non trovino posto.
Maurizio Martina
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Cari amici,
negli ultimi anni si è consolidata attorno al Partito Democratico un’incredibile comunità di persone che hanno deciso di sostenerlo. Pensate che oltre 600.000 di noi hanno donato il loro 2×1000 al PD e in 25.000 hanno sostenuto il treno Destinazione Italia.
Noi abbiamo abolito il finanziamento pubblico ed oggi stiamo dimostrando che la politica può vivere anche senza.
Per questo, primi in Italia, abbiamo deciso di realizzare la più innovativa campagna di crowdfundingdella storia della politica italiana.
Non si sosterrà più il partito alla cieca, ma si potrà sostenere il singolo tema della campagna elettorale o un evento in particolare.
Da oggi andando sul nostro sito, oltre alla donazione classica, potete scegliere di sostenere la sfida che vi sta più a cuore o aiutarci a realizzare concretamente un evento nella vostra città.
Questa piattaforma è innovativa non soltanto perché consente di supportare il Partito Democratico in vari modi, è innovativa soprattutto perché contribuisce a rafforzare, giorno dopo giorno, il legame tra il Partito Democratico e la sua grandissima comunità.
Francesco Bonifazi
Tesoriere PD
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