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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 123 venerdì 9 febbraio 2018
“Le proposte congiunte dei governi di Corea del Nord e Corea del Sud sono un passo avanti verso la pace”. (Thomas Bach, Presidente del Comitato Olimpico)

Risultati,
non promesse
L’EDITORIALE

Politica industriale,
le scelte giuste del Pd
Marco Fortis
È stato un dicembre scoppiettante quello della produzione industriale italiana che è aumentata secondo l’Istat dell’1,6% rispetto al precedente livello di novembre. Con ciò non solo andando decisamente oltre le aspettative (Confindustria aveva previsto un +0,9%) ma anche facendo meglio degli altri maggiori Paesi partner dell’Eurozona. Infatti la Germania ha fatto registrare un calo dello 0,6% e la Francia un aumento solo dello 0,5%.

A PAGINA 2
CANDIDATI
Il mio impegno contro
mafie e populismo
Valeria Grasso
“Malgrado la mia vita sia stata fino ad oggi intensa e ricca di esperienze forti, nonostante l’impegno instancabile profuso a favore della mia comunità, nella splendida, complicata ed a volte contraddittoria Palermo, e sebbene sia io una testimone di giustizia, a seguito del mio No al pizzo della mafia, ad un certo punto, ho sentito che un tassello nel mio percorso, mancava ancora.
A PAGINA 4
Economia Vola la produzione industriale, meglio di Francia e Germania. Decisivo
il sostegno agli investimenti dei governi Pd
VERSO IL 4 MARZO
Matteo
risponde
PAGINA 2
VERSO IL 4 MARZO
PAGINA 3
I sondaggi concordano, il Pd è il primo gruppo in Parlamento
Le ultime rilevazioni dicono che alla Camera dei deputati i seggi assegnati ai dem superano quelli degli altri partiti. Basta pochissimo per vincere le elezioni
DESTRA
Salvini, lo sciacallo che
non si ferma mai
A PAGINA 2
PAGINA5
Economia e politica
Sondaggio Index:
Pd primo gruppo
La partita che determinerà gli assetti dopo il voto del 4 marzo sarà determinata non solo da chi risulterà prima tra le coalizioni, ma anche su quale sarà la formazione alla quale verrà consegnata la palma di primo partito del Paese.
Su questo fronte pare ormai consolidata la tendenza, confermata contemporaneamente da più istituti di sondaggi, che vede il Partito democratico in piena corsa, se non favorito, per il primato.
Una tendenza che viene confermata anche nelle rilevazioni apparentemente più sfavorevoli.
Ultimo in ordine di tempo arriva il sondaggio di Index Research per Piazza Pulita che, pur registrando una oscillazione, assegna al Partito democratico la palma di primo gruppo parlamentare alla Camera con 147 seggi, senza contare gli altri seggi assegnati all’insieme della coalizione di centrosinistra.
Produzione industriale,
le scelte giuste del Pd
Chiusura con il botto del 2017 per la produzione
industriale italiana:
+3,4%
Boom per la produzione
di macchinari
+15,6%
grazie al Piano Industria 4.0
Marco Fortis
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È stato un dicembre scoppiettante quello della produzio­ne industriale italiana che è aumentata secondo l’Istat dell’1,6% rispetto al precedente livello di novembre. Con ciò non solo andando decisamente oltre le aspet­tative (Confindustria aveva previsto un +0,9%) ma an­che facendo meglio degli altri maggiori Paesi partner dell’Eurozona. Infatti la Germania ha fatto registrare un calo dello 0,6% e la Francia un aumento solo dello 0,5%.
Dunque nessun rallentamento dell’economia italiana, come qual­cuno temeva. Anzi, il contrario. A dicembre la crescita tendenziale della produzione industriale su base annua è stata del 3,4% rispetto a dicembre 2016. E nell’intero 2017 l’output della nostra industria è aumentato del 3%, cioè il doppio del Pil.
Notevole è stata la crescita della produzione di macchinari e at­trezzature (+15,6% in raffronto a dicembre 2016), trainata dal Pia­no industria 4.0 varato con l’ultima Finanziaria del Governo Renzi e rilanciato per il 2018 dal Governo Gentiloni. Una scelta vincente di politica industriale dei governi a guida PD che non solo sta per­mettendo un ammodernamento tecnologico strategico della nostra industria manifatturiera, di cui stanno beneficiando tutte le tipolo­gie di imprese (piccole, medie e grandi), come ha evidenziato il pre­sidente dell’Istat Alleva, ma che ha anche una forte ricaduta diret­ta sul nostro settore meccanico, che è uno dei più forti produttori mondiali di macchine per l’industria e robot.
Nell’intero 2017 ha poi avuto una crescita record il settore far­maceutico (+7,4% rispetto all’anno 2016), che potrebbe presto supe­rare quello tedesco per valore della produzione manifatturiera in Europa. Anche in questo caso ha giocato un ruolo non indifferente in questi ultimi anni la strategia di sostegno della ricerca e di at­trazione degli investimenti stranieri varata nel 2014 dal Governo Renzi.
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Verso il 4 marzo
Matteo Risponde




“Il dato sulla produzione industriale è veramente incredibile. Tanti parlano di promesse, noi portiamo i risultati. Ci presentiamo alle elezioni avendo preso un Paese in crisi e che ora ne sta uscendo”
“Negli ultimi giorni di campagna elettorale le personalità più importanti del Pd ci metteranno la faccia.Lo faranno tutti a cominciare dal presidente del Consiglio e dai ministri”
“Sui fatti di Maceratanon alimentiamo la tensione, non giochiamo allo scontro, ma facciamo il contrario e questo ci costa. Sarebbe molto semplice urlare e sbraitare”
“Attenzione a rovinare tutto ripartendo con quelli che hanno creato la crisi e fatto salire lo spread. Attenzione ad affidarsi agli estremisti e a chi gioca a sfasciare tutto. L’Italia non può tornare indietro”


“Luigi Di Maioè stato presente in aula il 30%delle volte, ed era vicepresidente della Camera. Giachetti, anche lui vicepresidente, l’89%: questa la differenza di come si intendono le istituzioni”
“Il Pd prova a tagliare le tasse alle famiglie con i figlie non ai miliardari come vuole fare il centrodestra con la flat tax. La nostra misura choc è la concretezza”


“Gli impresentabili a questo giro li hanno messi i 5 Stelle tanto è vero che se ne vergognano. Non è mai accaduto che un partito mettesse in lista della gente e poi si vergognasse il giorno dopo”
“Siamo il Paese in cui se un bambino, una donna, un uomo sta per affogare facciamo di tutto per salvarlo anche se i sondaggi ci dicono che non conviene. Prima viene la dignità dell’uomo”
Verso il 4 marzo
Lunedì 12 febbraio
ore 12.00 – Firenze
Matteo Renzi
e Marco Minniti
Il Pd e la sicurezza
Il mio impegno contro mafie
e populismo
CAPOLISTA NEL COLLEGIO PLURINOMINALE
Sicilia 1
01 Palermo
CAMERA DEI DEPUTATI
Ora più che mai non bisogna disperdere il lavoro fatto continuando sulla strada delle riforme
Valeria Grasso
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“Malgrado la mia vita sia stata fino ad oggi intensa e ricca di esperienze forti, nono­stante l’impegno instancabile profuso a favore della mia comunità, nella splen­dida, complicata ed a volte contraddit­toria Palermo, e sebbene sia io una testimone di giustizia, a seguito del mio No al pizzo della mafia, ad un certo punto, ho sentito che un tassello nel mio percorso, mancava ancora. In generale sono sempre stata soddisfatta delle mie scelte, sono un’imprenditrice, anzi, una donna imprenditri­ce, il che fa la differenza e sono una mamma. Non potrei pretendere nulla di più, eppure, come dicevo prima, ad un tratto ho avvertito l’esigenza di fare di più, di spendere maggiori energie per migliorare la mia terra ed il mio Paese, ed è per queste ragioni che ho deciso di impegnami in politica, scoprendo uno strumen­to nobile attraverso il quale mettermi a disposi­zione degli altri.
In questi anni in cui la sfiducia, il populismo, l’anti­politica sembrano andare di moda, le mie parole possono suonare strane. Ma proprio perché ritengo la politica meravi­gliosamente bella, proprio perché credo nell’utilità del mettermi a disposizione del proprio territorio e all’ascolto degli altri, ho deciso che l’impegno che mi voglio assumere come candidata del Partito Democratico in Sicilia, è quello di infondere una nuova energia e una rinnovata voglia di partecipazione proprio a chi oggi si sen­te scettico, disinteressato o abbandonato. Voglio raccontare a tutti loro che ci può essere una Politica con la “p” maiuscola, una politica onesta e concreta.
Mi rivolgo specialmente ai giovani, al presente ed al futuro del nostro Paese, il 4 Marzo, non dovete lasciare ad altri la possibilità di scegliere in quale Italia vi troverete a vivere nei prossimi anni. Im­pegnatevi, raccontate i vostri sogni e le vostre preoccupazioni, assumetevi la responsabilità di prendete le redini del vo­stro destino. La politica è bella ed è tutta da scoprire.
Il Partito Democratico ha fatto molto in questi anni per ridare fiducia agli italiani. Ovviamente alcuni errori sono stati fatti ed alcune incom­prensioni vanno ancora sanate, ma ciò che è certo, è che ad oggi, non vi è una forza politi­ca alternativa al Pd che sia capace di offrire un programma altrettanto serio, delle competenze vere ed una squadra, come quella presentata l’altro giorno al Teatro Eliseo di Roma, all’altez­za delle sfide che ci attendono nei prossimi anni. Incarnando così il vero significato della Politica del fare.
Ora più che mai, è arrivato il momento di non di­sperdere il lavoro fatto continuando sulla strada delle ri­forme per un’Italia che possa finalmente corrispondere al sogno di tutti. Al sogno dei giovani ai quali vanno dati gli strumenti per costruire il loro futuro, al sogno dei lavoratori che meritano un la­voro di qualità e migliori tutele, al sogno delle famiglie che hanno bisogno del giusto sostegno e di una solida stabilità.
Ora più che mai, il Partito Democratico è la scelta migliore!
Non c’è una forza politica alternativa al Pd capace
di offrire
un programma serio
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Lega
Le peggiori “sciacallate” di Salvini
Un mix di sparate finalizzate solo a raggranellare qualche voto della pancia del Paese
Aggressivo, spregiudicato e senza scrupoli, con un picco­lo ma non irrilevante difet­to: quello di speculare sulla disgrazie. Da quando è alla guida della Lega, Matteo Sal­vini ha inanellato una serie di “sciacallate” degne della peggiore politica, quella con la p minuscola. La sua campagna elettorale non si è fermata nemmeno davanti alle trage­die: un mix di sparate continue su fascismo, sessismo, omofobia, razzismo, xenofobia, fi­nalizzate solo a raggranellare qualche voto della pancia del Paese ma che hanno l’effet­to di alimentare paura e tensione tra i citta­dini. Affermazioni (spesso false) che, è bene ricordarlo e sottolinearlo, non appartengo­no a un provocatore qualsiasi che di tanto in tanto spara sentenze sui social, ma a un esponente politico di primo piano.
L’ultima, in ordine temporale è la di­chiarazione sui fatti di Macerata. Il leader leghista è entrato in azione nei panni del­lo sciacallo addossando la colpa di quan­to accaduto alla presidente della Camera, Laura Boldrini. E ha accusato la sinistra di “avere le mani sporche di sangue”. Parole che continuano a spostare il profilo della Lega sempre più a destra, con un Salvini che sta indossando i panni di un lepenista all’italiana, sovranista, nazionalista e dun­que inevitabilmente razzista. Non a caso Marine Le Pen e Orban sono i suoi riferi­menti europei e lui per loro il riferimento italiano.
Ecco alcune delle più note “sciacallate”:
La strage di Lampedusa
Un barcone zeppo di migranti in aprile 2015 si rovescia nel Canale di Sicilia tra la Libia e l’Italia. E’ una strage: quasi no­vecento morti, molte donne e molti bam­bini, la più grande tragedia avvenuta nel Mediterraneo nel dopoguerra. Lo Sciacallo passa immediatamente all’azione. Mentre uomini della Marina italiana ancora raccol­gono i morti dal mare, lui non perde tempo e si scatena sui social, il suo habitat natu­rale insieme alla televisione: “Altri morti sulle coscienze sporche di Renzi, Alfano e dei falsi buonisti. Quello italiano è il Gover­no che aiuta gli scafisti. È il Governo degli scafisti”. Un coro di critiche si solleva, non solo da parte della maggioranza ma anche di alcuni alleati o presunti tali, tra cui Silvio Berlusconi.
Gli attentati di Parigi
Èla notte tra venerdì 13 e sa­bato 14 novembre di tre anni fa. A Parigi è appena termi­nato il più grave attacco terroristico della storia d’Europa. Mentre anco­ra si contano i morti e la città è sotto assedio, comodamente seduto sul suo divano davan­ti alla televisione, Sal­vini twitta: “Hollande: ‘Chiudiamo le frontiere’. E #Renzi? Dorme”. La reazio­ne, immediata, arriva proprio dalla rete, che lo Sciacallo usa in maniera così spregiudicata. Una serie di risposte (molte non possono essere neppu­re menzionate), una vera propria ondata di indignazione bipartisan.
Terremoto del centro Italia
Mentre l’Italia è con il fiato sospeso per le tre ultime scosse di terremoto che stan­no coinvolgendo tutto il centro Italia, Mat­teo Salvini non perde tempo per fare pro­paganda politica, con un tweet davvero senza vergogna. “Continue scosse di #ter­remoto in Centro Italia, neve e gelo. Altro che “migranti”, che il governo aiuti subito questi italiani!”
Peccato, peraltro, che quando in Europa si votava per i fondi per i terremotati Sal­vini era assente.
La recente uscita
dai mondiali di calcio
Secondo Salvini, se l’Italia non si è qua­lificata per i mondiali la colpa è degli stra­nieri che giocano nelle squadre italiane. Il leader della Lega sui social, a fine partita, ha voluto esprimere la propria opinione scatenando l’ira di utenti e tifosi. Peccato che gli stranieri siano ben presenti in tut­te le grandi nazionali del mondo, a partire da Germania, Spagna, Inghilterra e Francia.
La tragedia
del treno deragliato a Pioltello
A poche ore dal de­ragliamento del con­voglio Trenord che ha causato morti e feriti, Salvini parla di tagli sulla sicurezza e ma­nutenzione da parte del Governo, infiammando i social e costando al leader leghista accuse di sciacallag­gio per scopi elettorali.
La sparatoria a sfondo
razzista di Macerata
Il leader della Lega è chiaramente il pri­mo a sfruttare mediaticamente il caso di macerata, addossando la colpa di quanto accaduto alla presidente della Camera, Laura Boldrini. Salvini ha accusato la sini­stra di “avere le mani sporche di sangue” e ha definito l’episodio “un‘altra morte di Stato”, aggiungendo: “La Boldrini mi accu­serà di razzismo? La razzista, con gli italia­ni, è lei”.
Stefano Minnucci
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La campagna elettorale
di Salvini
non si è fermata nemmeno davanti alle tragedie
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Debunking
Smontiamo le bugie /8.Cosa vuol dire “rimpatriare tutti i clandestini”?
“L’immigrazione è una questione urgentissima. Oggi in Italia si contano almeno 630 mila migranti di cui solo il 5%, e cioè 30 mila, ha diritto di restare in quanto rifugiatie cioè fuggiti da guerra e morte. Gli altri 600 mila sono una bomba sociale pronta a esplodere, perché vivono di espedienti e di reati”. Sì, esattamente con queste parole: “bomba sociale”, l’ex premier Silvio Berlusconi, ha definito il feno­meno dell’immigrazionedei migranti comunemente etichettati come “clandestini“. “Rimpatriamo tutti” è il motto dell’aspirante primo ministro leader di Forza Italiache torna a gamba tesa nello scenario politico per puntare dritto alla pancia degli elettori cavalcando il malcontento generale. Ma quello che Silvio Berlusconi dimentica di dire è: quanto costa questa operazione allo Stato? E soprattutto, chi rimpatriare e dove? Ecco alcuni dati per fare un po’ di chiarezza.
I costi: il primo aspetto di cui la politica di destra non parla
Su Partiamo da un numero: 600mila migranti “clandestini” da rimpatriare subito, stando all’allarme lanciato dal candidato forzista. Ora, se questo dato fosse vero e se si ipotizzasse di rimpatriare 200 migrantial giorno, ci vorrebbero almeno otto anni e quattro mesi. Non solo: anche il capitolo costi avrebbe il suo peso. Per portare un immigrato irregolare fuori dall’Italia ci vogliono infatti almeno 4mila euro: oltre al costo del biglietto vanno infatti considerate le spese per il personale (agenti di scorta, poliziotti, medici), oltre al carburante e al noleggio del mezzo. Insomma, ammesso che si riuscisse a riempire un aereo, ogni singolo viaggio costerebbe allo Stato 800mila euro.
Le destinazioni: chi rimpatriamo e dove? Cose che la Destra non saPer Prima di proseguire nel tema dei rimpatri è opportuno chiarire quali migrantisi tende genera, mente a definire “clandestini” nel linguaggio comune anche se il termine esatto è “irregolari”, secondo quanto suggerito da una recente risoluzione del Consiglio d’Europa. In questo elenco sono da ascrivere anche i richiedenti asilo che non hanno ottenuto la protezione internazionale e i migranti con permesso di soggiornoscaduto. “Rimpatriare i migranti” irregolari significa ricondurli nei loro paesi di origine, ma l’Italia ha accordi in essere solo con quattro dei tanti paesi di provenienza estera: Tunisia, Marocco, Egitto e Nigeria. Restano fuori quindi paesi come Guinea, Bangladesh, Costa d’Avorio, Gambia, Senegal, Sudan con cui l’Italia non ha stretto nessun tipo di collaborazione in questo senso. Pertanto, i migranti provenienti da questi paesi non godono di protezione umanitaria ma non possono essere rimpatriati. Vengono identificati e detenuti nei CIE(centri di identificazione ed espulsione) e “liquidati” con un foglio di via: sette giorni di tempo per lasciare il Paese. Sono in tanti a far perdere le proprie tracce e a restare in Italia.
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